Lago di Varano (parco nazionale del Gargano) - foto Gilan |
di Gianni Lannes
L'Italia è uno dei paesi più belli del mondo. Vanta la maggiore concentrazione di beni culturali, le più famose città d'arte e borghi straordinari. Tutto questo patrimonio ambientale, archeologico e storico è la ricchezza del Belpaese, ma rischiamo di perderla per sempre.
Il partito del cemento armato e il sindacato dell'asfalto dilagano rischiando di sommergere tutta la bellezza dello Stivale, isole tutte comprese. La febbre del mattone coinvolge banchieri, cardinali, sindaci, deputati, senatori, militari, burocrati, funzionari dello Stato e mafiosi insospettabili. Tanti pretendono di speculare, così la bellezza comune si disintegra.
Paesaggi sfigurati e boschi disintegrati con incendi pianificati. Per dare i numeri: soltanto tra il 1990 e il 2005, proprio in Italia sono stati divorati 3,5 milioni di ettari, ossia un territorio più grande di Lazio e Abruzzo messi insieme. Troppi italiani non hanno un tetto sulla testa. Eppure esistono milioni di case vuote, non abitate. Hanno spalmato cemento in riva a mari, fiumi, laghi, torrenti e perfino montagne non risparmiando Alpi e Dolomiti (Marmolada docet).
Ci sono i soldi pubblici per l'inutile Ponte sullo Stretto di Messina, rilanciato dal governo Meloni (col sostegno di Berlusconi), ma scarseggiano i quattrini per frane e smottamenti che attanagliano l'intera Penisola. La criminalità organizzata plaude, come sempre.
Vuoti palazzi, orrendi condomini, inutili svincoli, assurde bretelle, giganteschi centri commerciali, chiese simili a bunker, cave anche in aree protette. Chi fa affari col cemento fa pagare i costi ambientali ai cittadini e lo chiamano "sviluppo".
Indignatevi e non lasciate che deturpino irrimediabilmente il bene comune più prezioso: il territorio.
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