27.1.24

GENOCIDIO PALESTINESE: NESSUNO PUO' GIRARSI DALL'ALTRA PARTE!

 

 

di Gianni Lannes

Nulla giustifica la pulizia etnica, la strage di esseri umani, lo sterminio di persone, il genocidio di qualsiasi popolo. Dopo la pronuncia della Corte di Giustizia dell'Aja (26 gennaio 2024), nessuno può più girarsi dall’altra parte. È arrivata a un passo dall’ordinare esplicitamente la cessazione delle ostilità. Praticamente lo ha parafrasato, quell’ordine: sotto traccia è presente, sottinteso. 

La decisione della Corte internazionale di giustizia è “storica” e si rivela un brutto colpo per Israele, che difficilmente potrà sorvolare su quanto deciso, come ha fatto altre volte calpestando il diritto internazionale. E l’ordinanza dell’Aja, se tecnicamente riguarda solo lo Stato ebraico e il Sudafrica che lo accusa, pone sull'attenti anche gli Stati terzi parte della Convenzione sul genocidio, poiché dichiara “plausibile” il rischio genocidario nel territorio di Gaza. E l’obbligo di evitarlo riguarda tutti i contraenti. Inclusa l’Italia e, soprattutto, compresi i Paesi che a Israele forniscono continuamente armi, come ad esempio Washington, Berlino e Londra.


“Smettere di uccidere”, non ancora uno stop alla guerra. Tra le righe, l’ordine di una cessazione delle attività militari c’è. Sia perché tutte le altre misure cautelari richieste dal Sudafrica sono state ordinate, sia perché nei punti che specificano come si debba evitare il genocidio si parla di ‘non uccidere’, tra le altre cose. Sotto traccia, si può leggere che la direzione in cui si deve andare è proprio quella di una cessazione delle attività militari. Anche se l’ordine non è esplicito. È estremamente significativo che si sia accertata la plausibilità del genocidio. C'è un rischio genocidario. E il rischio è imminente, è stato detto. Citando le cifre dei civili uccisi e gli spostamenti forzati della popolazione. La controversia è sul genocidio. Non sulla guerra.

Il macellaio Netanyahu ha subito commentato dicendo che la Corte ha riconosciuto il diritto di Israele all’autodifesa. Non è proprio così. Non si è espressa in merito. Anzi, ha chiesto a Israele un rapporto tra un mese, su come stia prevenendo il genocidio applicando le misure ordinate. Poi, il governo israeliano può rigirare il discorso. Può dire che siccome sull’ordinanza non c’è scritto di cessare le operazioni militari, allora queste sono legittime. Ma non è assolutamente così. La Corte non lo ha detto. Ha solo chiarito che ci sono alcune cose su cui può pronunciarsi e altre che vanno al di là di questa controversia.

L'aguzzino israeliano ha anche dichiarato che la decisione della Corte di voler discutere e giudicare l’accusa di genocidio contro Israele è “una vergogna di cui ci si ricorderà per generazioni”. Questa sentenza è davvero storica e certo verrà ricordata. Ma per motivi opposti a quelli che proclama Netanyahu. È la prima volta che Israele è davvero messo davanti all’obbligo di rispettare alcuni principi del diritto internazionale. Si tratta dell’ordinanza vincolante del massimo tribunale che dirime le controverse tra Stati. E che sta dicendo a uno Stato che plausibilmente sta violando la Convenzione sul genocidio. Non è una raccomandazione dell’Assemblea generale dell’Onu o una risoluzione del Consiglio di sicurezza, che sono comunque eventi politici. Qui ha parlato la Corte internazionale di giustizia. Un segnale così forte Israele non l'ha mai ricevuto.

E che farà Israele? Netanyahu pochi giorni fa aveva detto: “Nessuno ci fermerà, né l’Aja né l’asse del male”. È incredibile che il carnefice Netanyahu abbia messo sullo stesso piano la Corte e Hamas. A parte questo, sembra proprio che il governo nazisionista voglia fare come se niente fosse successo. Ma qualcosa è successo, eccome. E avrà conseguenze. Gli Stati terzi, anche gli alleati di Israele, aumenteranno le loro pressioni per fermare la guerra. E lo Stato ebraico potrebbe finire davanti al Consiglio di sicurezza, se non ottempererà agli ordini dell’Aja.

L’ordinanza mette sugli attenti anche gli altri contraenti della Convenzione. La Corte ha rilevato che c'è una plausibilità di rischio genocidario. Quindi, almeno in teoria, devono fare pressione su Israele, perché rispetti le misure cautelari. Altrimenti potrebbero essere a loro volta accusati di complicità o di mancata prevenzione. Gli obblighi presi contro il genocidio valgono erga omnes. Tecnicamente, l'ordinanza vincola solo Israele, però è chiaro che è un messaggio indiretto anche agli altri stati della Convenzione. Se la Corte internazionale stabilisce che c’è plausibilità di un genocidio a Gaza, è forse lecito fornire armi a Israele? Soprattutto, adesso, nessuno può più girarsi dall’altra parte. Il senso dell'umanità è disarmante: il rifiuto di ogni forma di violenza da qualsiasi parte essa provenga.

 

Riferimenti:

https://www.icj-cij.org/case/192 

https://www.icj-cij.org/sites/default/files/case-related/192/192-20240126-sum-01-00-en.pdf 

https://www.youtube.com/watch?v=1niAwMbBC6g 

https://www.un.org/unispal/document/icj-southafrica-israel-genocide-29dec2023/ 

https://www.youtube.com/watch?v=s7ZJch2AdNU 

https://www.youtube.com/watch?v=GTG4C7tMHZg 

https://www.aljazeera.com/news/2024/1/24/icj-to-decide-on-emergency-measures-in-israel-gaza-genocide-case-this-week 

https://www.icj-cij.org/sites/default/files/case-related/192/192-20231228-app-01-00-en.pdf#page=72 

https://www.amnesty.org/en/latest/news/2024/01/israel-must-comply-with-key-icj-ruling-ordering-it-do-all-in-its-power-to-prevent-genocide-against-palestinians-in-gaza/ 

https://sulatestagiannilannes.blogspot.com/search?q=sudafrica

https://sulatestagiannilannes.blogspot.com/search?q=israele  

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