21.2.20

ITALIA: 42.044 MINORI SCOMPARSI PER SEMPRE!



di Gianni Lannes

Il tabù dei tabù è un olocausto silenzioso della crudeltà tricolore, peggio di una deportazione in un lager di sterminio che rende più del pur lucroso traffico di droga. Dal 1974 al 31 marzo 2019 sono svaniti ben 42.044 minori in Italia, alla media di 934 piccoli esseri umani all'anno. Non sono bruscolini bensì in gran parte bambini, sprofondati in un buco nero e mai più tornati alle famiglie. Per fare un raffronto: i nazisti deportarono nei lager dall'Italia 900 bambini e scamparono alla morte soltanto in 25, tra cui Liliana Segre.

Il Corriere della Sera, 25 marzo 1992


Ai nostri tempi, nella stagione del disamore per la vita: neonati, bambine, bambini e adolescenti: spariti nel belpaese e mai più ritrovati. I dati ufficiali (sia pure sottostimati) parlano chiaro. Basta esaminarli nonostante la disattenzione generale. Infatti, alla data del 29 maggio 2019 il ministero dell'Interno segnala quanto segue:

«Secondo i dati del servizio analisi della Polizia Criminale del Dipartimento della Pubblica Sicurezza, dal 1 gennaio 1974 al 31 marzo 2019 su un totale di 122.508 minori scomparsi in Italia ne sono stati ritrovati 80.464.​ Negli ultimi 5 anni sui 31.008 minori scomparsi il 95 per cento è rappresentato da minori stranieri non accompagnati, e per quanto riguarda la scomparsa dei minori italiani non si tratta di un fenomeno in diminuzione.».  

Che fine hanno fatto? Possono mai essersi dileguati nel nulla? Nessuna autorità, in Italia è stata mai chiamata a dar conto di questa strage silenziosa. Ecco altri concreti dati di fatto. L'Italia non ha ratificato la Convenzione del Consiglio d'Europa contro il traffico di organi umani. I governi italiani dal 1993 non rispondono agli atti parlamentari (interpellanze e interrogazioni) relativi alla sparizione di minori ed al traffico di organi umani in Italia. In questa tragedia sono implicati spesso giudici, medici, politicanti e mafiosi italidioti.

Nel 1992, il professor Carlo Romano (allora direttore dell'Istituto di medicina legale della II Università di Napoli, nonché componente del Comitato Nazionale per la Bioetica) denunciò pubblicamente l'espianto di organi in Italia, ma fu messo a tacere dal ministro De Lorenzo (quello che intascò 600 milioni per farsi corrompere dalla Glaxo, come ha confermato la Cassazione). Nel settembre dell'anno 1993 l'Italia fu accusata di rapire bambini in Brasile per espiantare i loro organi - attraverso una mozione, poi diventata una risoluzione votata all'unanimità - nella sede del Parlamento europeo a Strasburgo.

Nel 1994, l'allora ministro per la famiglia, Antonio Guidi, di professione medico, dichiarò pubblicamente che «L’Italia è terra di passaggio: quei bambini attraversano il nostro paese come uccelli migratori, ed il loro destino è d’essere abbattuti». Il ministro Guidi, nella sua audizione alla commissione Affari sociali della Camera, il 21 settembre 1994, confermò testualmente:

«Uno scarso controllo alle frontiere e i troppi bambini possono aver determinato abusi nei loro confronti e addirittura traffico d’organi. Dobbiamo controllare le frontiere, ma anche i reparti maternità delle cliniche private».

Nel 2009, il ministro dell'Interno, Roberto Maroni, rivelò ad un convegno dell'Unicef e poi confermò in Parlamento, la sparizione in Italia di tanti minori per l'espianto di organi.

Una volta i pargoli da macello chirurgico, mediante finte adozioni, venivano reperiti soprattutto in Sudamerica. Da un buon decennio, non c'è più bisogno di scomodarsi tanto all'altro capo del mondo, poiché queste piccole creature approdano direttamente in Italia senza genitori, per poi essere inghiottite nei cosiddetti “centri d'accoglienza”. Ma i tribunali per i minorenni e tutti gli organi di vigilanza sono forse in letargo? Tutte le autorità fanno finta di niente.

Anche un sensibile scrittore come Andrea Camilleri se n'era accorto, dedicando a questo dramma un romanzo: Il giro di Boa (Sellerio, Palermo, 2003). Mentre il noto medico Giovanni Berlnguer  ha dedicato al tragico fenomeno addirittura un saggio nel 1996 (La merce finale) e così la nota antropologa Ida Magli (I figli dell'uomo).

L’International Organization for Migration (IOM, UN migration) è l'organizzazione inter-governamentale nel campo dell'immigrazione, nata contestualmente all'ONU nel 1951, e alla quale aderiscono 172 Paesi di tutto il mondo, poco meno dei 193 membri vantati dall'ONU. Secondo i dati aperti del progetto Counter-Trafficking Data Collaborative, gestito appunto dallo IOM a gennaio 2019 il fenomeno del traffico di persone e d'organi umani riguarda più di 91.000 casi afferenti a 169 Paesi, geograficamente disaggregati in questi continenti: Africa, Asia, Europa, Americhe, Oceania. La banca dati è apertamente consultabile e aggiornata da organizzazioni operanti da tutto il mondo, che attestano l'esistenza del fenomeno confermato anche dall'ONU. Ergo: chi parla ancora di leggende metropolitane, come taluni camici bianchi in Italia, mente spudoratamente ed occulta con l'omertà un crimine contro l'umanità più indifesa.

Riferimenti:

Giovanni Berlinguer, Volnei Garrafa, La merce finale. Saggio sulla compravendita di parti del corpo umano, Baldini&Castoldi, Milano, 1996.

Nancy Scheper-Hughes, Il traffico di organi nel mercato globale, Ombre Corte, Verona 2002.

Nancy Scheper-Hughes e Loïc Wacquant, Corpi in vendita. Interi e a pezzi, Ombre Corte, 2004.

Alessandro Gilioli, Premiata macelleria delle Indie, Rizzoli, Milano, 2007.

Giuseppe Catozzella, Espianti, Transeuropa Edizioni, 2008.

Franca Porciani, Traffico d'organi - nuovi cannibali, vecchie miserie, Franco Angeli, Milano, 2012.

Gianni Lannes, Bambini a perdere, Luigi Pellegrini editore, Cosenza, 2016.

Ida Magli, I figli dell'uomo, Rizzoli, Milano, 2018.

Franca Porciani e Patrizia Borsellino,Vite a perdere. I nuovi scenari del traffico d'organi, Franco Angeli, Milano 2018.