di Gianni Lannes
Nel segno dell'incuria. Dall'arte ancestrale al degrado sempre più disseminato sui giacimenti culturali del passato, dalla storia al mito nell'Abruzzo dimenticato. Dove nacque il nome Italia, sulle montagne dell'Abruzzo in epoca preromana, oggi dimora il degrado e l'abbandono che offuscano la bellezza primordiale. Tra Pescosansonesco e la disabitata Corvara, a quasi mille metri di altitudine, circondato dalle mitiche catene montuose di Gran Sasso, Velino-Sirente e Maiella, svetta il monte La Queglia che scruta silente il vicino mare Adriatico. L’antica mulattiera che congiungeva i due antichi borghi si perde ammantata dalla neve. In loco giacciono i resti di un antico santuario, deturpato dagli indissolubili bonificatori della Natura. Qui i Popoli Italici hanno coniato il nome Italia, prestando giuramento contro Roma ben 2.114 anni fa. Lì dove sono stati rinvenuti un migliaio di manufatti votivi in terracotta, frammenti di epigrafe e una statua di Giove, il degrado ha seppellito i basamenti dell'antico tempio oracolare. qui è stata rinvenuta una moneta (conservata alla Biblioteca Nazionale di Parigi) col nome Italia, che raffigura un giuramento e un'alleanza. Nel nostrano disinteresse generale, incendi dolosi, macerie edilizie e scarti di cemento connotano l’intera area archeologica, non salvaguardata dalla locale Soprintendenza al ramo. Ecco l'Italia a perdere nell'incuria e nella solita speculazione tricolore. Un tesoro da cui ripartire per sconfiggere il declino.
Riferimenti:https://sulatestagiannilannes.blogspot.com/search?q=abruzzo
Nel 90 a.C. Sanniti, Marsi, Peligni, Marrucini, Vestini, Piceni, Pentri, Frentani si unirono in una confederazione (la Lega Italica), elessero capitale Corfinium (l’attuale Corfinio, presso Sulmona) ribattezzata per l’occasione Italica, e richiesero ufficialmente la concessione della cittadinanza. Di fronte al rifiuto del Senato, scesero in armi contro Roma tiranna, scatenando la nota Guerra Sociale, che divampò soprattutto in Abruzzo e in Campania. Nel corso dell’insurrezione, le tribù italiche confederate si diedero una struttura politica unitaria sul modello di quella dell’Urbe: elessero due Consoli (uno dei Marsi e uno dei Sanniti, le due tribù preminenti), un’assemblea di ben 500 senatori, e soprattutto sancirono e simboleggiarono la loro unità politica e di intenti coniando una moneta comune, che riproduceva la cerimonia del giuramento di fedeltà comune alla causa, col dono delle fedi e il sacrificio di scrofe. Sul lato opposto, accanto ad una bellissima testa femminile cinta dell’alloro della vittoria, compariva per la prima volta nella storia il nome ITALIA.
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