5.4.23

ELETTROSMOG: 5G MICIDIALE!

 



di Gianni Lannes

Inquinamento invisibile in aumento esponenziale a danno della vita. La diffusione dei campi elettromagnetici a radiofrequenza sta aumentando e gli effetti sulla salute sono ancora sotto esame.

I campi elettromagnetici a radiofrequenza promuovono lo stress ossidativo, una condizione implicata nell'insorgenza del cancro, in diverse malattie acute e croniche e nell'omeostasi vascolare; sebbene alcune evidenze siano ancora controverse, l'Organizzazione mondiale della sanità ha classificato i campi elettromagnetici a radiofrequenza come «possibili cancerogeni per l'uomo» e studi più recenti hanno suggerito effetti riproduttivi, metabolici e neurologici dei campi elettromagnetici a radiofrequenza, che sono anche in grado di alterare la resistenza agli antibiotici batterici.

Uno degli studi più ampi, a cura del programma nazionale di tossicologia degli USA (National toxicology program), ha dimostrato un aumento significativo dell'incidenza del cancro cerebrale e di tumore al cuore negli animali esposti a campi elettromagnetici anche a livelli inferiori a quelle di cui alle attuali linee guida della Commissione internazionale sulla protezione dalle radiazioni non ionizzanti (Icnirp).

Anche recenti studi dell'Istituto Ramazzini evidenziano un aumentato rischio, sia per i tumori alla testa sia per gli schwannomi, il più pericoloso dei quali è il tumore cardiaco. Tali risultati, basati sulla sperimentazione animale, insieme agli ultimi studi epidemiologici sugli utilizzatori di cellulari dell'oncologo Lennart Hardell, fanno concludere agli studiosi che è tempo di aggiornare la classificazione Iarg. Al momento, infatti la Iarg classifica la radiofrequenza come «possibile cancerogeno per l'uomo», perché si basa solo su risultati epidemiologici ma non su studi in vivo, che oggi fanno propendere per la classificazione «probabile cancerogeno» di classe 1A o, come suggerito da Hardell, «cancerogeno certo» di classe 1.

In questo scenario in evoluzione, anche se gli effetti biologici dei sistemi di comunicazione 5G sono scarsamente studiati, è iniziato un piano di azione internazionale per lo sviluppo di reti 5G; osservazioni preliminari hanno mostrato che le onde millimetriche aumentano la temperatura della pelle, alterano l'espressione genica, promuovono la proliferazione cellulare e la sintesi di proteine legate allo stress ossidativo, nonché processi infiammatori e metabolici, possono generare danni oculari e influenzare le dinamiche neuromuscolari (Di Ciaula, Int. J. Hyg. Environ. Health, Epub 2018).

Secondo diversi scienziati sono necessari ulteriori studi per esplorare in modo migliore e indipendente gli effetti sulla salute dei campi elettromagnetici a radiofrequenza in generale e delle onde millimetriche in particolare. Tuttavia, i risultati disponibili sembrano sufficienti per dimostrare l'esistenza di effetti biomedici, per invocare il principio di precauzione, per definire i soggetti esposti come potenzialmente vulnerabili e per rivedere i limiti esistenti.

Oltre 170 scienziati di tutto il mondo hanno rivolto un appello alle istituzioni dell'Unione europea per chiedere il blocco della tecnologia 5G a causa delle crescenti preoccupazioni per l'aumento delle radiazioni da radiofrequenza e dei relativi rischi per la salute a cui sono sottoposti i cittadini europei.

Ai sensi dell'articolo 168 del Trattato sul funzionamento dell'Unione europea, la responsabilità primaria di proteggere la popolazione dai potenziali effetti nocivi dei campi elettromagnetici appartiene agli Stati membri, inclusa la scelta delle misure da adottare in base a età e stato di salute;
la tutela e la salvaguardia della salute umana e la tutela ambientale sono valori di rilievo costituzionale, nonché beni inalienabili (articolo 9, secondo comma, e articolo 32, primo comma).

La Federal Aviation Administration (Faa) ha dichiarato venerdì 17 giugno 2022 che Verizon Communications e AT&T hanno concordato volontariamente di ritardare alcuni utilizzi della banda C 5G fino a luglio 2023 poiché i vettori aerei stanno lavorando per adattare gli aeroplani, al fine di garantire che non subiscano interferenze.

Le due aziende hanno concordato a gennaio di ritardare fino al 5 luglio l'accensione di alcune torri wireless e il depotenziamento di altre vicino agli aeroporti.

La preoccupazione che il servizio 5G possa interferire con gli altimetri degli aeroplani, che forniscono dati sull'altezza di un aereo dal suolo e sono cruciali per l'atterraggio in caso di maltempo, ha portato a interruzioni in alcuni aeroporti statunitensi all'inizio di quest'anno;

Negli ultimi mesi, la Federal Aviation Administration ha esortato le compagnie aeree a completare il retrofit di alcuni radioaltimetri per aeroplani.

L'amministratore ad interim della Faa, tale Billy Nolen ha esortato gli amministratori delegati delle principali compagnie aeree statunitensi a muoversi rapidamente per affrontare i rischi derivanti dall'implementazione del wireless 5G installando filtri sui radioaltimetri, nel tentativo di evitare potenziali interruzioni negli aeroporti chiave dal mese prossimo.

Airlines for America, un gruppo commerciale del settore che rappresenta American Airlines, Delta Air Lines, United Airlines e altri, ha dichiarato in una riunione della Faa di aver appreso che «la stragrande maggioranza» della flotta dei membri di 4.800 aeromobili in totale «dovrebbe essere adattata entro luglio 2023» e ha sollevato domande per chiarire se ciò fosse fattibile: «Dato che la FAA non ha nemmeno approvato soluzioni né i produttori hanno fabbricato questi prodotti per la maggior parte di questa flotta, non è affatto chiaro che i vettori possano rispettare quella che sembra essere una scadenza arbitraria».

La Faa ha affermato che «filtri e unità sostitutive per la flotta commerciale principale dovrebbero essere disponibili in un programma che consentirebbe di completare in gran parte i lavori entro luglio 2023. Dopo tale periodo, le società wireless prevedono di far funzionare le loro reti nelle aree urbane con il minimo restrizioni».

Gli amministratori delegati delle compagnie aeree il 17 gennaio 2022 avevano avvertito di un'imminente crisi «catastrofica» dell'aviazione che avrebbe potuto bloccare quasi tutto il traffico a causa del dispiegamento del 5G.

Il 22 febbraio 2022, Asstel, attraverso il presidente Massimo Sarmi è tornata a chiedere al Parlamento nel corso di un'audizione presso la 10a Commissione permanente del Senato, di innalzare i limiti soglia d'irradiazione elettromagnetica da 6 V/m fino a 61 V/m, altrimenti «il 5G non sarebbe possibile e metteremo 28.000 nuove antenne».

Tra gli associati e nel Consiglio di presidenza di Asstel risulta esservi Ericsson Telecomunicazioni S.p.a. il colosso svedese del 5G coinvolto in uno scandalo internazionale di truffe e tangenti, utilizzate addirittura per finanziare i tagliagole dell'Isis.

I 61 W/m vengono calcolati come standard dei valori vigenti in tutta Europa, ma in realtà sono vigenti solo in Francia, Germania, Gran Bretagna e Spagna, a differenza di Svizzera, Italia, Austria, Belgio, Turchia e i Paesi dell'est europeo – Bulgaria, Croazia, Slovenia – nei quali vigono limiti molto più stringenti e protettivi.

I 10 W/mq previsti dalla Raccomandazione europea 1999/519/CE vanno confrontati con gli 0,1 W/mq previsti dal decreto del Presidente del Consiglio dei ministri dell'8 luglio 2003. E non risulta corretta l'affermazione di Assotelecomunicazioni secondo la quale, per la banda di frequenza a 3.6 GHz, le raccomandazioni internazionali prevedono un limite massimo di 61 V/m contro i 6 V/m italiani. Infatti, il limite vigente sul territorio italiano in quella banda di frequenza è di 40 V/m mentre i 6 V/m rappresentano il valore di attenzione.

Le cosiddette misure protettive vengono stabilite dall'International Commission on Non-Ionizing Radiation Protection (Icnirp), ente privato con sede in Germania già al centro di numerosi scandali per conflitti di interesse con industria delle telecomunicazioni, nel 2019 giudicato inattendibile anche dalla Corte d'appello di Torino nella sentenza emessa in favore di un lavoratore danneggiato dall'uso prolungato di telefono mobile.

La stessa Raccomandazione 1999/519/CE afferma che «gli Stati membri hanno facoltà, ai sensi del Trattato, di fornire un livello di protezione più elevato di quello di cui alla presente Raccomandazione», specificando, quindi che non esiste alcun obbligo di adeguamento agli standard europei, Come non esiste neanche un'incompatibilità tra la normativa italiana e l'implementazione delle nuove tecnologie; si rileva per altro, che, nel 2018, sono stati acquistati all'asta i primi lotti di frequenze nella consapevolezza della vigente normativa italiana.

Già nel 2004 l'Oms ha organizzato a Praga un convegno sull'elettrosensibilità definendola come «un fenomeno in cui gli individui avvertono gli effetti avversi sulla salute quando sono in prossimità di dispositivi che emanano campi elettrici, magnetici o elettromagnetici» e che rappresenta una sindrome altamente invalidante e fortemente in crescita nei Paesi occidentali e industrializzati.

L'elettrosensibilità è dimostrata in quattro studi in cui si afferma che è possibile identificare persone con ipersensibilità elettromagnetica e dimostrare che possono essere testati usando risposte obiettive, misurabili, dimostrando che queste sono realmente ipersensibili se confrontati con i normali controlli. Ci sono veri e propri cambiamenti fisiologici nei soggetti con elettrosensibilità e diverse ricerche hanno dimostrato che le persone elettrosensibili hanno alti livelli di stress ossidativo e una prevalenza di alcuni polimorfismi genetici, che potrebbero suggerire una predisposizione genetica. In Italia questa sindrome è stata già riconosciuta dalla regione Basilicata secondo la decodifica ICD9-CM e ricompresa nell'elenco delle malattie rare con delibera di giunta n. 1296 del 15 ottobre 2013.

Per sfuggire all'irradiazione dei 61 V/m, in Francia, un gruppo di malati di elettro-iper-sensibilità è costretto a vivere da anni rifugiato sulle Alpi.

Entro il 30 settembre 2022 «le telco» – nella fattispecie Tim, Vodafone, Iliad e Wind Tre – dovevano versare allo Stato, come contropartita dell'asta con cui si sono aggiudicate i primi tre lotti di radiofrequenze 5G, circa 4,8 miliardi dei 6,55 miliardi di euro contrattualizzati con lo Stato. Il 9 gennaio 2022, «il Sole 24 Ore», riportava che «gli operatori sono in attesa, incrociando le dita nella speranza che possa arrivare una rimodulazione, con rateizzazione, di quello che altrimenti sarebbe un salasso». Il presunto mediatore tra il Governo Draghi e «le telco» era per caso l'allora ministro per l'innovazione tecnologica e la transizione digitale, tale Vittorio Colao, top manager ex Vodafone e membro del consiglio di amministrazione del colosso del 5G americano Verizon fino a 24 ore prima di assumere l'incarico governativo, in evidente conflitto d'interesse?

Gentile Giorgia Meloni, per caso Tim, Vodafone, Iliad e Wind Tre hanno pagato quanto dovuto allo Stato italiano? Quali iniziative il primo ministro pro tempore Giorgia Meloni intende assumere per evitare che l'esposizione superi i nuovi standard di esposizione massima totale dell'Unione europea su tutti i campi elettromagnetici per proteggere i cittadini, in particolare i neonati, i bambini e le donne in gravidanza? E quali iniziative l'attuale presidente del Consiglio Meloni intende adottare per definire standard di esposizione massima totale sicuri per la salute dei cittadini? Infine, quali iniziative di competenza il Governo italiano intende adottare per tutelare i soggetti elettrosensibili e tutta la popolazione italiana? Se e quali iniziative di competenza il Governo Meloni intende adottare per evitare di favorire in qualsiasi modo multinazionali macchiate di famigerati crimini contro la vita umana?

Riferimenti:

https://sulatestagiannilannes.blogspot.com/search?q=5g


 

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