di Gianni Lannes
Cosa è stato occultato sotto terra nella zona “chiusa
dei santi”? Quali e quanti veleni industriali l’Eni ha scaricato di nascosto in
due sottostanti cavità carsiche prossime alla città costiera di Manfredonia, mai esplorate dalle autorità?
Nel 1989 una relazione di una commissione del
ministero dell’Ambiente ha attestato che:
«Nel
secondo semestre del 1969 nei 30 ettari ceduti dall’Anic all’Enel, durante i
lavori di sbancamento per le opere di fondazione della Centrale Elettrica
Gargano, furono scoperte due cavità carsiche di notevoli dimensioni».
Nel 1998, grazie alla legge 426 Manfredonia
rientra nel Sin. Nel 2000 il ministero dell’Ambiente ha perimetrato l’area da
bonificare, ma a tutt’oggi, nonostante l’enorme quantità di denaro pubblico elargita
alla Syndial (ossia all’Eni) il risanamento è a zero.
Nel sottosuolo di Macchia nell’agro di Monte Sant’Angelo
e nel limitrofo territorio di Manfredonia la famigerata multinazionale - imposta
grazie al volere clientelare dell’onorevole Vincenzo Russo della democrazia
cristiana, e all’arrendevolezza dei
sindacati - sono stati occultati giganteschi quantitativi di scorie pericolose,
come ad esempio il mercurio, nonché veleni industriali di ogni genere.
Non a caso in una relazione tecnica dell’Enichem Agricoltura (datata 30 ottobre 1998), addirittura di parte, l’ingegner Franco P. Foraboschi, ammette senza equivoci:
Non a caso in una relazione tecnica dell’Enichem Agricoltura (datata 30 ottobre 1998), addirittura di parte, l’ingegner Franco P. Foraboschi, ammette senza equivoci:
«I
risultati delle analisi dei terreni, riportati nella tab. 15 (all.1), indicano
che nell’isola 12 dello stabilimento si riscontra il superamento del limite per
il mercurio in quasi tutti i campioni…».
Nel 2008, l’Ispra
ha rilevato proprio il mercurio nei sedimenti marini della zona di mare prospiciente
l’ex petrolchimico, dove giace il cosiddetto “porti alti fondali”. Sempre in
loco, in violazione palese delle distanze di sicurezza stabilite dal codice
della navigazione e grazie all’omertà evidente della Guardia costiera in concorso criminoso con l'amministrazione municipale, è sorta
anni fa un’attività economica di maricoltura finanziata con denaro pubblico,
addirittura all’interno degli 8,5 chilometri quadrati di area marina inquinata
(Gazzetta Ufficiale del 26 febbraio 2000).
La predetta relazione del ministero dell’Ambiente giunta
all’Amministrazione comunale di Manfredonia il 28 luglio 1989 è rimasta sepolta
in un cassetto. Essa attesta, peraltro, che il territorio su cui ricadrebbe il
progetto speculativo dell’Energas/Kuwait Petroleum, è solcato da una pericolosa
faglia sismica attiva.
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