di Gianni Lannes
Ecomafie di Stato tricolore: veleni bellici prodotti al nord e poi nascosti al sud, grazie all'egida ministeriale. A San Piero a Grado, ad un tiro di
schioppo da Pisa sorge dal 1959 una centrale nucleare militare su licenza del
governo degli Stati Uniti d'America. Per decenni il reattore
Galilei ha prodotto plutonio e scorie rapidamente occultate inizialmente -
sotto regia del ministero della Difesa - nel sottosuolo della Pineta di
Migliarino San Rossore (un'area protetta sulla carta straccia).
Nell’ordinanza di nomina del generale Carlo Jean a
commissario con poteri speciali per il nucleare ((7 marzo 2003 numero 3267) e a
capo della Sogin, firmata dall’allora primo ministro piduista Silvio
Berlusconi, si elencano gli impianti atomici che devono essere smantellati, con
il successivo stoccaggio delle scorie in un deposito unico: ma nell’atto,
incredibilmente non si fa riferimento al reattore Galilei, né al Cisam e
nemmeno viene citata la Toscana tra le regioni in emergenza, a causa di materiali
e di rifiuti radioattivi. Il significato è palese: le scorie nucleari del
Centro gestito dalle forze armate fin dal 1956 (Camen, poi Cresam) sono
sottoposte a segreto di Stato, e nella fase di dismissione sono state segretamente
trasferite in Sicilia. Dove? Nel cuore dell’isola.
Con un contatore Geiger e una sonda per rivelare
emissioni alfa, beta e gamma ho fatto alcune verifiche sul campo. Confermo che
in una zona molto ampia (in un raggio di decine di chilometri) intorno a
Pasquasia, si registrano scintillazioni per decadimento beta e gamma superiori
alla media nazionale per almeno un ordine di grandezza (10 volte). In quella miniera c'è sicuramente qualcosa di
anomalo.
Appena ieri. Nel 1996 il parlamentare siciliano Giuseppe
Scozzari è a Washington per partecipare a una conferenza su trattamento e
stoccaggio del combustibile nucleare esausto. Proprio in quell’occasione l’onorevole
siciliano sente parlare di una mezza dozzina di siti funzionanti in Europa
Occidentale dove vengono depositate scorie di basso e medio livello. I relatori
fanno il nome di Pasquasia in provincia di Enna, un’area a prevalente rischio
sismico. Si tratta di una miniera produttiva dismessa improvvisamente il 27
luglio 1992 (dopo l’eliminazione stragistica di Falcone Borsellino con regia del Sisde), sotto il
governo di Giuliano Amato, senza una ragione veramente plausibile.
L’onorevole Scozzari il 22 luglio 1996 presenta
un'interrogazione parlamentare, a tutt’oggi senza risposta governativa. Come le
successive, presentate da altri deputati e senatori. Infatti, paradossalmente, a prescindere dai vari governi eterodiretti dall'estero, risulta
sempre «iter in corso». Nel manuale di indirizzi generali e pratiche di
gestione dei rifiuti radioattivi stilato nel 1990 dall'agenzia nazionale per lo
sviluppo (Enea) a pagina 189 e seguenti si parla «di azioni per la costruzione,
in collaborazione con l'Italkali di Palermo, di un laboratorio sperimentale
sotterraneo nella miniera attiva di sali di Pasquasia (Enna). Il laboratorio
viene costruito nella rampa di accesso ai depositi minerari a una profondità di
160 metri (...)». Situazione che nel 1992 conferma al giudice Borsellino il
pentito di mafia Leonardo Messina, che a Pasquasia era un caposquadra. Scavando a fondo emergono i nostrani servizi
di sicurezza (Sismi): Pasquasia doveva servire per operazioni coperte dal
segreto militare.
Ma cosa è accaduto dopo, sotto il primo governo Berlusconi e gli esecutivi Dini e Prodi? Ecco alcune note conseguenze fatali. Tra il 1995 e il 1997 in
zona si registra un aumento del 20 per cento dei casi di leucemia. Lo segnala
l'oncologo dell'ospedale di Enna Maurizio Cammarata frantumando una cortina di
silenzio assordante. Nel marzo 2011, la procura di Enna ha disposto il
sequestro dell'area. Bidoni tossici che sembrano lo specchietto per le allodole, utile ad nascondere il vero
problema: cosa c'è nel ventre della miniera che fin dal 1988 l'European Nuclear
Energy Agency inserì nei siti idonei «al confinamento geologico delle scorie
radioattive a lunga vita e ad alta attività»? Perché gli atti parlamentari non
hanno ricevuto risposte? E perché all'assessore all'ambiente della Sicilia Ugo
Grimaldi nel 1997 dopo le preoccupazioni dei medici e le analisi dell'Usl
locale che rivelavano la presenza di Cesio 137 (radioisotopo che si sviluppa in
presenza di combustibile nucleare sfruttato) fu negato fisicamente di entrare a
Pasquasia? E perché quando successivamente riuscì ad accedervi non gli fu
concesso l'ausilio delle telecamere per un sopralluogo documentato? Pasquasia è
articolata in 4 pozzi, il più profondo raggiunge il chilometro, mentre gli altri
tre si sviluppano tra i 293 e i 750 metri di profondità. Un labirinto dove sono
nascosti segreti di Stato inconfessabili. A proposito: nelle viscere di quella terra, precisamente a 378 metri di profondità, l'Enea ha realizzato una galleria nucleare.
Una fiaba? A Pasquasia le scorie nucleari ci sono,
eccome. Certo, sono di quelle messe in sicurezza scadente. In fondo era l'ennesimo esperimento all'insaputa del popolo italiano, in questo caso siciliano. Ma se il problema principale, circa la riapertura della
miniera, fosse un altro? Ipotizziamo, per esempio, che Pasquasia possa
produrre un minerale (magnesio) di cui è ricchissima e che questo minerale si trovi allo
stato più puro e di facile estrazione, tale da poter creare problemi di economia e di equilibri finanziari mondiali. Gli “alleati” di Washington,
Parigi, Londra e Tel Aviv che cosa obietterebbero?
Invito l’attuale primo ministro pro tempore Matteo Renzi, imposto dall’abusivo Napolitano, ma non votato dal popolo sovrano, a vuotare il sacco e a predisporre urgentemente la bonifica integrale del territorio contaminato in profondità. Perché? Con la salute di milioni di persone non si scherza e non si imbastiscono affari.
Invito l’attuale primo ministro pro tempore Matteo Renzi, imposto dall’abusivo Napolitano, ma non votato dal popolo sovrano, a vuotare il sacco e a predisporre urgentemente la bonifica integrale del territorio contaminato in profondità. Perché? Con la salute di milioni di persone non si scherza e non si imbastiscono affari.
Se la società civile esiste, allora batta finalmente un colpo risolutivo di ribellione. Ne va della vita.
riferimenti:
European
Nuclear Energy Agency e Commissione delle Comunità europee. Direzione generale
Affari scientifici, ricerca e sviluppo, Studi nella cavità sotterranea di
pasquasia, Commissione delle Comunità europee, 1988.
Comitato Nazionale per la Ricerca e per lo Sviluppo dell'Energia Nucleare e
delle Energie Alternative, Studi nella cavità sotterranea di pasquasia:
rapporto finale, Comm. delle Comunità europee, 1988.
Notiziario
dell'ENEA.: Energia e innovazione, Comitato nazionale per la ricerca e per lo
sviluppo dell'energia nucleare e delle energie alternative, July 1986.
Schneider, K.J. Bradley, D.J. ;
Fletcher, J.F. ; Konzek, G.J. ; Lakey, L.T. ; Mitchell, S.J. ; Molton, P.M. ;
Nightingale, R.E.., Information Bridge: DOE Scientific and Technical Information
(PDF), Pacific Northwest Laboratory Operated By Battelle Memorial Institute for
the United States Department of Energy under Contract DE-AC06-76RLO 1830,
aprile 1991, pp. 6/90 IT12 PNL-6241, Rev. 2.
Witherspoon, P.A., Information Bridge:
DOE Scientific and Technical Information, Geological Problems in Radioactive
Waste Isolation - A world wide review (PDF), Workshop W3B, 28th International
Geological Congress Washington, D.C., 15 luglio-16,1989, pp. 212.
Q. H. Nguyen, Information Bridge: DOE
Scientific and Technical Information, A summary .report on the search for
current technologies and developers to develop depth profiling/physical
parameter end effectors (PDF), Westinghouse Hanford Company, 12 settembre 1994,
pp. Appendix
.D-9 223.
Francesco
Zarlenga, Le ricerche condotte dall’ENEA fra il 1976 e il 1991 sul confinamento
geologico delle scorie radioattive a lunga vita e ad alta attività (PDF), 2009.
Gianni Lannes, Italia, Usa e getta, Arianna Edizioni, Bologna 2014.
http://sulatestagiannilannes.blogspot.it/search?q=cisam
«…con
decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri del
14 febbraio
2003 (D.P.C.M.), pubblicato
nella Gazzetta Ufficiale
della Repubblica italiana - serie generale - n. 59
del 12 marzo 2003,
e' stato
dichiarato lo stato di emergenza, fino al 31 dicembre 2003,
in
relazione all'attivita' di
smaltimento dei rifiuti radioattivi
dislocati
nelle centrali nucleari
presenti sul territorio delle
regioni
Piemonte, Emilia-Romagna, Lazio, Campania e Basilicata, in
condizioni di massima sicurezza;
b)
con ordinanza del Presidente del
Consiglio dei Ministri del
7 marzo
2003, n. 3267
(O.P.C.M. n. 3267/2003,
pubblicata nella
Gazzetta Ufficiale della Repubblica italiana - serie
generale - n. 63
del 17 marzo 2003,
sono state disposte misure urgenti in relazione
all'attivita'
di smaltimento in condizioni di
massima sicurezza dei
materiali radioattivi dislocati nelle centrali
nucleari e nei siti di
stoccaggio
situati sul territorio
delle regioni Piemonte,
Emilia-Romagna,
Lazio, Campania e
Basilicata, nell'ambito delle
iniziative da
assumere per la tutela dell'interesse essenziale della
sicurezza dello Stato».
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