3.10.23

ITALIA: UNA STORIA VERGOGNOSA!

 


di Gianni Lannes

Orrore e dolore. Ma quale ragion di Stato può giustificare una carneficina di esseri umani in tempo di pace? Non è stato un incidente: nucleare è il movente. Testimoni involontari: dovevano morire e non furono salvati ma deliberatamente sacrificati, ovvero assassinati. Ecco perché a distanza di 43 anni la verità è ancora assolutamente indicibile. Il fatto più grave è che il DC9 Itavia, pilotato da Gatti e Fontana effettuò un ammaraggio e non fu soccorso, nonostante la sua posizione nel Tirreno meridionale fosse ben nota alle autorità militari e politiche italiane, nonché alla Nato. Non a caso vige un'omertà internazionale e domina il segreto di Stati (alleati).

La strage di Ustica andrebbe studiata nelle scuole di ogni ordine e grado - dalle elementari all’università - perché contiene la storia paradigmatica (affaristica: alla voce petroldollari) dell'Italia contemporanea, priva di indipendenza e sovranità. In qualsiasi altra parte del mondo se 81 persone inermi ed innocenti, tra cui 13 bambini, fossero state assassinate nella esecuzione del medesimo disegno criminoso, come minimo sarebbe saltata qualche testa eccellente, qualcuno si sarebbe dimesso: un primo ministro, un generale, un dirigente dei servizi segreti, un magistrato. In Italia nessuno ha pagato, nessuno è andato in prigione né, almeno, ha pensato di dimettersi dalla poltrona, anzi ha fatto carriera perfino qualche  giudice denunciato nel 1990 con dovizia di prove al CSM. 

Siamo l’unico Paese al mondo dove il livello politico è intoccabile, dove pezzi di uno Stato eterodiretto e telecomandato dall'estero, invece di cercare i colpevoli di una strage, hanno ostacolato la ricerca della verità, depistato, distrutto prove, insabbiato e mentito. Siamo l’unico paese al mondo dove i familiari delle vittime sono stati addirittura minacciati di querela per aver reclamato la verità indicibile.

Anche per questo motivo la strage di Ustica dovrebbe costituire materia di insegnamento. Perché alcune cose vanno raccontate anche a chi all’epoca non era ancora nato. Perché se conosci Ustica, conosci il Belpaese dove sei nato e dove vivi. Se ti facessero studiare la strage di Ustica a scuola, avresti la possibilità di capire perché il nostro Paese ha un così scarso credito a livello internazionale e ha smarrito qualsiasi rispetto e prestigio all'estero.

Le ottantuno vittime sono poco più che un numero, una statistica per i politicanti dello Stato tricolore. Invece erano esseri umani, erano uomini, donne, bambini, anziani, neonati. Ognuno con la propria storia, il proprio vissuto. Le loro foto andrebbero affisse in ogni scuola, con una breve biografia. Non fosse altro per chiedere loro scusa. Non fosse altro per ricordare a tutti che su quell’aereo avrebbe potuto esserci ognuno di noi e che le cose brutte non capitano sempre agli altri. Non fosse altro per ricordare che il diritto alla verità ed alla giustizia non riguarda solo gli altri, ma riguarda tutti.

Solo questo sappiamo: che è stato impedito ai familiari di seppellire in pace i loro morti, che sono anche i nostri morti. Ma allora da Ustica come si esce?  In un solo modo: dicendo la verità, facendo piena luce. Spiegando esattamente cosa accadde quella notte. Costi quel che costi. Questo Paese lo deve alle vittime, ai loro familiari, lo deve alla popolazione italiana.

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