di
Gianni Lannes
Aria inquinata e gente malata. Anno
2020: 2 morti accertati dall'Istituto Superiore della Sanità,
provocati dal nuovo coronavirus in Italia. Anno 2019 sempre da noi:
ufficialmente 80 mila morti solo per l'inquinamento dell'aria e 7 mila per
malasanità, senza contare i decessi causati dall'influenza. Cronache
documentate alla mano: nel 1969 un virus che veniva da Hong Kong
(definito “spaziale”) mise a letto 13 milioni di italiani e causò
circa 5 mila decessi in Italia, ma non ci fu nessun sensazionalismo e
isteria mediatica, come adesso e nessuna segregazione forzata della
popolazione italiana. E ancora. In uno studio pubblicato su
International Journal of Infectious Diseases a novembre dell'anno
2019, intitolato “Investigating the impact of influenza on excess
mortality in all ages in Italy during recent seasons 2013/14-2016/17
seasons”, il dato annuale di morti per influenza nello Stivale
(isole comprese) oscilla fra 7mila e 24mila individui.
Tranquilli:
se lo dice l'avvocato del popolo. «La possibilità di diffusione del
virus in Italia è pressoché remota. Da noi non ci sono i
presupposti per un allarme» parole di Giuseppe Conte, attuale primo
ministro, pronunciate pubblicamente il 22 febbraio 2020. L'inquilino di Palazzo Chigi che ha arrestato più o meno 60 milioni di italiani, ora è latitante: infatti non ha risposto a ben 84 atti parlamentari relativi al nuovo coronavirus, vale a dire alle interrogazioni di deputati e senatori, i quali con atti ispettivi hanno chiesto delucidazioni al governo del Conte bis.
Il
rischio di decesso in caso di contagio da nuovo Coronavirus è
statisticamente basso: la matematica non è una mera opinione. Per
comprendere i casi che finora sono risultati fatali è importante
conoscere le condizioni di salute delle vittime. A spiegarlo in un
recente articolo è l’Istituto di genetica molecolare del Consiglio
nazionale delle ricerche, secondo cui «dai dati epidemiologici oggi
disponibili su decine di migliaia di casi, l’infezione causa
sintomi lievi/moderati - ovvero una specie di influenza -
nell’80-90% dei casi».
Anche
il ministero della Salute precisa che «come altre malattie
respiratorie, l’infezione da nuovo Coronavirus può causare sintomi
lievi come raffreddore, mal di gola, tosse e febbre, oppure sintomi
più severi quali polmonite e difficoltà respiratorie. Raramente può
essere fatale. Le persone più suscettibili alle forme gravi sono gli
anziani e quelle con malattie pre-esistenti, quali diabete e malattie
cardiache».
Indipendentemente
dai singoli numeri sbattuti in un faccia alla popolazione italiana, tramite il bollettino pomeridiano sparato dalla Protezione Civile, la curva statistica dimostra che l'epidemia in Italia sta
crescendo, ma ogni curva ha un picco e una decrescita, ovvero una
discesa. Tradotto: un calo. Elementare Watson.
A
ben vedere, nel corso degli ultimi due decenni qualcuno si è dato
molto da fare nel globo terrestre, per convincere numerose
popolazioni che la specie umana viva sotto minaccia di estinzione da
parte di agenti letali. Questo ruolo è stato attribuito dapprima a
morbi esotici e sconosciuti, come la peste suina, l’aviaria o
l’ebola. Epidemie coperte da una ampia campagna di stampa (fake
news) e da lucrose attività di vaccinazione finanziate dalla
Gates Foundation sotto l'egida dell'Organizzazione Mondiale della
Sanità, in seguito dimostratesi tutte false emergenze, provocate in
laboratorio da scienziati sul libro paga delle multinazionali
farmaceutiche. Evidentemente il modello “malattia esotica” non ha
avuto l’impatto sociale desiderato, così si è passati a
demonizzare malattie comuni ed endemiche, come il morbillo e la
pertosse o persino tirare fuori dal cappello malattie ormai
praticamente scomparse come la difterite. Finché non è arrivato
qualcosa di adeguato a spargere il terrore: il Covid-19 della
famiglia dei Coronavirus. Abbastanza infettivo, ma meno letale della
comune influenza. Lo attesta inequivocabilmente la letteratura
scientifica: la patologia provocata dalla famiglia dei Coronavirus è
precisamente il “raffreddore”. Certo, come ogni comune
raffreddore può evolvere in polmonite, e forse questo ceppo lo fa
con maggiore insistenza del solito. Però minaccia seriamente la
salute degli ultraottantenni già affetti da gravi patologie, in
linea con ogni altro raffreddore stagionale. Qualunque cosa stia per
accadere in Europa e nel mondo attiene alla geostrategia, non alla
virologia. Quindi, si raccomanda l'autorità giudiziaria di mettere a
cuccia una volta per tutte, gli esperti italidioti che alimentano
boriosamente il panico.
Insomma,
il virus è quello del raffreddore, modificato in laboratorio e
mandato in circolazione in Cina per distruggere quella economia,
mirato sugli anziani e su chi ha già altre patologie; ci sono anche
giovani con polmoniti gravi. Questo virus, tuttavia, non è un
essere vivente, bensì una proteina inerte. La crisi sanitaria è
reale, però i numeri sono manipolati ad arte dall'autorità. Gli
scopi sono molteplici: economia, demografia, soprattutto democrazia e libertà da annientare; insomma un
esperimento (finestra di Overton) anche per testare la reazione
popolare. Non a caso 37mila soldati nordamericani sono sbarcati in
Europa senza mascherina, in compenso armati di tutto punto.
L'epidemia
non la vedi, ma la senti ampificata a più non posso. In televisione, infatti, blaterano di
epidemia perché i giornalisti e i medici sono soliti adottare una
sostituzione di significato (tropo). Peraltro, i decreti del
presidente del consiglio dei ministri relativi al nuovo coronavirus
sono effettivamente dispositivi che mirano a produrre effetti
psicologici, prima che giuridici. L’indeterminatezza delle
proposizioni apre il campo alla discrezionalità del potere. Nella
gente è stata radicata in breve tempo la convinzione che questo
particolare virus del raffreddore sia "mortale". Questo
timore sociale ha arrestato concerti, conferenze ed eventi pubblici.
La paura ha portato alla quarantena e al blocco dei viaggi. Ciò che
è fuorviante, da rasentare il falso, è la paura che tutti coloro
che prendono questo virus possano morire per il raffreddore. La
salute di quasi tutte le vittime di questo Coronavirus era già
compromessa prima che fossero infettate. Infatti, in Italia, a
tutt'oggi, l'Istituto Superiore della Sanità, ossia l'unico ente
scientifico titolato nel belpaese per esprimersi in tal senso, ha
accertato il decesso a causa del coronavirus, soltanto per due
persone. Esattamente due di numero in cifre (2) alla data del 13
marzo 2020.
Ora,
alla luce dei fatti esposti, proviamo ad allargare l'orizzonte
riflessivo per dipanare ombre, dubbi ed angoscia collettiva. Lo
stress è responsabile fino al 90 per cento delle patologie correnti,
comprese le malattie cardiache, il cancro e il diabete. Quando un
individuo è stressato, il rilascio di ormoni dello stress
(cortisolo) annichilisce il sistema immunitario per conservare
l'energia del corpo e sfuggire dallo stress percepito. Gli ormoni
dello stress sono così efficaci nell’inibire il sistema
immunitario, che i medici li somministrano a scopo terapeutico ai
trapiantati di organi: in questo modo impediscono al loro sistema
immunitario di respingere l'impianto estraneo. In sostanza: la paura
del coronavirus è più mortale del virus stesso.
Un
freschissimo studio pubblicato sul Pubmed il 5 marzo relativo alla
inaffidabilità dello screening all’acido nucleico (“Potential
false-positive rate among the ‘asymptomatic infected individuals’
in close contacts of COVID-19 patients”, “Tasso Potenziale di
falsi positivi tra gli individui infetti asintomatici a stretto
contatto con i pazienti COVID-19”) secondo il quale l’80,33 per cento dei
positivi alla Real- Time PCR sarebbero falsi positivi. Grazie alla
PNEI (Psiconeuroendocrinoimmunologia, disciplina che si occupa delle
relazioni tra psiche e i sistemi di regolazione fisiologica che
costituiscono l’organismo umano: endocrino, nervoso e immunitario)
siamo ormai consapevoli dell’impatto che fattori stressori quali
rabbia, angoscia, sofferenza, tristezza, paura hanno sulla
diminuzione o persino soppressione della risposta immunitaria, tramite
la cascata di ormoni che vengono rilasciati nell’organismo da
queste autentiche tossine emotive, che si sommano all'infinità di
altre tossine ambientali (alimentazione, inquinamento, farmaci,
vaccini) in grado di ingenerare malattie agendo sull’espressione
genica, mediante processi di acetilazione e metilazione del DNA. Insomma, l’ambiente modifica il DNA e le
emozioni umane. Senza scomodare tanto il sociologo Ivan Illich (Nemesi medica), una diagnosi di Coronavirus avrebbe
attualmente lo stesso effetto fisiologico di una sentenza di morte,
cui si aggiunge l’isolamento e il terrore di non avere un posto in
rianimazione. In tal modo, si seguita a praaticare di fatto l'eugenetica per via epigenetica, che sia iatrogena o
ambientale (si muore se si entra in ospedale ma anche se si respira
da nord a sud. Traduzione: la vera causa dell’asfissia del nostro
sistema sanitario, non è proprio il virus, bensì i crassi politicanti
italidioti, analfabeti e boriosi.
La scienza è interpretazione della realtà, mai verità assoluta o peggio dogmatica. L'Italia
è un belpaese pieno di talenti, è un peccato vederli sprecati,
spesso a sragionare. Amici, parenti e conoscenti, storditi dal
bombardamento propagandistico dei mass media veicolato dal governo
tricolore, sembrano aver perso improvvisamente il senno, colpiti dalla dissonanza cognitiva. Ecco, se
riusciremo a non perdere la testa, mentre molti sembrano averla
persa; se sapremo capire lo scetticismo del mondo, smentendolo con i
fatti, allora potremo dire; noi siamo italiani. Non sottovalutateci
mai.
In
conclusione vi invito a rileggere una poesia di Rudyard Kipling.
S'intitola If (Se). Un padre spiega al figlio come
diventare un essere umano. Inizia così:
If
you can keep your head
when
alla about you
Are
losing theirs
and
bòaming in on you,
If
you can trust yourself
when
all men doubt you,
But
make allowance for their
doubting
too
Se
riuscirai a non perdere
la
testa quando tutti
la
perdono intorno a te,
dandone
a te la colpa;
se
riuscirai ad avere fede in te
quando
tutti dubitano,
mettendo
in conto anche il loro dubitare.
In
questi casi anche uno scrittore come Aldous Huxley, torna utile per
riflettere:
«…è
chiaro che un governo del terrore funziona, nel complesso, meno bene
del governo che, con mezzi non-violenti, manipola l’ambiente e i
pensieri e i sentimenti dei singoli, uomini, donne e bambini. Il
castigo pone un temporaneo arresto alla condotta indesiderata, ma non
contiene permanentemente la tendenza della vittima a tale condotta.
[…] La società descritta in 1984 è una società controllata quasi
esclusivamente dal castigo e dal timore di esso. Nel mondo
immaginario della mia favola il castigo è raro e, di solito, mite.
Il governo realizza il suo controllo, quasi perfetto, inducendo
sistematicamente la condotta desiderata, e per far questo ricorre a
varie forme di manipolazione pressoché non-violenta, fisica e
psicologica, ed alla standardizzazione genetica (Ritorno al mondo
nuovo 1958)».