19.12.19

NATALE: IERI E OGGI!

foto Gilan


di Gianni Lannes


Una celebrazione antica di cui tanti ignorano il significato primordiale (ormai svanito nella coscienza collettiva). In passato l'elemento sacro era Gaia, la divinità di madre Natura, il ritmo delle stagioni, il culto del Sol Invictus da cui la nascita inventata a tavolino il 25 dicembre di Gesù (un sincretismo perfetto). Oggi, invece, conta solo la religione del denaro, vale a dire il consumo di merce come sostituto dei sentimenti umani. Infatti, sempre più spesso gli "esseri umani" si rapportano gli uni agli altri, non più come persone, bensì alla stregua di oggetti, o meglio di cose. Il verbo è imperante: possedere, consumare e consumarsi. Ipocrisia, frenesia, frastuono, retorica, conformismo e luoghi comuni ormai si fondono, anzi si confondono in un amalgama assordante e nauseante.

Insomma, totalmente avulso dall'ordine cosmico, l'attuale scambio di regali è una celebrazione del denaro, unico imperatore della globalizzazione mondiale.

Ecco il significato antropologico. Una volta, proprio in origine della storia umana, i doni regalati a familiari, parenti, amici e bambini nel periodo di Natale, quando la Natura muore e poi rinasce, erano offerte destinate ai morti, che tornano ciclicamente tra i vivi per celebrare la vita al buio sottoterra, dove germogliano le sementi. Dunque, regali alla morte. Il dono racchiude inscindibilmente il senso della vita e della morte. Natale è ogni istante quando c'è amore, Esso simboleggia la rinascita, non solo un giorno all'anno comandato dall'alto.