17.10.23

ISRAELE IN PALESTINA!

  


 

di Gianni Lannes

Due Stati sulla Terra Promessa? Paradossi della storia contemporanea: da perseguitati a carnefici. Palestina ridotta dallo Stato di Israele a campo di concentramento e quindi sterminio calcolato dell'inerme popolazione civile palestinese. Ecco l'ennesima pulizia etnica effettuata dagli auto "eletti". Comunque, la violenza di Hamas, qualunque violenza, non è mai giustificabile. L’autoproclamazione dell’indipendenza d’Israele: il massacro e l'espulsione dei palestinesi (Nakba). L’Assemblea generale dell'ONU ha ribadito che il diritto internazionale non è dalla parte degli israeliani, bensì dei palestinesi. Ma questo non è bastato a impedire ai terroristi di Hamas (per anni foraggiati da Tel Aviv) di compiere atrocità. Comunque i crimini contro l'umanità, almeno dal 1948 sono una prerogativa israeliana: strage di Ustica docet. Alla base della violenza c'è sempre la crudeltà disumana.


Palestina (anno 1942)


L’attuale situazione è senza via d’uscita per entrambi i campi. Dopo tre quarti di secolo di crimini, Israele non può più avanzare grandi pretese. La sua popolazione è divisa. Negli ultimi mesi i “sionisti negazionisti”, ossia i discepoli dell’ucraino Vladimir Jabotinsky, propugnatori del suprematismo ebraico, hanno preso il potere a Tel Aviv, nonostante l’opposizione di una seppur minima maggioranza della popolazione e gigantesche manifestazioni. I giovani israeliani, che aspirano a vivere in pace e si rifiutano di prestare servizio nelle forze armate per brutalizzare gli arabi, si sono comunque mobilitati per difendere le proprie famiglie che amano e il Paese in cui non credono.

Palestina (anno 1860)


Secondo il diritto, i palestinesi hanno costituito uno Stato che ha ottenuto lo statuto di osservatore delle Nazioni Unite. Alla morte di Yasser Arafat, il capo di Al Fatah, Mahmoud Abbas è stato eletto presidente. Tuttavia, dopo la vittoria di Hamas alle elezioni legislative del 2007 e l’impossibilità di fare accettare agli Occidentali un suo governo, i palestinesi hanno iniziato una guerra civile. La Cisgiordania è governata da Al Fatah, il partito laico fondato da Arafat; Abbas e i suoi sono finanziati da Stati Uniti, Unione Europea e Israele. Il territorio di Gaza è invece nelle mani di Hamas, ossia del ramo palestinese della Confraternita dei Fratelli Mussulmani; è governata da individui per i quali l’islam non è un’istanza spirituale, ma un’arma di conquista. Sono finanziati principalmente da Regno Unito, Qatar, Israele, Turchia e Unione Europea. Da 16 anni entrambe le parti si oppongono a nuove elezioni. I loro dirigenti vivono in un lusso da mafiosi che fa a pugni con le miserevoli condizioni di vita dei palestinesi.




Quando nacque, Hamas era finanziato dal Regno Unito. I servizi segreti israeliani lo sostennero per indebolire Al Fatah di Arafat. In seguito Israele lo combatté e ne assassinò il leader religioso, sceicco Ahmed Yassin. Israele usò nuovamente Hamas, questa volta per eliminare i dirigenti della Resistenza palestinese marxista. Così, agli inizi della guerra contro la Siria, combattenti di Hamas addestrati da agenti del Mossad e dagli jihadisti di Al Qaeda attaccarono il campo palestinese di Yarmuk. Ma oggi Hamas combatte di nuovo contro l’alleato di ieri, Israele.

Al Fatah è diviso in tre fazioni militari: Fathi Abou al-Ardate, capo della sicurezza nazionale; Mohammad Abdel Hamid Issa (alias Lino), comandante del Kifah al-Moussallah (la lotta armata); ruota nell’orbita di Mohamed Dallan, ex capo dell’intelligence palestinese che assassinò Arafat, e oggi è sostenuta dagli Emirati Arabi Uniti; Munir Maqdah, ex capo militare di Al Fatah, avvicinatosi ad Hamas, Qatar, Turchia e Iran.

Per 75 anni Tel Aviv ha fatto tutto ciò che era in suo potere per rifiutare l’uguaglianza fra tutti, sia ebrei sia arabi. Anzi, dall’Appello di Ginevra promuove la «soluzione a due Stati», ossia il piano coloniale dell’ultima chance di lord William Peel, che i britannici non riuscirono a imporre né sul terreno, nel 1937, né alle Nazioni Unite, nel 1948, e che oggi invece riscuote consenso. Ormai solo i marxisti del Fronte popolare per la liberazione della Palestina (FPLP) predicano nel deserto proponendo uno Stato unico in cui palestinesi ed ebrei siano su un piano di parità.

Uccidere i palestinesi non cancellerà 75 anni d’ingiustizia: i loro figli riprenderanno il testimone, come loro hanno preso quello dei propri genitori. La sopravvivenza di Israele è legata indissolubilmente alla convivenza con i palestinesi.

Riferimenti:

https://sulatestagiannilannes.blogspot.com/search?q=israele

https://sulatestagiannilannes.blogspot.com/search?q=palestina

https://sulatestagiannilannes.blogspot.com/search?q=ustica

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