3.2.17

ENI: I RIFIUTI NASCOSTI



di Gianni Lannes

Cosa è stato occultato sotto terra nella zona “chiusa dei santi”? Quali e quanti veleni industriali l’Eni ha scaricato di nascosto in due sottostanti cavità carsiche prossime alla città costiera di Manfredonia, mai esplorate dalle autorità?


Nel 1989 una relazione di una commissione del ministero dell’Ambiente ha attestato che:

«Nel secondo semestre del 1969 nei 30 ettari ceduti dall’Anic all’Enel, durante i lavori di sbancamento per le opere di fondazione della Centrale Elettrica Gargano, furono scoperte due cavità carsiche di notevoli dimensioni».

Nel 1998, grazie alla legge 426 Manfredonia rientra nel Sin. Nel 2000 il ministero dell’Ambiente ha perimetrato l’area da bonificare, ma a tutt’oggi, nonostante l’enorme quantità di denaro pubblico elargita alla Syndial (ossia all’Eni) il risanamento è a zero.

Nel sottosuolo di Macchia nell’agro di Monte Sant’Angelo e nel limitrofo territorio di Manfredonia la famigerata multinazionale - imposta grazie al volere clientelare dell’onorevole Vincenzo Russo della democrazia cristiana, e all’arrendevolezza dei sindacati - sono stati occultati giganteschi quantitativi di scorie pericolose, come ad esempio il mercurio, nonché veleni industriali di ogni genere. 



Non a caso in una relazione tecnica dell’Enichem Agricoltura (datata 30 ottobre 1998), addirittura di parte, l’ingegner Franco P. Foraboschi, ammette senza equivoci:

«I risultati delle analisi dei terreni, riportati nella tab. 15 (all.1), indicano che nell’isola 12 dello stabilimento si riscontra il superamento del limite per il mercurio in quasi tutti i campioni…».



Nel 2008, l’Ispra ha rilevato proprio il mercurio nei sedimenti marini della zona di mare prospiciente l’ex petrolchimico, dove giace il cosiddetto “porti alti fondali”. Sempre in loco, in violazione palese delle distanze di sicurezza stabilite dal codice della navigazione e grazie all’omertà evidente della Guardia costiera in concorso criminoso con l'amministrazione municipale, è sorta anni fa un’attività economica di maricoltura finanziata con denaro pubblico, addirittura all’interno degli 8,5 chilometri quadrati di area marina inquinata (Gazzetta Ufficiale del 26 febbraio 2000).

La predetta relazione del ministero dell’Ambiente giunta all’Amministrazione comunale di Manfredonia il 28 luglio 1989 è rimasta sepolta in un cassetto. Essa attesta, peraltro, che il territorio su cui ricadrebbe il progetto speculativo dell’Energas/Kuwait Petroleum, è solcato da una pericolosa faglia sismica attiva.

riferimenti:


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