Il governicchio del Conte bis, dopo aver messo agli arresti domiciliari la popolazione italiana, chiusa la scuola, recluso i bambini e scarcerato fior di mafoosi, ha riportato indietro le lancette della sanità pubblica all'anno 2000.
Pierluigi Marini, presidente dell’Associazione chirurghi ospedalieri italiani (Acoi) e primario al San Camillo di Roma, ha messo in guardia sui rischi che corre l’Italia dopo che il servizio sanitario è rimasto pressoché fermo per tre mesi a causa dell’emergenza coronavirus. Marini ha stimato che durante il lockdown siano saltati ben 600mila interventi chirurgici, tra i quali almeno 50mila oncologici.
Pierluigi Marini, presidente dell’Associazione chirurghi ospedalieri italiani (Acoi) e primario al San Camillo di Roma, ha messo in guardia sui rischi che corre l’Italia dopo che il servizio sanitario è rimasto pressoché fermo per tre mesi a causa dell’emergenza coronavirus. Marini ha stimato che durante il lockdown siano saltati ben 600mila interventi chirurgici, tra i quali almeno 50mila oncologici.
Il suo allarme: “Questa emergenza rischia di diventare più grave di quella del Covid. Se non facciamo ripartire tutta la sanità, le vittime potrebbero essere più di quelle provocate dal virus”.
Sono 3 milioni le persone che ora hanno
bisogno di un cardiologo, mentre sono ben 12 milioni quelle che
devono fare un esame radiologico.
Ancora Marini: “È una situazione mai
affrontata prima. Con la chiusura delle sale operatorie, con gli
ospedali, almeno all’inizio, non attrezzati a percorsi Covid o
completamente occupati dall’emergenza del virus, il nostro lavoro
si è interrotto quasi del tutto”.
Il presidente dall’Acoi ha aggiunto:
“Dobbiamo tentare il recupero, ma se anche lavorassimo il 20% più
di prima, impiegheremmo 11 mesi a raggiungere una cifra di interventi
accettabile, che colmerebbe il divario che si è creato. Non è
fattibile. Le conseguenze di questo accumulo sono spaventose“.
Marini ha anche detto: “Nel nostro
Paese abbiamo circa mille nuovi casi di cancro al giorno“.
Proprio a proposito dell’allarme
tumori e degli screening oncologici, da una ricerca del centro studi
Nomisma di Bologna è emerso che a settembre, complice anche il fatto
che in agosto l’attività rallenta fino a praticamente
interrompersi, sono previsti 4 milioni di esami di screening da fare
entro dicembre, cioè i due terzi del totale dell’anno.
Lamentele anche dai cardiologi. Ciro
Indolfi, presidente della Società italiana di cardiologia, ha
dichiarato: “Abbiamo avuto la metà di ricoveri di pazienti con
infarto miocardico rispetto all’anno scorso e, tra chi si è
ricoverato, la mortalità è triplicata. Siamo tornati indietro di 20
anni“.