4.6.20

DECADENZA DIDATTICA!



di Gianni Lannes


Bullismo di Stato a scuola. Chi sta sopra e chi giace sotto. Chi comanda e chi ubbidisce. Bambini e adolescenti trattati dalle istituzioni come oggetti, e non come soggetti a cui chiedere almeno un parere, magari un'opinione sullo sgangherato andazzo imposto dal Miur. Basta una spolverata di digitale per fregiarsi dell'eccellenza scolastica e ritenere di progredire nell'evoluzione del pensiero? La “straordinaria” didattica a distanza ha fatto luce sulla vera natura della scuola italiana. Il divario digitale è solo l’ultimo banale riflesso di una condizione strutturale: la scuola tricolore è fondamentalmente, classista e divisiva. Da una parte splendono le scuole “tradizionali” riservate ai rampolli delle future classi dirigenti; all’estremo opposto le scuole “dell’innovazione e delle competenze” che spesso smantellano i contenuti e li semplificano, impastandoli con i mirabolanti e scintillanti nastrini del digitale, per formare soggetti inabili al pensiero (critico). In mezzo, nel festival di innumerevoli assurdità governative, tante scuole pubbliche che provano a resistere al peggio, puntando su un’idea lungimirante di scuola democratica.



Per colmare il divario tecnologico, cosa ha combinato il ministero della verità assoluta? Ha stanziato 85 milioni di euroni per l’acquisto di dispositivi tecnologici. Per cercare di raggiungere un milione e seicentomila allievi ancora dispersi ai primi di aprile 2020, qual è stata la mossa strategica del Miur in cui alberga l'Azzolina (agli onori delle cronache dimenticate per aver copiato una tesi)? Stabilire l’obbligatorietà della didattica a distanza e della relativa valutazione espressa in decimi. Eppure, la didattica a distanza (assai discutibile per i contenuti) non è democratica; anzi, si moltiplicano i dubbi di costituzionalità sull’obbligatorietà di una modalità didattica somministrata anche mediante test, impiegando piattaforme di controllo elettronico invasivo addirittura dei minori, che non riesce a raggiungere la totalità di studenti.

Sotto gli effetti di questa sindrome da prestazione scaturita da un'emergenza sanitaria pianificata a tavolino dal potere economico ed amplificata dagli esecutori politici, nonché dai mass media, le scuole dirette da dirigenti iperallineati al diktat della didattica delle nuove tecnologie, hanno trasformato gli strumenti digitali in fine, perseguendo lo smantellamento della scuola della riflessione e della profondità, a profitto di meccaniche abilità atte a modificare l’alunno in un essere ubbidiente, plasmabile e prono alle istanze del mercato e delle autorità. Insomma, la scuola italiana sembra aver abdicato al suo profondo dovere costituzionale dal lontano 1997, anno della controversa riforma sull’autonomia. Il verbo fondamentale è imparare ad imparare, usando i sensi umani, per evitare l'autismo digitale.

Riferimenti:

https://sulatestagiannilannes.blogspot.com/search?q=didattica 

https://sulatestagiannilannes.blogspot.com/search?q=scuola 

https://www.youtube.com/watch?v=v51-uWDDuCw