di Gianni Lannes
Fatta la legge trovato l’inganno. Una vergognosa
soluzione all’italiana. Tanto chi se ne accorge in un Belpaese privo di sovranità,
si saranno detti i soliti criminali impuniti in divisa e doppiopetto
istituzionale che hanno occupato i gangli vitali della nazione. Infatti, il
Dpcm 8 luglio 2003 emanato dal massone deviato di lungo corso Silvio Berlusconi, all’articolo 1 comma 3 recita
testualmente:
«I
limiti e le modalità di applicazione del presente decreto, per gli impianti
radar e per gli impianti che per la loro tipologia di funzionamento determinano
esposizioni pulsate, sono stabilite con successivo decreto del Presidente del
Consiglio dei Ministri, ai sensi dell'art. 4, comma 2, lettera a), della legge
22 febbraio 2001, n. 36».
Sono trascorsi quasi 11 anni da allora, ma il
decreto a cui si rimandava non si è ancora visto, e pertanto i radar, in
particolare, quelli militari, vale a dire le sorgenti di elettrosmog più pericolose
non sono ancora soggette ad alcuna limitazione e controllo. E così proliferano
sempre più, a danno della salute pubblica, deturpando le aree di territorio
nazionale protette da vincoli ambientali, storici, archeologici. Basta dare un’occhiata
panoramica, agli ulteriori impianti addirittura potenziati, in particolare alle
seguenti regioni: Sicilia, Sardegna, Puglia.
Eppure, la legge quadro - numero 36 del 22 febbraio 2001,
all’articolo 2, comma 1 ha inequivocabilmente stabilito:
«La
presente legge ha per oggetto gli impianti, i sistemi e le apparecchiature per
usi civili, militari e delle forze di polizia, che possano comportare
l'esposizione dei lavoratori, delle lavoratrici e della popolazione a campi
elettrici, magnetici ed elettromagnetici con frequenze comprese tra 0 Hz e 300
GHz. In particolare, la presente legge si applica agli elettrodotti ed agli
impianti radioelettrici compresi gli impianti per telefonia mobile, i radar e
gli impianti per radiodiffusione».
«1.
La presente legge ha lo scopo di dettare i principi fondamentali diretti a:
a)
assicurare la tutela della salute dei lavoratori, delle lavoratrici e della
popolazione dagli effetti dell'esposizione a determinati livelli di campi
elettrici, magnetici ed elettromagnetici ai sensi e nel rispetto dell'articolo
32 della Costituzione;
b)
promuovere la ricerca scientifica per la valutazione degli effetti a lungo
termine e attivare misure di cautela da adottare in applicazione del principio
di precauzione di cui all'articolo 174, paragrafo 2, del trattato istitutivo
dell'Unione Europea;
c)
assicurare la tutela dell'ambiente e del paesaggio e promuovere l'innovazione
tecnologica e le azioni di risanamento volte a minimizzare l'intensita' e gli
effetti dei campi elettrici, magnetici ed elettromagnetici secondo le migliori
tecnologie disponibili».
Esattamente il contrario della situazione in atto,
sotto gli occhi dell’inerme ed ignara popolazione sovrana sulla carta. L’articolo
32 della Costituzione, tuttavia, non è acqua fresca. Solo che il capo dello
Stato sia pure pro tempore (Giorgio Napolitano), capo anche delle forze Armate,
sull’argomento è silente, forse perché illegittimo (in quanto nominato da onorevoli
eletti con la legge incostituzionale 270/2005).
Nello Stivale i radar si stanno moltiplicando: decine di
nuovi impianti - almeno una trentina, a parte quelli attualmente segreti degli “alleati”
- per controllare i mari, più quattordici radar militari nuovi di zecca per
controllare i cieli. Senza alcun riguardo per la salute della collettività e la
fragilità degli ecosistemi naturali. Solo
in Sardegna, è prevista l’installazione di ben 15 radar, dei quali quattro già
in costruzione (Sant’Antioco, Fluminimaggiore, Tresnuraghes, Argentiera).
Ecco un dispositivo di guerra impiantato illegalmente da uno Stato straniero nella nostra patria.
Sul sito dell'ambasciata degli Stati Uniti d'America in Italia, si legge che il Muos è uno strumento di guerra:
“14 febbraio 2013 -- Il MUOS è il programma di comunicazione satellitare a banda stretta di nuova generazione del Dipartimento della Difesa creato per sostenere le operazioni militari USA e NATO in tutto il mondo”.
Sul sito dell'ambasciata degli Stati Uniti d'America in Italia, si legge che il Muos è uno strumento di guerra:
“14 febbraio 2013 -- Il MUOS è il programma di comunicazione satellitare a banda stretta di nuova generazione del Dipartimento della Difesa creato per sostenere le operazioni militari USA e NATO in tutto il mondo”.
Il MUOS (Mobile User Objective System) a Niscemi, targato United
States of America, ad esempio, è la
summa dell’illegalità. In questo caso sono evidenti
i pericoli per la salute nonché i danni ambientali. Ecco gli elementi chiave della stazione terrestre del sistema MUOS che la Marina Militare degli Stati Uniti d'America ha realizzato illegalmente in Sicilia. Il terminale terrestre di Niscemi è un'infrastruttura bellica militari che assicurera il funzionamento dell’ultima generazione della rete satellitare che collegherà tra loro i Centri di comando e controllo delle forze armate di Washington, i centri logistici e gli oltre 18 mila terminali militari radio esistenti, i gruppi operativi in combattimento, i missili Cruise e i Global Hawk (UAV-velivoli senza pilota), eccetera. «Il sistema di telecomunicazione MUOS fornirà in tempo reale le comunicazioni via satellite a tutti i settori delle forze armate operanti a livello mondiale», affermano i militari USA. «Il MUOS permetterà ai mezzi di guerra di comunicare con i comandi e i centri di controllo ovunque essi si trovino. I lanci dei satelliti saranno eseguiti entro il 2010 e il sistema MUOS sarà online nel 2011». L’impianto di Niscemi trasmetterà in VHF-UHF (Very High Frequency ed Ultra High Frequency), con frequenze che raggiungeranno valori compresi tra i 244 e i 380 MHz. Le onde radio VHF-UHF attraversano la ionosfera senza venire riflesse e per questo vengono usate per le trasmissioni extraspaziali con i satelliti artificiali. Esse sono pure usate per le trasmissioni terrestri oltre l’orizzonte utilizzando le irregolarità della troposfera (la parte bassa dell’atmosfera). Queste irregolarità riflettono le onde in tutte le direzioni, consentendo ai segnali di disperdersi su vaste aree geografiche. Il sistema MUOS consentirà di propagare universalmente gli ordini di guerra, convenzionale e/o chimica, batteriologica e nucleare. E finanche quelli per scatenare la guerra al clima e all’ambiente. Il sistema MUOS è interfacciato anche ad “HAARP - High Frequency Active Auroral Research Program”, il supersegreto “Programma di Ricerca Attiva Aurorale con Alta Frequenza” che dal 1994 l’US Air Force e la US Navy portano avanti dalla base di Gakona (Alaska), e cpon altre stazioni fisse e mobili (terraferma e in mare).
Abm Sbx Radar (HAARP mobile) fonte: U.S. Navy |
Sorpresa: ecco una delegazione di onorevoli grillini
in gita premio dai criminali yankee che hanno invaso Niscemi (di cui avevo già parlato
tempo fa).
Un radar per individuare un target - ovvero un bersaglio mobile (un missile, un aereo, una nave) - nel suo “campo visivo”, deve emettere nell’ambiente un segnale elettromagnetico impulsivo ad elevata potenza. Il radar riesce a individuare e a localizzare con precisione degli oggetti, fissi o in movimento, grazie al segnale di ritorno, come un eco riflesso, generato dal corpo investito dal fascio elettromagnetico, segnale che torna verso la sorgente emittente, e viene rilevato attraverso un sistema ricevente dotato di una grande antenna rotante.
L’applicazione più nota del radar è il monitoraggio
dei cieli, ad esempio per il tempestivo riconoscimento di un attacco
missilistico, e del traffico aereo; molto diffusi sono anche i radar
meteorologici, che consentono di controllare i corpi nuvolosi e le
precipitazioni; radar sono utilizzati per misurare la velocità degli
autoveicoli o per la navigazione notturna e nella nebbia; un’applicazione meno
nota del radar è la sua capacità di “mappare il territorio” nei sistemi di
osservazione della terra da aereo o da satellite (come i satelliti radar
europei della serie ERS o quelli italo-francesi CosmoSkyMed). Nel caso dei
radar della Capitaneria di porto e Guardia di finanza, un'pplicazione in voga è
il controllo dei migranti. Secondo
l’Aeronautica militare, i quattordici nuovi radar di sua competenza sono
necessari sia per l’aggiornamento tecnologico e l’adeguamento agli standard NATO,
sia per liberare le frequenze che devono essere concesse al nuovo sistema WiMAX. Tuttavia i dubbi si addensano
sempre più. I dodici nuovi radar militari, Fixed
Air Defence Radar (FADR) del tipo RAT31-DL (più due mobili) sono stati
ordinati alla Selex Sistemi Integrati, società del gruppo Finmeccanica, e
proprio questa commessa ha innescato con un sincronism o ad orologeria, una bufera giudiziaria.
La questione dell’inquinamento elettromagnetico, sospinta
all’attenzione delle autorità dall’azione di numerosi cittadini in comitati di
protesta, va considerata con estrema attenzione, ma invece è elusa e spesso minacciata dai
tutori della legge. Se è vero che le antenne dei radar sono direzionali,
è pur vero che le potenze in gioco nei radar sono molto elevate. Ciò è dovuto
all’intrinseca debolezza del segnale di ritorno: se si richiede alta precisione, come nei sistemi 3D a lungo raggio, necessitano potenze
decisamente elevate: i RAT31-DL hanno una portata sino a 500 chilometri di distanza per
30 chilometri in altezza, una potenza media irradiante di 2,5 kW e una potenza di picco dell’impulso pari a 84
kW. Radar di generazione precedente usavano potenze di picco anche dell’ordine
del Megawatt. Si tratta di livelli anche migliaia di volte superiori alle
potenze emesse dagli impianti di telecomunicazioni satellitari. In sostanza, una parte non irrilevante della
potenza irradiata dal radar può distribuirsi nell’ambiente circostante,
mettendo a rischio gli esseri viventi che si trovano o vivono nei paraggi.
L’esposizione a livelli elevati di onde
elettromagnetiche provoca danni alla salute: è un fatto ormai acclarato da una
molteplicità di studi epidemiologici. Inoltre, a maggio del 2011, perfino l’Organizzazione
Mondiale della Sanità, lo ha confermato.
In definitiva, in Italia i limiti di inquinamento
specifici non sono mai stati definiti per i radar. In base al principio di
precauzione e alla Convenzione europea di Aarhus del 1998, ratificata in Italia dalla
legge statale 108/2001, è opportuno che i radar siano installati assai lontano
dagli agglomerati urbani e con il consenso obbligatorio delle popolazioni. Ciò non è mai
avvenuto. Secondo la legge 36/2001, anche i radar dovrebbero essere
assoggettati a procedura di VIA (valutazione di impatto ambientale). Ma
l’ambito militare è escluso, e siccome gran parte dei radar sono installati
presso siti militari, le amministrazioni procedono senza rendere conto a
nessuno.
Il caso di Siracusa
«Sul promontorio del Plemmirio, l’Amministrazione
Militare della Guardia di Finanza ha provveduto a fare installare un Radar
girevole. Gli Enti preposti hanno consentito l’installazione di un traliccio di
oltre 36 metri per un radar ad alta frequenza il cui raggio d’azione, con un
movimento a 360 gradi, interesserà tutto il territorio della Penisola
Maddalena, di Ortigia, di Fanusa, di Arenella e di Ognina. Mancando uno studio
sull'impatto elettromagnetico del radar in progetto che possa fornire le
indispensabili garanzie necessarie per la salvaguardia della salute umana dai
possibili effetti prodotti dalle onde elettromagnetiche emesse: chiediamo
l’immediata SOSPENSIONE DEI LAVORI fino a che saranno chiarite tutte le dovute
prescrizioni del caso e affinché, come previsto dalla legge, si possa avviare
una reale fase di concertazione con la popolazione interessata, fino ad oggi
mai interpellata».
Così recita l’appello dell’associazione dei residenti
e amici del Plemmirio, rivolto al Ministro dell'Ambiente, al Prefetto, al
Sindaco, al Presidente della Provincia, al Presidente dell’Area Marina Protetta
del Plemmirio. L’informativa risale al 7
febbraio 2011, e l’area a cui si fa riferimento è il famoso promontorio di
interesse archeologico e ambientale sulle coste siracusane. Ai primi di gennaio
di 3 anni fa, gli abitanti notano dei lavori avviati e conclusi molto in
fretta. Sorge dalla notte alla mattina un traliccio di 36 metri in un’area
protetta da stretti limiti contro l’abusivismo edilizio e sito di attività
turistiche e di un’area marina protetta. L’allarme popolare sale di tono,
quando alle richieste dell’associazione le autorità preposte non danno risposta,
sebbene nel giro di pochi giorni (tra il 13 e il 2q1 gennaio 2011) Comune, Soprintendenza,
Prefettura, ARPA e Genio Civile abbiano fornito le autorizzazioni necessarie
all’installazione del radar il cui raggio di azione coprirà buona parte della
stessa città di Siracusa.
non capisco bene l'intervento polemico contro il m5s, saranno andati li a vedere un po' la situazione e a parlare con le autorità, mi pare siano fors gli unici come partito politico in italia ad appoggiare apertamente il movimento NOMUOS .. bhu vabè
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