di Gianni Lannes
Dopo 22 anni, paradossalmente, l'interrogazione
parlamentare numero 4/09650 dell'ex giudice Carlo Palermo, non ha avuto una
risposta. Il tema? Il traffico di armi e droga, nonché il lavaggio del denaro
sporco, tutte operazioni illegali favorite dallo Stato italiano. Di più,
l'eliminazione stragistica dei magistrati Giovanni Falcone e Paolo Borsellino,
con relative scorte di Polizia. E ancor prima: la sparizione di due navi con un
unico raccomandatario (Nello Patella a Venezia): la Hedia nel 1962 e la Lorna I
nel 1977. Si trattava di carrette del mare che sventolavano bandiere ombra e
vantavano occultamente un proprietario indicibile: il Vaticano, ossia lo Ior,
padrone all'epoca del Banco di Roma per la Svizzera (con sede a Lugano).
In altri termini, c'è un unico filo rosso che lega
vicende apparentemente slegate nel tempo e nello spazio. Non solo: la regia nei depistaggi istituzionali è sempre la medesima: i nostrani servizi di sicurezza, al soldo del miglior offerente; altro che difesa della Repubblica e della Costituzione. Ma quale legalità?
Questo atto parlamentare ancora senza risposta
governativa, è indirizzato all'allora primo ministro Giuliano Amato (oggi
giudice della Corte Costituzionale) e al guardasigilli Claudio Martelli.
Comunque, già nel 1982 appare in Parlamento una
mozione, mai approvata che tira in ballo il medesimo soggetto, ovvero la banca
della Santa Sede, coinvolta in torbidi affari mafiosi e vendita di armi in
mezzo mondo, nonché la P2, specializzata con Gelli Lico in esportazione di armi all'estero, a nazioni belligeranti (vedi il caso Inghilterra vs. Argentina, o Perù e Somalia targata Craxi), con la benedizione di San Pietro e di Palazzo Chigi.
Bene, mi fa piacere abbia iniziato a dedicarsi all'argomento. Taoagi
RispondiEliminaSe vuole approfondire (Taoagi Miluce)