di Gianni Lannes
Torniamo a sfiorare questioni cruciali in materia
finanziaria, mentre gli italiani vengono drogati con la tv spazzatura, il calcio nonchè il patologico gioco d'azzardo, propinati a profusione dal governo dell'ineletto Renzi telecomandato dall'estero. Altro che la carta straccia dell’euro propinata con il signoraggio
della BCE, a cui l’Italia il 5 gennaio 1999, non si sa a quale titolo ha
conferito ben 141 tonnellate di oro. Per la Banca ex d’Italia «Le riserve auree
italiane rappresentano la terza riserva aurea al mondo, dopo quella degli Stati
Uniti e della Germania, la quarta se si considera anche la dotazione del FMI».
I dati ufficiali parlano chiaro: «La riserva è costituita da 2.452 tonnellate. Alla fine del 2013 il valore complessivo delle riserve auree era di quasi 69 miliardi di euro a prezzi correnti (871,22 euro per oncia di oro fino)». Ma dove sono effettivamente depositate le riserve auree dell’Italia, che per legge, appartengono non all’ex Banca d’Italia, bensì al “popolo sovrano”?
Sempre secondo l'ex Banca d’Italia «Sono custodite
per circa la metà della loro consistenza presso le “sacristie” della Banca
d’Italia in Roma. Il resto delle riserve è depositato all’estero: la parte più
consistente è custodita a New York presso la Federal Reserve. Altri contingenti
di dimensioni più contenute si trovano a Berna, presso la Banca Nazionale
Svizzera, e a Londra presso la Banca d’Inghilterra».
La nostra riserva aurea è depositata in gran parte
a New York, invece che a Roma. Perché? La verità è disarmante, ma è preferibile
che la gente non sappia: l’Italia non ha alcuna sovranità; oltretutto il trattato
di Lisbona (entrato in vigore nel 2009), firmato da Prodi e D’Alema nel 2007,
senza alcun mandato parlamentare, ha stracciato in punta di diritto la
Costituzione repubblicana italiana.
Nella sua dettagliata relazione l'ex Banca d’Italia
rivela che 1.194,40 tonnellate (pari a quasi la metà) sono stivate nei caveaux della
sede di Palazzo Koch, in Via Nazionale a Roma. La restante parte è
immagazzinata presso i depositi della Federal Reserve di New York. Il rapporto afferma che, in parti più
modeste, l’oro italiano è conservato presso la Banca d’Inghilterra a Londra e
presso la Banca Nazionale Svizzera a Berna.
Ufficialmente, o meglio solo nominalmente, presso
la Sede dell'ex Banca d’Italia, che ormai appartiene a banche private per gentile
concessione della, casta di politicanti italidioti, le riserve custodite sono
sotto forma di monete per 4,1 tonnellate (871.713 pezzi – cosiddetto “oro
monetato”) mentre le altre parti sono in forma di lingotti.
I lingotti sono 95.493 per un peso complessivo di
circa 1.195,3 tonnellate. Una parte di questi sono detenuti per conto della BCE
perché rappresentano una componente delle riserve valutarie conferite ai sensi
dell’articolo 30 dello Statuto del SEBC (Sistema Europeo Banche Centrali)/BCE.
Nel documento dell'ex Banca d’Italia non sono
specificate le quantità esatte di oro depositato a New York, Londra e Berna. E’
probabile che a Roma, non ci sia più nulla. 522 tonnellate di questo oro
italiano che fu accantonato presso la Federal Reserve di New York nel settembre
del 1974 furono utilizzate come garanzia aurea per il prestito della Bundesbank
all’ Italia durante il primo prestito d’oro all’Italia tra il 1974 e il 1976.
Questa garanzia è salita a 543 tonnellate tra il 1976 e il 1978. Ad onor di cronaca, la Germania non ha mai risarcito l'Italia per oi danni di guerra e per le stragi di civili. Il documento
sostiene che revisori esterni controllano le riserve auree di Palazzo Koch,
annualmente, in concomitanza con altre tipologie di carattere monetari e
finanziario. Questi revisori esterni, però, non hanno la facoltà di esaminare
le riserve auree fisiche italiane detenute presso paesi stranieri. Queste
riserve sono “controllate” tramite rapporti (attestazioni) rilasciati in forma
di documenti ufficiali, ogni anno, dalle Banche Centrali che detengono il
nostro oro. In buona sostanza le nostre riserve auree all’estero non sarebbero
oggetto di revisione contabile “fisica” da parte di propri rappresentanti designati.
In Germania i mass-media hanno avuto un ruolo
fondamentale nel pressare la Bundesbank per richiedere il rimpatrio del proprio
oro dalla FED a Francoforte. In Italia l’opinione
pubblica riuscirà a sensibilizzarsi su questa questione e premere le autorità sempre più telecomandate dall'estero, per
un rimpatrio su suolo italiano, del nostro oro? Toc toc: la cosiddetta opposizione è forse in villeggiatura a spese dell'ignaro contribuente?
riferimenti:
No. Non torneremo mai più in possesso del nostro oro in America, chi mai avrà il coraggio di fare una simile richiesta?
RispondiEliminaNon ho capito il motivo per cui l'oro è ststo depositato all'estero e non alla Banca d'Itala!
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