di Gianni Lannes
Per una seria sperimentazione vaccinale occorrono
almeno tre anni e neanche un giorno di meno. Com’è che allora la rischiosa
panacea vaccinale è già pronta all’uso? Si tratta forse di esperimenti eugenetici?
Attualmente risultano in fase di prima sperimentazione
due vaccini a base Adenovirus: quello di Oxford/IRBM ChAdOx1-nCOV19 (AZD1222)
che verrà commercializzato da Astrazeneca, e quello cinese della CanSino
Biologics Ad5-nCoV già in test sui militari cinesi.
Il vaccino di Oxford è stato proposto in Italia
dalle autorità governative per la somministrazione coercitiva sui militari ed
operatori sanitari, già a settembre 2020, non considerando l'elevato rischio
per la salute umana delle prima cavie in divisa e camice bianco/blu. Poi, ovvero ben presto, toccherà forzatamente a tutta la gente. Ma se il sars CoV-2 muta rapidamente - come già accertato scientificamente - allora non serve proprio a niente.
Il nuovo coronavirus è soltanto un pretesto per sottomettere gli esseri umani e soggiogarli alla tecnocrazia. Hanno implementato il controllo elettronico sulla popolazione: l'allontanamento dall'umanità (distanziamento sociale) è il paradigma del nuovo ordine mondiale che pretende cavie docili.
Il ChAdOx1-nCOV19 è imperniato su un vettore
Adenovirale Scimpanzé Adenovirus di tipo 63, modificato geneticamente
(ChAdOx1), brevettato da Vaccitech e già registrato come OGM nella banca dati
europea.
Il vaccino Ad5-nCoV è basato su un vettore
Adenovirale modificato geneticamente, Adenovirus di tipo 5; il vettore ChAdOx1
è potenziato con il MVA (Modified Vaccinia Ankara: un agente stimolante
derivato dal vaccino contro il vaiolo geneticamente modificato che ha
conservato la sua immunogenicità.
L'Mva è in corsa per diventare vettore per la
realizzazione di vaccini anti-influenzali universali, ma presenta criticità
legate alla sperimentazione e alle autorizzazioni necessarie trattandosi
anch'esso di un medicinale contenente un OGM.
Al fine di sperimentare senza precauzioni e in
tutta fretta i cosiddettol vaccino anticoronavirus, è stato adottato il
regolamento europeo 2020/1043/UE con il quale si prevede una procedura di
urgenza, che garantisca la sperimentazione e la commercializzazione dei vaccini
contenenti, o costituiti da OGM, rendendo non necessaria la valutazione dei
rischi di impatto ambientale e semplificando la procedura di autorizzazione.
Con lo studio del 1990 «Integrazione preferenziale
del virus ibrido Ad5 / SV40 nel sito cromosomico umano altamente ricombinogenico
1p36» e con lo stadio «Chromosomal Integration of Adenoviral Vector DNA In
Vivo» (18) del 2010, si è preso in esame come il vettore Adenovirus possa
integrarsi nel Dna della cellula bersaglio generando anche possibili
conseguenze in termini di insorgenza di tumori.
I ricercatori
infine suggeriscono che gli effetti collaterali genotossici debbano essere
studiati in modo più dettagliato.
Alla luce della normativa europea che riduce i
tempi di sicurezza per le sperimentazioni e le analisi di rischio verso i
medicinali OGM quali iniziative il governo del Cinte bis adottare per abbattere
il rischio di integrazione del Dna vettoriale Adenovirus dopo il trasferimento
genico in vivo, tramite somministrazione del vaccino, nelle cellule del
ricevente?
Non è tutto. Moderna Therapeutics è la società che
ha sviluppato il vaccino COVID-19 mRNA-1723, supportato dall'Istituto nazionale
di allergie e malattie infettive (Niaid) americano e da Cepi, che potrebbe
entrare in commercio negli Stati Uniti e nel mondo. La Fondazione Bill e
Melinda Gates e Astrazeneca hanno investito milioni di dollari nella tecnologia
mRNA di Moderna.
Il vaccino mRNA-1273 utilizza una tecnologia
innovativa che sfrutta un mRNA realizzato in laboratorio, per la traduzione del
DNA codificante di proteine da parte dei ribosomi nel citoplasma programmando
le cellule del sistema immunitario.
Il vaccino è in corso di sperimentazione clinica
(NCT04283461) con uno studio di fase I con classificazione della dose sulla
sicurezza e l'immunogenicità in adulti sani, con data di termine prevista per
il 22 novembre 2021.
Nell'articolo scientifico) «La promessa dei
vaccini mRNA: una prospettiva biotecnologica e industriale» di recente
pubblicazione, indirizzato alle industrie biotecnologiche e farmaceutiche,
scritto da un autore che era un dipendente e azionista di Sanofi Pasteur al
momento della stesura del documento e che ha cambiato occupazione spostandosi
in Cepi durante la revisione del documento, in collaborazione con altri autori
dipendenti e azionisti di Sanofi Pasteur, si passa in rassegna lo stato
dell'arte della prevenzione delle malattie infettive utilizzando mRNA. In
questo studio viene posta alla comunità scientifica industriale una criticità
seria in merito a questa tecnologia che è la reazione avversa da produzione di
impurità oligoribonucleotidiche minori che possono provocare la produzione di
interferone di tipo I e citochine infiammatorie, cosiddetta «tempesta di
citochine». La «tempesta di citochine» è una delle complicazioni più pericolose
causata dal Sars CoV-2.
Lo studio ha evidenziato che da un punto di vista
normativo e di controllo, per questi tipi di vaccini mancano le linee guida
specifiche per lo sviluppo clinico e i seguenti principi generali, come
indicato nei documenti di orientamento generali, che sono generalmente
sufficienti solo per facilitare l'ingresso di vaccini candidati negli studi
clinici in fase iniziale e che restano anche da approfondire i dati provenienti
da studi clinici su questa tecnologia, in particolare sulla reattogenicità
sistemica locale e autolimitante e sulla somministrazione ripetuta dose di richiamo
e di più vaccini ad mRNA.
Secondo la letteratura medica e scientifica i vaccini
a mRNA costituiscono terapia genica. Così come evidenziato dalla Treccani, la
terapia genica «comprende geni o frammenti di DNA o RNA con funzioni di
regolazione dell'attività cellulare o di modulazione del sistema immunitario».
A rigor di logica, dunque, i vaccini a mRNA rientrano
nelle norme dell'Unione europea per nuovi medicinali a base di geni di cellule,
e non nel recente regolamento 2020/1043 sui vaccini (Ogm) per il Sars Cov-2;
tale contesto normativo prevede che, una volta ottenuta l'autorizzazione da Ema
per il farmaco, il prodotto è considerato sicuro per l'uso umano in tutta
Europa.
Qualora in caso di urgenza venisse scelto il
vaccino mRNA-1273, quali iniziative verranno messe in campo concretamente per
l'abbattimento del grave rischio?
Il GRAd-COV2 è un vaccino ad Adenovirus si
differenzia da quello di Oxford, perché usa un ceppo di adenovirus chiamato
GRAd23, un vettore virale geneticamente modificato, adiuvato con MVA, che ha un
comportamento simile al vettore Ad5, vettore usato nel vaccino cinese CanSino
Biologics Ad5-nCoV.
Tale farmaco rappresenta una terapia genetica,
come confermato anche dalla rassegna stampa del Cnr del 5 maggio 2020, nel
quale viene dichiarato in relazione al GRAd-CV02, che: «i vaccini genetici non
utilizzano un microorganismo inattivo o parte di esso ma il gene che codifica
per l'antigene del microrganismo che si vuole neutralizzare. [...] In questo
caso verrà utilizzato il gene che codifica per la proteina spike che permette
l'ingresso del virus nelle cellule. Questo gene, una volta entrato nelle
cellule dell'organismo, induce la produzione della proteina che a sua volta
stimola la risposta immunitaria contro il coronavirus».
L’azienda produttrice è la ReiThera srl, di
proprietà dal 2013 della Glaxosmithkline. Per la progettazione, lo studio e la
commercializzazione del primo lotto di produzione, del GRAd-COV2, la regione
Lazio, il ministero dell'istruzione e della ricerca e il Cnr, hanno finanziato
l'istituto Spallanzani di Roma e la ReiThera srl, per 8 milioni di euro.
Di recente, addirittura l'Aifa ha autorizzato la
sperimentazione di fase I del vaccino. Lo studio prevede l'arruolamento di 90
volontari sani in due coorti sequenziali. Lo studio di Fase 1, che è già stato
valutato positivamente dall'Istituto superiore di sanità, e del Comitato etico
dell'Istituto nazionale di malattie infettive Spallanzani, ha lo scopo di
valutare la sicurezza e l'immunogenicità del vaccino. La coorte di studio degli
adulti arruolerà 45 soggetti sani di età compresa tra 18 e 55 anni. La coorte
di studio degli anziani arruolerà 45 soggetti sani di età compresa tra 65 e 85
anni. Entrambe le coorti sono definite per avere tre bracci di trattamento a
tre dosi crescenti composti da 15 partecipanti ciascuno, per un totale di 6
gruppi.
Riferimenti:
Gianni Lannes, VACCINI DOMINIO ASSOLUTO, Nexus edizioni, Battaglia Terme, 2017.
Gianni Lannes, VACCINI DOMINIO ASSOLUTO, Nexus edizioni, Battaglia Terme, 2018.
https://sulatestagiannilannes.blogspot.com/2020/08/virus-totalitario.html
https://sulatestagiannilannes.blogspot.com/2020/08/virus-totalitario.html
https://sulatestagiannilannes.blogspot.com/search?q=vaccini
https://sulatestagiannilannes.blogspot.com/search?q=coronavirus