di Gianni Lannes
Per aiutare la Bolivia a combattere il coronavirus, l’Italia sosterrà il governo con 21,5 milioni di euro, come riferito dal capo della cooperazione italiana in Bolivia, Angelo Benincasa, nonché dall'autorevole giornale El Mundo.
«L’Italia è dalla parte dei boliviani, questo aiuto è a favore della salute pubblica boliviana, infatti sarà destinato in gran parte ad affrontare il problema del coronavirus” ha detto Benincasa. L’annuncio di questo aiuto è arrivato dopo che il diplomatico e gli ambasciatori hanno incontrato il presidente dello Stato, Jeanine Áñez, che ha analizzato congiuntamente le misure di sicurezza per prevenire la diffusione deel famigerato agente virale.
Dunque, mentre con una mano lo Stato italiano attraverso la Protezione Civile chiede agli italiani - già stremati dalla prigionia domestica che perdura dal 9 marzo 2020 - ancora soldi attraverso donazioni, con l'altra elargisce quattrini pubblici in tutto il mondo, anche in Sudamerica.
Benincasa ha sottolineato che le misure di sicurezza applicate dal governo boliviano, sono appropriate e riconosciute dal protocollo internazionale e ha spiegato che la cooperazione dell’Italia è stata gestita dai ministeri della pianificazione; di economia; e salute. Il protocollo dell’accordo dovrebbe concludersi la settimana prossima per disporre delle risorse fino alla fine di aprile. Attualmente, i casi confermati del nuovo coronavirus salgono a 61 in Bolivia.
Il capo della cooperazione italiana in Bolivia, Angelo Benincasa, ha detto che il governo (italiano, ndr) donerà appunto, 21,5 milioni di euro alla Bolivia per la lotta contro il coronavirus”. E’ quanto riportato dalla stampa boliviana, tra cui il quotidiano El Mundo, che pubblica una dichiarazione dello stesso Benincasa: «L’Italia è al fianco dei boliviani e questo finanziamento è volto a sostenere il sistema sanitario boliviano. E’ un finanziamento di 21,5 milioni di euro» In un’intervista pubblicata su Youtube dall’emittente Postdata Itv, il funzionario italiano Benincasa ha confermato la cosspicua donazione parlando di quasi «22 milioni di euro per combattere il coronavirus» in quel remoto paese del Sudamerica.
Il ministro pro tempore dei 5 stelle, al secolo mister Luigi Di Maio e la vice ministra Emanuela Del Re, sono per caso a conoscenza di quest'altra donazione alla Bolivia? Sono loro ad averla autorizzata? Si tratta di un prestito a titolo di credito d’aiuto da parte di Cassa depositi e prestiti o di un dono come per la Tunisia e la Somalia? Il titolare (in scadenza) della Farnesina non può esimersi dal fornire spiegazioni all'opinione pubblica italaina, perché in un momento di drammatica emergenza sanitaria come quello che sta affrontando l’Italia, è inammissibile che volino all’estero decine di milioni di euro per contrastare altrove il coronavirus.
Nel
frattempo, la presidente boliviana Jeanine Áñez ha annunciato un
pacchetto di misure che saranno in vigore fino al 31 marzo per
contrastare l’avanzata del coronavirus: chiusura totale delle
frontiere, riduzione dell’orario di lavoro, sospensione dei voli e
restrizioni nei trasporti terrestri. In un messaggio alla Nazione, la
presidente ha aggiunto: «Cominciamo una nuova tappa nella lotta
contro il virus, faremo più sacrifici e dovremo mostrare maggiore
unità. Questo è un pericolo che abbiamo cominciato ad affrontare
due mesi fa insieme all’Organizzazione mondiale della salute, ma
ora bisogna fare di più, e tutti quelli che possono dovranno restare
il più possibile a casa». La chiusura delle frontiere per i
cittadini stranieri, avverrà fra due giorni e fra 72 ore saranno
proibiti tutti i voli internazionali.
Anzi,
per un mese e passa ha stimolato e consigliato tutti a organizzare
aperitivi solidali e abbracci collettivi contro «la paura». E
dire che era stato il Ministero della Sanità – non quello tunisino
o boliviano - ma quello italiano ad emettere un documento di 3
pagine dopo un’informativa dell’Oms, rendendo noto che i primi
contagi in Cina risalivano al 23 ottobre 2019. le autorità
dittatoriali cinesi rendevano nota la notizia comunque pesantemente
censurata, il 31 dicembre e la comunicazione oltre che al governo del
Conte bis è giunta anche all’Ospedale Sacco di Milano e allo
Spallanzani di Roma. Si parlava di “ polmonite da eziologia
sconosciuta”. Sarebbe interessante sapere perché in Italia se ne
inizi a parlare solo il 21 febbraio scorso e si inizi ad affrontare -
si fa per dire - la situazione solo a marzo. Qualcuno dovrebbe
spiegarci, magari il governo giallorosso, come mai non sono state
fatte scorte di mascherine, di respiratori e materiali sanitari da
difesa, inviati segretamente in Cina a gennaio del 2020, con voli
decollati segretamente da Brindisi.
L'inqualificabile
governo italiano si è mosso solo un mese più tardi quando ormai
l’epidemia era inarrestabile. Oltre 10 mila morti (per ora, con cause di decesso ipotizzate, ma non ancora accertate concretamente) che dovranno essere spiegati da chi non è
intervenuto prontamente per tutelare e salvaguardare la vita dei cittadini italiani. Che fare? Arrestare il fallimentare governo italiano. C'è un
giudice almeno a Camerino?
Riferimenti: