di
Gianni Lannes
Una
menzogna in buona fede propagandata ad arte per sottomettere il
prossimo nei secoli dei secoli? Prima di Gesù, c'era nelle diverse
forme e con tanti nomi in tutto il mondo, il culto del Sole, presente
dall'Egitto all'Anatolia, dal Sudamerica all'India, tra le
popolazioni italiche, celtiche, arabiche, elleniche e così via.
Nell’emisfero
settentrionale del pianeta Terra, nei giorni dal 21 al 24 dicembre il
Sole sembra fermarsi in cielo: è il Solstitium (Sole fermo).
In astronomia sono quei giorni in cui il sole inverte il proprio moto
nel senso della declinazione In altri termini, è il punto dove il
Sole raggiunge la massima distanza dal piano equatoriale. Il buio
della notte raggiunge la massima estensione e la luce del giorno la
minima: la notte più lunga ed il giorno più corto dell’anno.
Subito dopo il solstizio, la luce del giorno torna gradualmente ad
aumentare ed il buio della notte a ridursi fino al solstizio
d’estate, il 21 giugno (il giorno più lungo dell’anno e la notte
più corta). Il solstizio d’inverno ai tempi significava che il
Sole, giunto nella fase più debole come luce e calore, non
sprofondava nelle tenebre dove sembrava precipitare, ma diventava con
la sua vitalità “invincibile” (invictus) sulle stesse
tenebre: il Sole“rinasceva”, aveva un nuovo “natale”. Le
popolazioni antiche ben conoscevano questo fenomeno del solstizio e
lo trasformarono in occasione di festa.
«...per inspiegabile che sembri, la data di nascita di Cristo non è nota. I Vangeli non indicano né il giorno né l’anno”; “fu assegnata la data del solstizio d’inverno perché in quel giorno in cui il Sole comincia il suo ritorno nei cieli boreali, i pagani che adoravano Mitra celebravano il Dies Natalis Solis Invicti” (giorno della nascita del sole invincibile)». Così è scritto testualmente nella Nuova Enciclopedia Cattolica dell’Ordine Francescano (edizione dell'anno 1941).
Nelle
radici del Natale coabitano da millenni culture e religioni
provenienti dalla Siria, dall’Egitto, dalla Mesopotamia, dalla
Persia, dall’Arabia e dalla stessa antica Roma. Il 25 dicembre è
la data di nascita e festeggiamento di personaggi divini precedenti
la comparsa del Cristo: il Dio Horus egiziano, il Dio Mitra
indo-persiano, il Dio babilonese Tammuz/Yule e Shamas. In questo
giorno viene accreditata la nascita anche di Zarathustra e Khrisna,
Dioniso, Adone, Attis, il Dio Freyr, secoli o millenni prima di
Cristo. In corrispondenza del 25 dicembre, le popolazioni azteche e
pre-azteche celebravano la nascita del Dio Sole Huitzilopochtli e di
Bacab nello Yucatan.
Il
25 dicembre come giorno di festa grande compare in Italia ed in
Europa per la prima volta nel 274 d.C. per ordine dell’ Imperatore
Aureliano che fece diventare “Festa Ufficiale il Natale del Sole”
e la volle celebrata in tutto l’Impero Romano: il Dies Natalis
Solis Invicti.
Particolarmente
solenni erano le celebrazioni del rito della nascita del Sole in
Siria ed Egitto: i celebranti si ritiravano in appositi santuari da
dove uscivano a mezzanotte, annunciando che laVergine aveva partorito
il Sole (raffigurato dagli egizi come un bambino). La festa del Sol
Invictus si affermò come la festa più importante dell’ Impero,
con grande partecipazione popolare a Roma, anche perché si innestava
ed concludeva la festa romana più antica, i Saturnali.
L’imperatore
Costantino abbracciando la fede cristiana trasformò nel 330 la festa
del Sol Invictus del 25 dicembre in festa cristiana. Nel 337 Papa
Giulio I ufficializzò la data del Natale da parte della Chiesa
Cattolica, come riferito da San Crisostomo nel 390: «In questo
giorno, 25 dicembre, anche la natività di Cristo fu ultimamente
fissata in Roma».
In
tal modo, la chiesa cattolica ha strumentalizzato - a proprio uso e consumo - un fenomeno
naturale: la rinascita del Sole. Alla luce di fatti storici
documentati dall'antichità e non di mere opinioni, quella del Natale
cristiano appare come un'immensa mistificazione del passato
perpetuata nel presente e proiettata nel futuro. Il Medioevo tecnologico impone catene invisibili che condizionano l'esistenza. Perchè mantenere
nell'oscurità l'umanità quando è possinbile liberarsi dalle
tenebre per afferrare il senso della vita?
Festeggiare
la rinascita del Sole sarebbe una festa per tutti i popoli della
Terra - divisi sovente proprio dalle religioni (soprattutto
monoteiste) nonché dall'egoismo - che unirebbe tutti togliendo potere alla istituzioni religiose. Il Sole è una Stella che brilla per tutti gli
esseri viventi, non solo umani.