foto Gianni Lannes (tutti i diritti riservati) © |
di
Gianni Lannes
Un tesoro archeologico ignorato dai vandali, spesso autoctoni ma pure predatori di calibro nazionale ed internazionale. Per una volta l'oblìo ha protetto un frammento prezioso del nostro passato storico. Infatti, nello
Sperone d'Italia l'abbandono e l'ignoranza del valore antropologico dei luoghi hanno incredibilmente salvato
dalla speculazione edilizia spacciata per “valorizzazione”, nonchè
dalla stupidità dilagante della modernità amministrativa e politica
che tutto appiattisce, degrada e distrugge sperperando colline di denaro pubblico, i trappeti risalenti ai
tempi di Federico II di Svevia.
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Queste antichissime fabbriche, ubicate nelle grotte risalenti al Paleolitico riattate all'uso un millennio fa, per la trasformazione dell'oliva in olio direttamente negli uliveti, precedono di secoli - come attestano innumerevoli fonti storiche - i frantoi realizzati nel Settecento nei borghi della montagna del sole. Putroppo non esistono vincoli di salvaguardia.
Come è possibile raccontare un'intera storia del passato remoto, ignota ai più, senza usare nemmeno una parola? A volte si può, quando le immagini parlano da sole e noi viandanti siamo chiamati ad interpretarle.
Riferimenti: