di Luisa Piarulli*
Qualcosa non torna. Un
virus meno letale di tanti altri che la Storia ha già conosciuto, un
sacco di soldati nordamericani che, guarda un po', proprio ora devono
fare un'esercitazione, una diatriba tra gli stessi scienziati, le
testimonianze delle vittime che tolgono il fiato e via così.
Io non sono che una
cittadina che ascolta, osserva e prova a fare al meglio il proprio
lavoro. Fino ad un certo punto di questa brutta storia, sono rimasta
“fuori dalla psicosi generale”. È la paura ad impedire di vedere
e pensare altro se non “spero che non capiti a me”. Mi rendo
conto che la popolazione è proprio in questa condizione. Inoltre le
pressioni istituzionali tolgono il tempo al pensiero.
La classe docente, oggi come prima, ha un solo obiettivo: finire il programma. Questione che ho spesso denunciato, invocando che si comprendesse che la scuola è istruzione, formazione, educazione. Ma abbiamo ancora docenti convinti “istruzionisti” e pochi altri “educazionisti”. Rari quelli che sono tutte e tre le cose. La scuola ha ancora molto lavoro da svolgere. Se a questo si aggiunge la deriva tecnologizzante completamente a scapito della formazione umanistica, sarà dura.
La classe docente, oggi come prima, ha un solo obiettivo: finire il programma. Questione che ho spesso denunciato, invocando che si comprendesse che la scuola è istruzione, formazione, educazione. Ma abbiamo ancora docenti convinti “istruzionisti” e pochi altri “educazionisti”. Rari quelli che sono tutte e tre le cose. La scuola ha ancora molto lavoro da svolgere. Se a questo si aggiunge la deriva tecnologizzante completamente a scapito della formazione umanistica, sarà dura.
Vedo uno scenario futuro
preoccupante, invaso da un lessico molto speciale: competenze,
abilità, test, diagnosi. Sempre meno si parlerà di democrazia,
perché sarà tecnocrazia. Personalmente continuerò, imperterrita, a
lavorare per e sull'Educazione: è il mio strumento per fare la mia
parte in questo mondo, per educare giovani e bambini.
Comunque, dentro di me c'è
la ferma convinzione che siamo dentro un gioco politico di
macroscopiche proporzioni. Che siamo manovrati ad arte.
L'instillazione della paura è l'arma migliore per i potenti del
pianeta Terra. I mass media sono caduti completamente nella rete.
*Pedagogista, insegnante di psicologia e pedagogia nella scuola secondaria superiore a Torino, docente a contratto presso l'Università Cattolica di Milano.
https://sulatestagiannilannes.blogspot.com/2019/12/tempo-di-educare-tempo-di-esistere.html
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