di Gianni Lannes
Qual è il fine delle leggi? Nel 1938 in Italia furono promulgate delle leggi che ordinavano l’allontanamento degli ebrei da una serie di professioni, il loro licenziamento se giornalisti o notai, l’allontanamento dei ragazzi ebrei dalle scuole, la denuncia di coloro che nascondevano la loro appartenenza alla razza ebraica alle autorità. Tutti gli italiani erano obbligati a rispettare quelle leggi, e purtroppo lo hanno fatto. I pochi individui che non l’hanno fatto, che non si sono sottomessi al peggio, oggi sono considerati degli eroi.
Rosa Parks, la donna afroamericana che l'1 dicembre 1955, negli United States of America, si è rifiutata di cedere il posto sull’autobus a un bianco, ha violato una legge; ma è grazie a quella violazione che ha preso impulso un movimento per i diritti civili che ha portato, lentamente e progressivamente, all’abolizione dell’apartheid. Negli anni Settanta del secolo scorso alcuni giovani (oggi anziani) rifiutarono in Italia di sottostare all’obbligo del servizio militare, che era sancito da una legge. Grazie a quel gesto – che per loro comportò il carcere – fu in seguito riconosciuto il diritto al servizio civile alternativo al militare; e poi il servizio di leva obbligatorio fu abolito.
Senza
dei gesti di ribellione, di persone pronte a pagare di persona perché
spinte da una idea di libertà e di giustizia, interiore e superiore
alle leggi vigenti, noi avremmo oggi ancora la schiavitù, la
servitù della gleba, la potestà maritale sulla donna e altre simili
meraviglie.
Un fatto è certo: è la disobbedienza a nutrire la civiltà. Il primo imperativo giuridico risponde alla coscienza umana.
Riferimenti:
https://sulatestagiannilannes.blogspot.com/2017/01/i-campi-di-concentramento-di-mussolini.html
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