Vittorio Veneto (Venezia, 21 agosto 1979) - foto Pasquale Loprete |
di Gianni Lannes
Il mare parla: la verità su un mistero che è costato la vita a 81 persone (tra cui 13 bambini) è a galla. Tutta un'altra storia. L'incrociatore lanciamissili Vittorio Veneto (C 550) della Marina Militare, in servizio dal 1969 al 2003, la sera del 27 giugno 1980, incrociava con numerose altre unità della marina militare italiana e della Nato (ma non solo) nel basso Tirreno. Lo attesta il Libro di Chiesuola della gloriosa unità che invece di diventare un museo galleggiante, è stata venduta a privati e poi demolita in Turchia nel 2021. Subito dopo la strage di Ustica, l'ex nave ammiraglia ricevette da Roma l'ordine perentorio di raggiungere La Spezia. Le autorità politiche e militari avevano sempre solennemente dichiarato che non vi erano mezzi militari nazionali o stranieri e alleati nel Tirreno. Magari ora ad Amato torna per davvero la memoria (magari non a senso unico). Personalmente non sono vincolato ad alcun segreto (atlantico o di qualsiasi altro genere).
L'ho scoperto nel 2010, intervistando un ufficiale della Marina italiana che quella sera era a bordo di nave Vittorio Veneto e ho portato la sua testimonianza all'attenzione diretta dei magistrati della Procura di Roma, Amelio e Monteleone (titolari dell'indagine giudiziaria dal 2008, dopo le dichiarazioni fuorvianti di Cossiga risalenti al 2007).
I due magistrati inquirenti hanno mai acquisito la documentazione registrata da questa nave militare italiana, a partire dal diario di bordo, inclusi i tracciati radar e l'ordine perentorio di allontanarsi nottetempo dal punto Condor, luogo di incrocio delle aerovie Ambra 13 (civile) e Delta Whisky 12 (militare)? Perché questa unità che aveva sul ponte elicotteri in grado di perlustrare quella zona di mare tra Ponza e Ustica, non è stata allertata per il soccorso del DC9 Itavia, ammarato sul punto esatto indicato dal velivolo Atlantic Breguet del 30esimo Stormo (39°39' Nord 12°55'Est) e non 39°49' Nord 12°55' Est (relazione Pisano e Maridipart), come si legge nel rapporto del comandante Sergio Bonifacio (interrogato dal giudice Priore soltanto nel 1990) datato 28 giugno 1980?
La Commissione Pratis, due mesi dopo la presentazione della perizia delle Commissione Blasi (10 maggio 1989), presentò una relazione e in uno dei punti salienti è scritto: "... dalla viva voce dei due piloti appreso che l'affioramento dei relitti e dei cadaveri che venivano via via avvistati indicava che almeno una parte della fusoliera era rimasta a mezz'acqua dall'istante dell'incidente fino al mattino del 28 giugno".
Altri tempi: una missione militare incredibile. Pochi ricordano e tanti non sanno che per ordine e su richiesta dell'allora presidente della Repubblica Sandro Pertini, fra il 7 luglio e il 20 agosto del 1979 il Vittorio Veneto, con l'incrociatore Andrea Doria e con il rifornitore di squadra Stromboli, ha costituito l'VIII Gruppo navale che nelle acque del Golfo di Thailandia e nel Mar Cinese Meridionale ha incrociato in soccorso dei "boat people". Il Gruppo navale soccorse e portò in Italia al rientro a Venezia 907 profughi vietnamiti che fuggivano dal loro paese poiché perseguitati.
Perché la Marina Militare italiana - che vanta un passato di imprese straordinarie - si è prestata a insabbiare la strage di Ustica, alla stregua dell'Aeronautica militare tricolore?
Un altro fatto innegabile: l'ammiraglio di squadra Giovanni Torrisi (iscritto come Silvio Berlusconi alla P2 di Licio Gelli, condannato per la strage di Bologna), all'epoca capo di stato maggiore della Difesa, era socio della Mediterranean Survey and Service - costituita a Roma il 18 luglio 1980 - con il banchiere Pacini Battaglia, insieme ad Albano Trombetta (Ifremer), che perlustrò i fondali del Tirreno dove giaceva il relitto del DC Itavia durante l'estate del 1980, ovvero ben prima dell'intervento ufficiale della francese Ifremer (Sdece) intervenuta soltanto a partire dall'anno 1987.
Il 7 febbraio 1995, i deputati Mattioli e Scalia presentarono la seguente interrogazione a risposta scritta 4/07137, che non hai avito risposta dal governo italiano.
Riferimenti:
Gianni Lannes, USTICA E BOLOGNA. DUE STRAGI SENZA VERITA', Edizioni Mondo Nuovo, Pescara, 2023
https://sulatestagiannilannes.blogspot.com/2023/09/strage-di-ustica-uranio-sul-dc9-itavia.html
https://sulatestagiannilannes.blogspot.com/2023/09/strage-di-ustica-amnesie-e-bugie-di.html
https://sulatestagiannilannes.blogspot.com/2023/09/quasi-missile-quasi-bomba-quasi.html#more
https://aic.camera.it/aic/scheda.html?core=aic&numero=4/07137&ramo=C&leg=12
https://www.noidellitavia.it/176334383.html
https://www.difesa.it/SMD_/CaSMD/CapiSMD/PublishingImages/Grandi_bis/55089_torrisi_big.jpg
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