«La resistenza agli atti del potere pubblico, che violino i diritti fondamentali della persona umana, è diritto e dovere di ogni cittadino». Questa frase Giuseppe Dossetti (un padre della Costituente) avrebbe voluto ma non riuscì ad inserire nella Costituzione Repubblica italiana. Dossetti fu uno dei rari uomini a teorizzare concretamente il “diritto alla resistenza” in Italia nel secondo dopoguerra. Prima di lui almeno Locke, Thoreau, Gandhi, fino a ad Aldo Capitini. Oggi questo diritto alla resistenza di fronte ai soprusi del governo grulpiddino che ha imprigionato dal 9 marzo l'intero popolo italiano, deve passare dal pensiero all'azione pacifica e nonviolenta, ma determinata.
In
un’epoca in cui i diritti fondamentali dell’individuo vengono
messi a rischio da uno Stato che sempre più vuole imporsi con la
forza e sempre meno garantisce i diritti fondamentali, è un buon
esercizio ricordare che grandi personaggi hanno teorizzato il diritto
a resistere, partendo dal presupposto che lo Stato possa essere
iniquo ed i cittadini possano o debbano ribellarsi. I diritti civili
sono diritti fondamentali della persona che questo governicchio
sgangherato del Conte bis ha cancellato, così violando l'intera
Costituzione. Il “bell’addormentato” popolo italiano si
sveglierà dal letargo?
Gianni Lannes