di Gianni Lannes
Appalti nucleari illegali. Nell'ambito dell'esercizio dei propri poteri di vigilanza, l'Autorità nazionale anticorruzione (Anac), in seguito alla consultazione della banca dati nazionale dei contratti pubblici (Bdncp), ha chiesto dettagliate informazioni alla Sogin, ossia alla società in perenne ritardo, responsabile dello smantellamento degli impianti nucleari italiani e della gestione e messa in sicurezza dei rifiuti radioattivi in merito ad alcune procedure di affidamento di appalti.
Dall'esame di quanto pervenuto all'Autorità sono emerse
irregolarità e criticità negli affidamenti di otto appalti, per un
valore complessivo di otto milioni e quattrocentomila euro, in
relazione alle quali, con nota del 24 giugno 2022, è stato
comunicato l'avvio di un procedimento di vigilanza. Insomma, la Sogin è un buco nero che da decenni sperpera impunemente denaro pubblico.
Con la delibera numero 62 del 2023 dell'11 gennaio 2023, Anac ha chiuso il procedimento di vigilanza nei confronti della società, contestando inadempienze e violazioni del codice dei contratti pubblici, di cui al decreto legislativo 18 aprile 2016, numero 50.
La società in questione, infatti, pur disponendo di una disciplina speciale per quanto riguarda le procedure connesse allo smantellamento delle centrali elettronucleari dismesse è, in ogni caso, soggetta alla disciplina del codice degli appalti, in quanto quando dispone in materia di affidamenti pubblici, è da considerarsi comunque organismo di diritto pubblico; essa, pertanto, aveva l'obbligo di distinguere gli appalti e gli affidamenti non rientranti nelle procedure strumentali, bensì rientranti settori ordinari, ma tale distinzione non è avvenuta.
Innumerevoli sono state le violazioni rilevate da Anac: il servizio di autonoleggio a lungo termine senza conducente (due aggiudicazioni, una di 500.000 euro, è l'altra di 2.400.360 euro), nell'ambito del quale sono state disposte proroghe illegittime, addirittura successive all'originaria scadenza contrattuale, senza eseguire verifiche di conformità del servizio reso e senza rispettare il codice degli appalti; i servizi per il coinvolgimento degli stakeholder e per la comunicazione (contratti per 1 milione e mezzo e per 860.290 euro), con illegittimità di proroghe contrattuali, senza verifiche di conformità e con documentazione del tutto insufficiente; i servizi per la comunicazione online nell'ambito dei processi di localizzazione del parco (346.407 euro il valore del contratto), nell'ambito dei quali non sono stati rispettati gli obblighi di pubblicazione né le procedure del bando di gara, come pure sono state effettuate proroghe contrattuali fuori dalla normativa vigente.
Anac, inoltre, ha contestato alla società anche anticipate esecuzioni del contratto, prima che lo stesso diventasse efficace, o contratti stipulati «in sanatoria», due anni dopo il momento dell'esecuzione della prestazione, come per esempio avvenuto per i servizi di ingegneria per l'elaborazione del progetto del deposito di bassa e media attività, e quello temporaneo di alta attività (317.600 euro), nonché la somministrazione di lavoro a tempo determinato, senza alcun riferimento alla normativa esistente in Italia e infine, l'affidamento dei servizi di gestione dei siti internet (581.624 euro), avvenuto senza il rispetto dei requisiti di legge.
Tra i rilievi e criticità sollevate da Anac anche la scomparsa di documenti, non rinvenibili né in formato elettronico, né allegati ai contratti stipulati con tre diversi aggiudicatari, come pure la mancanza di documentazione delle offerte tecniche presentate in gara dai concorrenti quando sono state effettuate le gare.
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