di
Gianni Lannes
L'isola che non c'è. Una
mareggiata di verde antico introduce alla terra cara a Federico II, scrigno di
storia e di narrazioni nel cuore della Puglia. Qui con gli ulivi ci vanno a
parlare come si va a pregare sotto un altare. In loco la vita non corre mai, ma
scorre, come ovunque in questo Sud del Mediterraneo, mai trasformato o
diventato un diversamente Nord colonizzato. I naufraghi moderni approdano nel Levante
d’Italia abbandonando un’esistenza fatta solo di cifre, di indici di produzione
e di fretta sconclusionata. Essi vengono in una lentezza che non collima con la velocità.
I Monti Dauni sono i luoghi dove si sale e si scende. Ci si arrampica guardando verso l'alto. Luoghi di riflessione, di ricerca, di dialogo con la profondità dell'esistenza.
I Monti Dauni sono contemplazione e meditazione, scavo e approfondimento, memoria e utopia, esodo e ritorno. Terra che non è più oriente e non è ancora occidente, eppure li contiene entrambi.
I Monti Dauni sono il luogo dove perdura l'agricoltura, grazie alla nostalgia fecondatrice di umani ostinati, ed è assente l'industria. Le colture arboree disegnano le fiancate collinari: ulivi, pini, meli, peri, ciliegi; una flora non da giardino curato bensì bosco selvatico. Le siepi di rovi e biancospini inframmezzate dai canneti delimitano i campi coltivati a lino e lupino, e ovunque senti l'odore pregnante dei funghi e del muschio arrampicatore. Sui tronchi d'albero e sulla pietra la barba riccia dei licheni temprati dal sole rende arcaico e fabuloso il paesaggio. I vigneti si adagiano silenziosi a spalliera e a ceppaia.
La nebbia è la vera abitatrice di queste lande temprate da terremoti e frane dilaganti, dove il frastuono della modernità è ancora marginale.
La lingua che esprimono i Monti Dauni è quella dolce, tonda delle colline e delle valli silenziose. La poesia in loco è impastata di cavità e di luce improvvisa che scioglie la penombra.
Le architetture umane orbitano intorno a un campanile o a un castello diruto in cima ad alture arroccate.Solcando i sentieri si avvertono gli animali solitari: il tumulto del cinghiale il passo felpato della volpe, l'avanzare ardito del lupo, il quieto scivolare di ricci e tassi. Un mondo cacciato via dalla storia, relegato nel dimenticatoio dalla caotica modernità. I Monti Dauni sono il luogo dove le favole del vento regalano l'essenza dei sogni.