3.2.20

NUCLEARE: DISASTRO IN ITALIA E GOVERNO LATITANTE!



di Gianni Lannes

Il belpaese, già colonia USA dal 1945, ridotto ad un arsenale nucleare degli Stati Uniti d'America; peggio, trasformato in una discarica radioattiva. E ancora: un obiettivo di guerra mondiale. Rischi, pericoli, contaminazioni, inquinamento, sperpero di denaro pubblico e possibilità di esplosioni atomiche. Altro che il telecomandato coronavirus. Come mai l'inquilino pro tempore del Quirinale, Sergio Mattarella, non esige almeno il rispetto della Costituzione italiana?

Rifiuti radioattivi: Italia inadempiente, mentre gli ignari cittadini sborsano denaro (nelle bollette elettriche) per mantenere all'ingrasso la Sogin. In compenso il belpaese si accinge ad accogliere ulteriori 50 bombe nucleari United States of America (modello B61) che la Turchia non vuole più sul suo suolo; senza contare gli ordigni nucleari già presenti sul territorio nazionale tricolore in violazione della Costituzione repubblicana e del Trattato di non proliferazione nucleare (TNP). Negli ultimi due anni, nel corso della XVIII legislatura corrente, il governo Conte 1 e 2, ovvero prima la maggioranza grul-leghista e poi quella grul-piddina, non ha risposto a ben 46 atti parlamentari, relativi alla tragica situazione del nucleare (civile e militare) nello Stivale, incluso l'avvelenamento delle falde acquifere nel Gran Sasso, nonché la mortalità indotta dal cancro dilagante.

L'Agenzia Ansa dell'11 luglio 2019 attesta che la Corte di giustizia dell'Unione europea ha accolto il ricorso della Commissione europea contro l'Italia per non aver ancora comunicato, a quasi quattro anni dal termine previsto dalle norme dell'Unione europea, ovvero dal 2015, la versione finale del programma nazionale per la gestione del combustibile nucleare esaurito e dei rifiuti radioattivi; si tratta di una sentenza di primo inadempimento contro l'Italia. La decisione della Corte è la conseguenza di una procedura di infrazione aperta nell'aprile 2016 dalla Commissione europea contro Italia, Austria e Croazia, perché i tre Stati avevano trasmesso soltanto le bozze dei loro programmi, e non quelli definitivi, entro il termine del 23 agosto 2015, come previsto dalla legislazione dell'Unione; risulta infatti alle autorità europee la mancata trasmissione dei programmi nazionali definitivi di gestione del combustibile esaurito e dei rifiuti radioattivi, a norma della direttiva sulla gestione del combustibile nucleare esaurito e dei rifiuti radioattivi (direttiva 2011/70/). Questo tipo di rifiuti comprende anche i sottoprodotti degli utilizzi delle tecnologie nucleari e radiologiche per scopi diversi dalla produzione di energia, quali la ricerca scientifica e diverse applicazioni mediche. Per la Commissione è una priorità garantire l'adozione delle più rigorose norme di sicurezza in materia di gestione del combustibile nucleare esaurito e dei rifiuti radioattivi. Ai sensi dell'articolo 15, paragrafo 4, in combinato disposto con l'articolo 13, paragrafo 1, della direttiva, gli Stati membri erano tenuti a trasmettere per la prima volta alla Commissione il contenuto del loro programma nazionale non oltre agosto 2015. La Commissione ha rammentato all'Italia gli obblighi a norma della direttiva e ha chiesto chiarimenti sulle procedure che ancora dovevano essere intraprese prima dell'adozione dei loro programmi nonché le date previste per la relativa adozione e trasmissione. Spetta infatti alle autorità degli Stati membri prendere tutte le misure necessarie per adottare il programma nazionale definitivo per la gestione del combustibile nucleare esaurito e dei rifiuti radioattivi e trasmetterlo alla Commissione.

Il ministro Costa, durante l'audizione in Commissione ambiente alla Camera in data 25 luglio 2018, ha dichiarato che il suo dicastero e quello dello sviluppo economico sono in attesa di ricevere un aggiornamento da parte di Sogin sulla Carta nazionale delle aree potenzialmente idonee (CNAPI) a ospitare il deposito dei rifiuti radioattivi. Nel corso dell'audizione tenutasi in data 16 luglio 2019 presso la Commissione parlamentare di inchiesta sul ciclo dei rifiuti il sottosegretario per l'ambiente e la tutela del territorio e del mare Vannia Gava ha nuovamente dichiarato: «ad oggi il MATTM e il MISE sono in attesa di ricevere dall'ISIN la suddetta relazione di validazione e di verifica sul recente aggiornamento apportato dalla Sogin S.p.A. alla proposta di CNAPI» e che «il tempo stimato per arrivare all'autorizzazione per la costruzione del Deposito nazionale è di circa 44 mesi dalla comunicazione, da parte del MATTM e del MISE, del nulla osta alla Sogin S.p.A. alla pubblicazione di CNAPI».

Quali sono gli aspetti su cui l'esecutivo italiano attende da anni un aggiornamento da parte di Sogin, in merito alla Carta nazionale delle aree potenzialmente idonee (CNAPI? In quali tempi il governo del Conte bis intende provvedere alla pubblicazione della Cnapi e ad avviare le procedure, comprensive delle fasi di dibattito pubblico, per la localizzazione e la realizzazione del deposito nazionale dei rifiuti radioattivi? Quando il governo tricolore intende trasmettere alla Commissione europea il citato programma nazionale per la gestione del combustibile nucleare esaurito e dei rifiuti radioattivi nella sua versione definitiva?

La crescente ostilità politica della Turchia verso gli USA, unitamente all'avvicinamento del governo di Ankara all'asse geopolitico filorusso, ha ridefinito la presenza politico-militare, nella Nato dello Stato turco, divenuto alleato quanto più inaffidabile all'interno dell'Alleanza Atlantica. Alla luce dell'evoluzione antiamericanista della politica estera turca del Governo di Recep Tayyip Erdogan, le forze armate statunitensi hanno in più di un'occasione espresso la volontà di trasferire presso altra base Nato presente in Europa, le testate nucleari - circa 50 - attualmente presenti nella base militare, gestita dalla United States Air Force (Usaf) ad Incirlik, in Anatolia. Il giornale online Blomberg il 16 novembre 2019 ha pubblicato le dichiarazioni dell'ex generale dell’Air Force Usa, Charles Chuck Wald, già comandante del 31esimo Fighter Wing, stormo caccia della United States Air Forces in Europe e comando dell'Usaf, avente sede nella base Nato di Aviano, in provincia di Pordenone. Nell'ambito di tali dichiarazioni, Wald prospettava la possibilità di trasferimento delle circa 50 testate atomiche, attualmente presenti nella base turca di Incirlik, proprio ad Aviano. L'aeroporto militare di Aviano, in uso congiunto alle forze militari italiane e statunitensi dal 1955, registra già la presenza di armi nucleari, ovvero bombe B61, sulla base del programma di condivisione nucleare della Nato (Nuclear Sharing), al quale l'Italia aderisce assieme a Germania, Paesi Bassi, Belgio, Regno Unito di Gran Bretagna e Irlanda del Nord, Turchia; l'eventuale conferma delle affermazioni del Generale Wald, dunque, definirebbe la base di Aviano quale più grande sito nucleare europeo del bacino mediterraneo, oltre che lo Stato con il maggior numero di ordigni atomici nell'ambito del Nuclear Sharing della Nato; ai fini della valutazione del rischio a cui, tutt'oggi, la popolazione italiana ed europea sarebbe esposta in caso di incidente nucleare nella base di Aviano, è opportuno citare i risultati dello studio «Calculating effects of a nuclear explosion at european military base», commissionato nel 2014 dall'Ufficio affari esteri del Governo austriaco. La ricerca ha stimato, in tale tragica evenienza e in caso di preventivo avvertimento della popolazione, oltre 82 mila vittime, causate dall'esplosione e dalla conseguente produzione di radiazioni, con una nube tossica in grado di propagarsi in altre Stati europei. Il numero salirebbe a circa 234 mila, in caso di mancate misure di protezione preventiva sulla presenza antropica esposta alle conseguenze dell'incidente.

Nel 1999, Sogin è divenuta proprietaria della centrale di Caorso con l'obiettivo di realizzare il decommissioning. Undici anni fa la stessa Sogin aveva affidato ad una ditta della 'ndrangheta lo smantellamento parziale della centrale nucleare più grande d'Italia. Dopo una serie di attività sviluppatesi nel corso degli anni, nel febbraio del 2014, il Ministero dello sviluppo economico emanava - dopo estenuanti attese - il decreto per la disattivazione della centrale nucleare di Caorso, indispensabile per permettere, attraverso la predisposizione e l'autorizzazione dei singoli progetti, di concludere le attività di smantellamento dell'impianto. In concreto, non solo risultano del tutto disattese le previsioni contenute nel primo piano redatto tra il 2005 ed il 2008, ma anche quelle contenute nel cronoprogramma del 2011, che prevedeva per il 2024 lo smantellamento definitivo dell'impianto che qui interessa (raggiungimento della condizione di «brown field»), mentre le previsioni (del 2014) collocano la conclusione della detta attività in un arco temporale tra il 2028 e il 2032.


Riferimenti:



https://www.bloomberg.com/opinion/articles/2019-11-16/nato-nukes-erdogan-s-turkey-is-becoming-a-major-threat?fbclid=IwAR0LJHe7PQNofwA5_C7D4oigu_mGyjWgsxtAMfAzHJch3uR6Q9P2zI6EnyA

https://www.isinucleare.it/sites/default/files/contenuto_redazione_isin/inventario_isin_al_dicembre_2017.pdf 

https://sulatestagiannilannes.blogspot.com/search?q=nucleare 

https://sulatestagiannilannes.blogspot.com/search?q=sogin 

http://sulatestagiannilannes.blogspot.com/2016/09/italia-primo-obiettivo-di-guerra.html 

http://sulatestagiannilannes.blogspot.com/2014/04/basilicata-lazio-sardegna-sicilia.html 

Gianni Lannes, ITALIA USA E GETTA, Arianna edutrice, Bologna, 2014. 

Atti parlamentari (interrogazioni ed interpellanze) indirizzati al governo italiano in materia di nucleare nel corso della XVIII legislatura (in corso), privi di risposta:

3/00637 (22 marzo 2019), 5/02859 (9 ottobre 2019), 4/04307 (11 dicembre 2019), 5/02830 (4 ottobre 2019), 5/00052 (26 giugno 2018), 5/00550 (27 settembre 2018), 4/02799 (30 aprile 2019), 5/02857 (9 ottobre 2019), 4/02081 (5 agosto 2019), 4/00478 (18 giugno 2018), 4/02800 (30 aprile 2019), 4/01829 (10 dicembre 2018), 4/02701 (10 aprile 2019), 4/02076 (5 agosto 2019), 4/03776 (8 ottobre 2019), 2/00603 (17 dicembre 2019), 5/02548 (19 luglio 2019), 5/01732 (21 marzo 2019), 5/00013 (8 maggio 2018), 5/01458 (13 febbraio 2019), 3/00646 (27 febbraio 2019), 5/01048 (5 dicembre 2018), 5/03300 (17 dicembre 2019), 3/00013 (11 maggio 2018), 3/01116 (14 novembre 2019), 4/01394 (7 marzo 2019), 4/00267 (5 giugno 2018), 4/00266 (5 giugno 2018), 4/00218 (11 maggio 2018), 4/01633 (14 maggio 2019), 4/00742 (18 luglio 2018), 4/00228 (19 giugno 2018), 4/02320 (16 ottobre 2019), 4/01950 (9 gennaio 2019), 4/03876 (21 ottobre 2019), 4/00421 (7 giugno 2018), 4/03478 (1 agosto 2019), 4/02347 (25 febbraio 2019), 4/01996 (16 gennaio 2019), 4/01764 (15 maggio 2019), 4/00054 (13 aprile 2018), 4/03823 (14 ottobre 2019), 4/02278 (15 febbrao 2019), 4/00368 (5 giugno 2018), 4/01954 (12 luglio 2019).