21.11.22

TRIVELLE E TERREMOTI NEL MARE ADRIATICO

 





di Gianni Lannes

C'entra la Natura o l'ingordigia disumana? Le piattaforme metanifere sotto la giurisdizione delle capitanerie portuali di Ancona e Pesaro, giacciono nelle medesime aree dove imperversa l'estrazione di gas e si verificano terremoti. Si tratta di una singolare coincidenza? Eppure il sisma del 20 novembre 2022 (ore 01.36:12) si è manifestato con magnitudo 2.2 e con una profondità alla portata delle trivelle, ovvero con un ipocentro di soli 2 chilometri. La ripresa delle trivellazioni nell’Adriatico per l’estrazione del gas potrebbe avere conseguenze sull’attività sismica?

“La profondità dell’epicentro e l’intensità della scossa principale non si accordano con quelle di un terremoto indotto da attività antropiche per l'estrazione e lo stoccaggio di idrocarburi in mare, per quanto visto finora a livello internazionale”, conferma Piero Farabollini, presidente dell’Ordine dei geologi delle Marche. Non ci sono, infatti, tecnologie che consentono di arrivare a profondità simili a quella dell’epicentro della scossa della costa marchigiana. “Benché la sismicità indotta esista - e, più che per nuove perforazioni, per lo stoccaggio, cioè l’immissione di materiale nelle vecchie perforazioni -", aggiunge Farabollini, "l’intensità delle scosse provocate dalle attività dell’essere umano in genere non raggiunge magnitudini superiori a 3-4, più deboli delle scosse registrate oggi in Italia". 


 

Quello che si sta registrando è «un evento che possiamo considerare normale per le Marche, dove la fascia costiera-marittima rappresenta una delle tre zone sismo-tettoniche della nostra regione. Mi sento di escludere l’ipotesi che il sisma possa essere conseguenza delle trivellazioni in Adriatico, alla ricerca di gas e idrocarburi». Così il presidente dell’ordine regionale dei geologi, Piero Farabollini, a proposito delle scosse che dalle 7.07 di questa mattina hanno come epicentro il tratto di mare tra Fano e Pesaro.


 

Il presidente dei geologi delle Marche ha parlato dell’esistenza nella regione di faglie costiero-marittime che «possono produrre terremoti di magnitudo massima stimata di 6 M, a differenza delle faglie appenniniche dove si possono produrre sismi fino a 7 M». «Questi fatti ci dicono, quindi, che considerata la zona in cui si è prodotto, è stato un terremoto molto forte», ha aggiunto. «Nelle ore successive abbiamo assistito a diverse altre scosse, di intensità più contenuta, ed è probabile che ce ne saranno altre anche nel corso delle prossime settimane - ha concluso Farabollini -. Sono i cosiddetti 'after shock', che però non devono preoccupare perchè, dalle osservazioni e dai dati storici in nostro possesso, non si tratta di eventi che possono portare a un’altra scossa forte».


 

Farabollini ammette che sismi derivanti da attività estrattive esistono in letteratura. Racconta che eventi di questo tipo sono stati studiati in America a seguito di estrazioni di gas. Ma non è questo il caso, precisa l’esperto: “La storia e il monitoraggio di questi eventi ha dimostrato che si tratta di eventi superficiali e di bassa magnitudo”. Che non ci sia alcuna connessione tra il terremoto e le trivellazioni nell’Adriatico è convinto anche il geologo marchigiano Endro Martini, della Società italiana di geologia ambientale che al Corriere della Sera ha spiegato che eventi sismici in Adriatico ci sono sempre stati, anche molto prima che iniziassero le trivellazioni. “Le piattaforme in mare trivellano fino a una profondità massima di 3-4 chilometri – ha spiegato l’esperto – Il sisma di mercoledì si è innescato a una profondità di 7,6 chilometri, a una distanza di 30 chilometri dalla costa della provincia di Pesaro Urbino secondo i dati forniti dai rilevamenti dell’Ingv”.

Eppure, proprio la letteratura scientifica e la storia documentata, comprendono anche numerosi casi italiani (Lombardia, Emilia Romagna, Calabria) di trivellazioni ed estrazioni di idrocarburi che hanno indotto attività sismica. In senso scientifico nessuno può escludere, specie con tesi preconfezionate d'ufficio, una connessione fra trivelle e terremoti. Dopo la strage a L'Aquila del 6 aprile 2009 e le rassicurazioni della Commissione Grandi Rischi, che costarono la vita a ben 309 persone, degli esperti non ci si può più fidare, soprattutto quando lavorano per le industrie petrolifere, come tanti geologi tricolore. Gli esperti accademici, se non  fanno allarmismo spicciolo, praticano il negazionismo della realtà.


Riferimenti:

Gianni Lannes, TERRA MUTA, Lpe, Cosenza, 2013.

https://www.ansa.it/marche/notizie/2022/11/09/terremoto-geologi-marche-trivellazioni-non-centrano_2d897bc6-ef31-443f-b5f1-3a97eb5a10c8.html

https://www.regione.marche.it/Regione-Utile/Energia/Comunicati/id/25467/p/2/TRIVELLE-E-FUSIONE-DEI-COMUNI-DI-PESARO-E-MOMBAROCCIO-DOPPIO-SI-DEL-PRESIDENTE-CERISCIOLI-AI-DUE-REFERENDUM

https://www.viverepesaro.it/2017/12/07/nuove-piattaforme-al-largo-di-pesaro-e-gabicce-il-comitato-trivelle-zero-annuncia-battaglia/663547/

https://www.marchenotizie.info/59525/trivellazioni-che-pensano-di-fare-le-marche

https://va.mite.gov.it/it-IT/Oggetti/Documentazione/6880/9623

https://va.mite.gov.it/it-IT/Oggetti/Documentazione/1773/3144

https://unmig.mise.gov.it/images/dati/pozzi-idrocarburi.pdf

http://terremoti.ingv.it/event/33429731#https://sulatestagiannilannes.blogspot.com/search?q=terremoti 

Nessun commento:

Posta un commento

Gradita firma degli utenti.