18.8.15

ASCOLI SATRIANO: LA REGIONE PUGLIA FINANZIA UNA FABBRICA DI MORTE





di Gianni Lannes


Dopo l’autorizzazione regionale all’ennesimo inceneritore di rifiuti nell’antica Daunia, imposto da un prenditore del nord a Sant’Agata di Puglia, ecco un altro colpo mortale alla vita, eredità di "Svendola Puglia". A Bari ritengono che i Dauni abbiano l'anello al naso e che la Daunia sia una colonia barese, grazie purtroppo ai politicanti foggiani venduti al miglior offerente.





Carburante dai rifiuti di plastica in una pregiata area agricola tra il Tavoliere e i Monti Dauni. «L’impianto proposto è, anche per affermazioni indirette della società proponente, un impianto altamente inquinante con missioni pericolose e nocive, con tossicità acuta e cronica ad azione cancerogena» è quanto scrive il 16 luglio 2015, il sindaco di Ascoli Satriano nella Daunia. L’atto di diffida è stato indirizzato al presidente della Regione, Michele Emiliano, nonché agli assessori e dirigenti regionali.  



Un progetto calato dall’alto, anzi imposto alla collettività ascolana. Addirittura, denaro pubblico dell’ignaro contribuente, elargito a chi inquina un pregiato territorio agricolo, ricco di tesori archeologici. Il gruzzolo è di quasi 5 milioni di euro, concesso appunto dalla Regione alla ditta Ecofuel. Si tratta di una società a responsabilità limitata che vanta un capitale di appena 10 mila euro, costituita di recente, e controllata al 32,50 per cento dall’Ecoambiente, a sua volta detenuta al cento per cento dalla Finba S.p.A. dei fratelli Matarrese. Esatto: quelli che edificarono la saracinesca edilizia a Punta Perotti, sul lungomare di Bari.

Per la cronaca ignota o poco nota, la stessa furbata industriale Ecofuel è già stata bocciata a Modugno, ma riproposta in stile copia e incolla nella provincia di Foggia.
«Il progetto di Ecofuel Apulia srl (una società controllata dal gruppo saudita Fal Holdings e ammessa a un finanziamento della Regione Puglia) - spiega una nota del Comune barese - prevede la realizzazione di un impianto di depolimerizzazione della plastica per la produzione di combustibile (tipo cherosene) utilizzando rifiuti di plastica». Infatti nel bollettino della regione si rinviene una precedente localizzazione proprio nell’area industriale di Modugno, sottoposta a sequestro dalla Guardia di Finanza, a causa di un grave inquinamento. Ecco cosa si legge:

«SOCIETA’ ECOFUEL APULIA - Verifica di assoggettabilità alla procedura di V.I.A. La Ditta EcoFuel Apulia Srl con sede legale in Bari alla Via Rosario Livatino, 94, 70124, e-mail: info@ecofuelapulia.com, tel. 080.5651424 - fax 080.5039442, ai sensi e per gli effetti dell’articolo 20 del D.Lgs. n. 152/2006, avvisa di aver trasmesso all’Autorità Ambientale competente ovvero al Servizio Ecologia - Ufficio VIA- VAS l’istanza di verifica di assoggettabilità alla procedura di VIA unitamente allo studio preliminare ambientale relativo al progetto di un “IMPIANTO DI DEPOLIMERIZZAZIONE DELLA PLASTICA PER LA PRODUZIONE DI LIQUIDO COMBUSTIBILE ASSIMILABILE A GASOLIO ECHEROSENE” che si intende realizzare in Zona ASI Bari / Via delle Mammole, 26, 70030 - Modugno (BA)».

La Gazzetta del Mezzogiorno dell’8 febbraio 2014 riporta testualmente: 

«No al progetto di insediamento, nella zona industriale nel territorio di Ecofuel Apulia Srl, azienda di depolimerizzazione della plastica: lo ribadiscono in una nota inviata alla Regione Puglia e al Comitato regionale di Valutazione di impatto ambientale (Via) il sindaco di Modugno, Nicola Magrone, e l’assessore all’Ambiente del comune barese, Tina Luciano. Nell’impianto è previsto si bruci plastica per ricavarne olio combustibile assimilabile a gasolio e a kerosene. Il Comune di Modugno si è già pronunciato in senso negativo rispetto alla proposta del nuovo insediamento industriale e lo ha fatto, nel luglio 2013, con un atto di Giunta col quale - si ricorda nella nota - “sono state presentate osservazioni scientifiche contrarie alla proposta di insediamento ed è stato chiesto di assoggettare il progetto Ecofuel a Valutazione di Impatto Ambientale”».

L’inquinamento dell’aria non conosce limiti o barriere amministrative e perdura nel tempo. «Alcune emissioni nocive persisterebbero nell’area circostante l’impianto per vari decenni; anche successivamente alla chiusura dell’attività produttiva» ha denunciato il sindaco Savino Danaro. Allora? Progetto Ecofuel bocciato per sempre. La salute prima di tutto, soprattutto a scanso di torbide speculazioni. E' chiaro il concetto Emiliano? 


riferimenti:











Nessun commento:

Posta un commento

Gradita firma degli utenti.