di Gianni Lannes
Un miliardo di persone nel sud soffrono la fame,
ma altrettante sono obese o in sovrappeso nel nord.
Secondo stime ufficiali della FAO, ovvero dell’ONU,
ben “3,1 milioni di bambini sotto i 5 anni muoiono ogni anno di fame”.
Non è possibile che ci sia la fame, perché il pianeta Terra è in grado di produrre abbastanza cibo per tutti. Ci sono circa 4
miliardi di ettari di superficie coltivabile. L’attuale produzione agricola potrebbe
sfamare ben 12 miliardi di esseri umani.
Il vero problema è l’accesso al cibo. In effetti
siamo prigionieri di strutture economiche (multinazionali, corporation, banche che controllano i governi)
che causano proprio la fame per ragioni meramente speculative.
La crisi in corso non è solo una questione
economica, ma soprattutto etica ed al contempo ecologica. Il sistema di
sfruttamento continua sempre più, perché ciò che domina sono le dinamiche di un’economia e di una finanza carenti di valori morali. Quello che comanda oggi è
soltanto il dio denaro, sulla base del dominio di pochi individui su tanti.
Donne, bambini, vecchi vengono
sacrificati agli idoli del profitto e del consumo. Ma il compito di custodire la vita e la terra deve
essere affidato agli umani, non al denaro.
Se in numerose parti del mondo ci sono bimbi che
non hanno da mangiare, quella non è paradossalmente, una notizia, ma è un fatto
marginale per i mass media telecomandati dal sistema di dominio.
Non può essere così. Eppure questi fatti atroci
entrano nella normalità: tante persone che muoiono di freddo e non hanno un tetto,
non fa notizia. Al contrario, un abbassamento di 10 punti nelle borse costituisce
una tragedia per chi stabilisce l’agenda del mondo intero. Un essere umano che
muore di stenti non fa notizia. In tal modo le persone vengono scartate come
se fossero rifiuti viventi. Questa idea dello scarto tende a diventare
mentalità corrente, che contagia tutti o quasi.
La vita umana non è più sentita dalla società e
dalle sue istituzioni come un valore primario da rispettare e tutelare, specie
se è povera in soldoni e magari disabile, se non serve ancora - come il
nascituro - o non serve più, come l’anziano. Proprio questa mentalità contorta ci ha
reso insensibili alla vita.
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