di Gianni Lannes
Un dato per tutti: il clima è alterato e i danni alla salute delle persone risultano conclamati. Ragioni divine o disumane? Per l'insospettabile guerra ambientale in atto c'è un'unica regia internazionale? Una delle maggiori vittime in Europa è l'Italia. Prima siccità prolungata, poi piogge torrenziali e nuovamente assenza di precipitazioni hanno messo in ginocchio l'agricoltura nazionale con danni economici irreparabili. Chi ha interesse a indebolire il Belpaese, laboratorio a cielo aperto nel Mediterraneo e teatro sistematicamente dall'anno 2002 di sperimentazioni climatiche alleate? Sui giornaloni si legge che la grandine bombarda le auto in Lombardia e Veneto, mentre brucia la Sicilia.
Il forte, atipico e continuato maltempo e le abbondanti piogge, talvolta miste a grandine, che hanno colpito l'Italia, in particolare nel mese di maggio e poi giugno e luglio 2023, hanno causato ingenti danni ai raccolti agricoli.
In Puglia i campi allagati hanno compromesso grano, pomodoro e altre ortive: nella parte settentrionale della regione, la Capitanata, molti raccolti sono marciti e numerosi vigneti, per uva sia da tavola che da vino, sono stati aggrediti irrimediabilmente dalla peronospora, il foraggio per l'alimentazione degli animali è andato perduto, e i trapianti sono in enorme ritardo per il terreno reso impraticabile dall'acqua. L'eccezionale piovosità ha determinato, inoltre, un serio problema di manutenzione del territorio: le strade rurali si sono trasformante in rivoli di fango e acqua rendendo ancora più difficile gli interventi a salvaguardia delle culture. Nel mese di maggio 2023, gran parte del territorio delle province di Bari, BAT e Taranto è stato investito da violenti nubifragi con tempeste di vento, pioggia e grandine che ha gravemente danneggiato le coltivazioni di uva da tavola, uva da vino, frutteti, oliveti e colture orticole. L'impatto dei cambiamenti climatici sulla Puglia è alto rispetto all'anno 2021: nel corso del 2022 la Puglia ha perso il 21 per cento della produzione agricola e il 6,2 per cento del valore; è andato perso, in particolare, il 50 per cento delle olive e il 35 per cento della frutta e della verdura, del grano, delle foraggere per l'alimentazione del bestiame, del miele e del pomodoro. Nello specifico la produzione del mais è calata del 22 per cento, rispetto al precedente anno, con un calo del 19 per cento delle rese, la produzione di frumento duro è calata del 9,2 per cento, con un calo del 9,9 per cento delle rese, la produzione di olio di oliva, riso e pomodori, rispettivamente sono diminuite del 27, del 17,3 e del 9,7 per cento, sempre rispetto all'anno 2021. in questi mesi i territori dell'intera Puglia, e in particolare l'alto Tavoliere, sono stati interessati da forti piogge torrenziali che hanno compromesso irrimediabilmente il raccolto del comparto vinicolo e frutticolo; nel mese di maggio 2023 sono caduti quasi 1200 millimetri di pioggia in 34 comuni pugliesi; ci si trova di fronte all'ennesima catastrofe ambientale che interviene fortemente sulla vita dei cittadini, impoverisce l'economia e rischia di mettere sul lastrico famiglie ed imprese. Come evidenzia Coldiretti Puglia, l'ondata di maltempo ha provocato anche frane e alluvioni in una regione dove 9 comuni su 10, pari all'89 per cento del totale, sono a rischio idrogeologico, anche per effetto del cambiamento climatico che aggrava lo stato di salute di un territorio già molto fragile per la cementificazione e l'abbandono. Sempre secondo Coldiretti Puglia, l'eccezionalità degli eventi atmosferici è ormai la norma, con una tendenza alla tropicalizzazione che si manifesta con una più elevata frequenza di manifestazioni violente, precipitazioni brevi ed intense ed il rapido passaggio dal sole al maltempo, sbalzi termici significativi che compromettono le coltivazioni nei campi con perdite della produzione agricola nazionale e danni alle strutture e alle infrastrutture nelle campagne che nel 2023 rischiano di essere superiori ai 6 miliardi stimati per lo scorso anno.
Anche il Settentrione da alcuni anni è tempestato da piogge torrenziali e siccità prolungata. Ad esempio, nei giorni dal 17 al 19 agosto 2022 il territorio delle province di Ferrara e Modena è stato colpito da un forte maltempo, con ondate di pioggia e forte vento, che ha distrutto, oltre a interi raccolti di frutta e verdura, vigneti, oliveti, serre, magazzini, fienili e altre strutture agricole; i danni più rilevanti si sono avuti alle strutture e agli alberi da frutto, prossimi alla raccolta, caduti a causa del vento impetuoso, in particolare pere abate e mele, alle colture di mais azzerate da vento e acqua, alle serre e ai tunnel divelti, ai tetti di magazzini e capannoni scoperchiati, con problemi sia per le attrezzature e i prodotti ricoverati, sia in diversi casi per gli impianti fotovoltaici rovinati; la produzione agricola del territorio, ad esempio, era già stata messa a dura prova dalla siccità che aveva provocato stress idrico alle piante e problemi di accrescimento ai frutti che, in generale, non hanno raggiunto calibri del tutto soddisfacenti per il mercato; per i frutteti abbattuti vi è la necessità di mettere a dimora nuove piante, il che significa non avere frutti per 4-5 anni, fino a quando le piante non inizieranno a produrre; quindi, oltre ai danni per la mancata raccolta, andata distrutta, si vanno ad aggiungere danni per le mancate prossime produzioni; le associazioni che rappresentano le imprese agricole hanno segnalato l'indisponibilità delle compagnie assicurative ad assicurare i danni agli impianti frutticoli per le imprese agricole per questa tipologia di calamità.
Quella del 2022 è stata la peggior estate del decennio, con in media ben 16 fra grandinate e bufere di acqua e vento ogni giorno, con danni all'agricoltura che, per il maltempo e la siccità, superano i 6 miliardi di euro, pari al 10 per cento della produzione nazionale.
E ancora. Nella giornata di giovedì 25 maggio 2023, il territorio compreso tra i comuni di Forino, Montoro e Contrada in provincia di Avellino è stato duramente colpito da una ondata di maltempo con pioggia e grandine; in pochissimi minuti si è abbattuta una vera bomba d'acqua di potenza eccezionale che ha provocato purtroppo anche una vittima sorpresa dalle precipitazioni mentre andava in montagna; il territorio in questione già in passato è stato colpito da fenomeni di questa intensità, da ultimo nel novembre 2022; enti locali e cittadini chiedono invano da tempo interventi risolutivi per la messa in sicurezza del territorio a fronte di questa sistematica esposizione al rischio idrogeologico.
Anche il territorio lucano è stato interessato da violentissime e intense precipitazioni che hanno provocato danni ad infrastrutture, ad attività economiche e a beni privati; particolarmente rilevanti sono i danni registrati nel comprensorio di Maratea già duramente provato dalle alluvioni dello scorso autunno; il maltempo ha nuovamente colpito le aree già interessate con ulteriori nuovi danni e il serio rischio di compromettere la stagione turistica; anche il vulture-melfese ha subìto danni con l'area industriale di Melfi che ha subìto allagamenti e danni alle infrastrutture di collegamento; grave anche la situazione nel materano con danni all'agricoltura e con situazioni di particolare criticità segnalate a Garaguso, Pisticci, con la frazione industriale di Pisticci Scalo sistematicamente allagata, Ferrandina e Bernalda: la viabilità rurale è seriamente compromessa, e si accentua il rischio dissesto in un territorio già provato e ad elevato pericolo.
In Sicilia unitamente alla Sardegna non va meglio. Adesso imperversano i roghi a Palermo e dintorni. Nei giorni del 9 e 10 febbraio 2023 la Sicilia è stata colpita da un'ondata di maltempo che ha interessato soprattutto i comuni della costa orientale, provocando ingenti danni e all'agricoltura e alle attività commerciali. Le impetuose mareggiate hanno provocato criticità sia al patrimonio pubblico che privato, interessando assi viari di fondamentale importanza, porti, moli e infrastrutture ferroviarie e anche muri di contenimento e abitazioni private; tra Siracusa ed altri comuni della provincia, a causa delle incessanti piogge numerosi abitanti si sono ritrovati senza utenze elettriche e, purtroppo, alcuni con le abitazioni allagate e sfollati; nel ragusano la rottura degli argini del fiume Ippari ha creato allarme per la diga Santa Rosalia e Dirillo che ha raggiunto volumi preoccupanti e numerosi tratti di strada sono risultati impercorribili anche a causa della presenza di alberi sulla carreggiata, stessa situazione con lo straripamento, nel territorio di Carlentini, del fiume San Leonardo.
Nella notte tra il 12 ed il 13 luglio 2023, in Veneto sono state registrate oltre 350 chiamate di soccorso ai Vigili del fuoco, in ragione di un fortunale che ha investito Treviso e la Marca, il veneziano, il vicentino ed il veronese; nel veneziano, in particolare, sono state oltre 150 le chiamate alla sala operativa del 115 per rami, alberi e pali caduti a terra: interessati, in particolare, i comuni di Portogruaro e Fossalta di Portogruaro, dai quali è provenuta la stragrande maggioranza di richieste d'intervento. I pompieri sono usciti anche a Eraclea, San Michele al Tagliamento, Martellago, San Stino di Livenza, Annone veneto, Mirano e Scorzè; nel trevigiano sono state registrate oltre 140 chiamate di soccorso sempre per segnalazioni dello stesso tipo, le quali risultano concentrate soprattutto a Treviso città, Cimadolmo, Salgareda, Susegana, Arcade. Tra i territori più colpiti c'è senz'altro il vicentino, dove le chiamate sono state circa 60 e dove la grandine, con chicchi di volume fino a 7 centimetri, ha danneggiato vetture, abitazioni e giardini a partire dalla città capoluogo, in particolare nel quartiere di Laghetto, fino all'hinterland e ai comuni della fascia pedemontana: segnalazioni sono arrivate, tra gli altri, dai comuni di Costabissara, Caldogno, Monteviale, Dueville, Isola vicentina, Sandrigo e Castelgomberto. Il maltempo ha coinvolto anche il veronese, dove i disagi hanno riguardato soprattutto la zona tra il Garda e la val d'Adige: le raffiche di vento tra i 100 e i 130 chilometri orari hanno danneggiato parecchi arbusti, con i rami finiti sull'asfalto e un albero caduto che ha invaso la tangenziale Affi-Peschiera.
Gli eccezionali nubifragi nel Centro-Nord (iniziati a partire dal 2 maggio 2023), prolungatisi per più giorni a più riprese e senza interruzioni, hanno interessato tutta la porzione centro-settentrionale dell'Italia, l'Emilia-Romagna nella fase iniziale, per poi toccare le zone limitrofe, in particolare le province di Pesaro-Urbino ed Ancona (con punte fino alle province di Macerata e Fermo); sono state segnalate numerose strade ed infrastrutture interrotte o inagibili, completamente divelte dalla furia del maltempo, numerosi ed importanti fenomeni franosi, smottamenti, esondazioni di fiumi e torrenti, rotture di argini fluviali, allagamenti diffusi che hanno interessato case, edifici storici, attività produttive e commerciali; l'eccezionalità del fenomeno meteorologico e le sue ripercussioni sono state imponenti ed estese anche su tutto il litorale, interessato da forti mareggiate con accumulo di materiale detritico proveniente dai corsi d'acqua in particolare a Gabicce, Montegrimano Terme, Sassocorvaro Auditore e Pesaro, dove si sono verificati numerosi smottamenti franosi e danneggiamenti alla viabilità.
I cambiamenti climatici degli ultimi anni hanno fatto registrare stagioni invernali via via più calde con una drastica riduzione di piogge, causando gravi danni al comparto, con evidenti perdite economiche per gli operatori. L'agricoltura è il comparto che più risente delle conseguenze dei cambiamenti climatici con i danni provocati dalla siccità e dal maltempo, che nel 2022 hanno superato i 10 miliardi di euro.
Secondo quanto dichiarato da Legambiente, negli ultimi dodici anni la Sicilia è stata la regione italiana maggiormente colpita da eventi climatici avversi, con un numero di episodi pari a 175, di cui 25 solo nel 2022, con il 70 per cento dei comuni siciliani a rischio e in particolar modo le province di Palermo, Agrigento, Catania e Messina; a seguito dei fenomeni alluvionali del 9 e 10 febbraio 2023 i territori della Sicilia orientale, sia nelle aree urbane ma soprattutto nelle zone agricole, hanno subito ingenti danni che hanno compromesso le attività dell'intero comparto agroalimentare dell'isola; i recenti fenomeni verificatisi hanno confermato le statistiche secondo cui la Sicilia è al primo posto in Italia tra le località maggiormente colpite da fenomeni simil-tropicali. La Sicilia è divenuta emblema del cambiamento climatico, soprattutto considerando che sono state colpite località, come Siracusa e Catania, mai toccate nel recente passato da fenomeni di tale portata, con ciò dimostrando che il rischio idrogeologico è esteso all'intera Isola e non più confinato in talune zone della Sicilia. Secondo quanto riferito dalla Direzione generale dell'assessorato all'agricoltura della Regione Siciliana, i dati forniti dal Servizio informativo agro-meteorologico siciliano delineano un quadro catastrofico a seguito degli eventi calamitosi occorsi negli scorsi giorni. Eventi caratterizzati da un lato dall'intensità in lunga durata delle precipitazioni registrate (343,8 mm di acqua caduti a Siracusa), che ha superato i valori della tempesta sub tropicale dell'ottobre 2021 (si deve risalire al 1951 per registrare concentrazioni d'acqua superiori); dall'altro, gli impetuosi venti che si sono abbattuti sull'isola, i quali hanno registrato valori massimi di raffica (105,5 km/h a Pachino), a cui si aggiunge la prolungata e anomala persistenza dei valori di velocità del vento (Palazzolo nei due giorni ha raggiunto una media di 8,24 m/s). La formazione di volumi idrici eccedenti la capacità di campo, insieme alle raffiche di vento, hanno determinato condizioni di suolo soprassaturo, perdita di capacità di assorbimento e perdita strutturale del terreno. Soprattutto nei terreni in pendio, ciò ha originato frane, smottamenti e colate di fango con pesanti ripercussioni su aziende agricole e raccolti.
Secondo l'analisi effettuata dalla Coldiretti sulla base dei dati forniti dall'European Severe Weather Database (Eswd), sono stati infatti registrati danni da inondamento alle campagne con conseguenze per i raccolti e le serre, nonché grandi difficoltà a raggiungere le aziende a causa degli alberi abbattuti che ostruivano il passaggio. A preoccupare è inoltre la copiosa discesa delle temperature al di sotto dello zero, con forti raffiche di vento, pioggia e neve, che con il formarsi di gelate rischia di distruggere fiori e gemme di piante e alberi, infliggendo pesanti effetti sui prossimi raccolti. Non si possono tralasciare i maggiori costi di riscaldamento per proteggere le produzioni di ortaggi e fiori nelle serre; in base alle segnalazioni da parte di alcune aziende agrumicole, è stato registrato un 30 per cento di perdite rispetto alla campagna già deficitaria 2022-2023. In alcuni casi si è reso addirittura necessario dichiarare in anticipo il finale di campagna a causa della mancanza di prodotto, con una netta prevalenza dei frutti caduti rispetto a quelli presenti sugli alberi. Secondo Confagricoltura Sicilia, sarebbero migliaia gli ettari di terreni agricoli allagati, soprattutto nella Sicilia sudorientale. Ad aggravare il quadro è la condizione delle strade rurali che, a causa dello scorrere incontrastato di torrenti, fiumi, canali e dei relativi detriti, sono divenute impraticabili.
La direttiva UE 2018/1972 del Parlamento europeo e del Consiglio dell'11 dicembre 2018, che ha istituito il codice europeo delle comunicazioni elettroniche, ha introdotto il sistema di allarme pubblico IT-Alert, prevedendo che entro il 21 giugno 2022 gli Stati membri avrebbero dovuto provvedere affinché, quando sono istituiti sistemi di allarme pubblico in caso di gravi emergenze e catastrofi imminenti o in corso, i fornitori dei servizi mobili di comunicazione interpersonale basati sul numero diffondano allarmi pubblici agli utenti finali interessati attraverso la trasmissione di messaggi denominati «messaggi IT-Alert», senza che sia necessario scaricare alcuna applicazioni digitali.
I messaggi IT-Alert vengono ricevuti da chiunque si trovi nella zona interessata dall'emergenza e contengono informazioni circa lo scenario di rischio e le relative misure di autoprotezione da adottare, al fine di minimizzare l'esposizione individuale e collettiva al pericolo. In Italia, il sistema di allarme pubblico è stato introdotto per la prima volta dal decreto-legge 18 aprile 2019, n. 32, convertito, con modificazioni, dalla legge 14 giugno 2019, n. 55; con il decreto del Presidente del Consiglio dei ministri del 19 giugno 2020, n. 110 sono state definite le modalità e i criteri di attivazione e gestione del servizio IT-Alert ed è stato stabilito che esso sarebbe entrato in servizio «sperimentale» il 1° ottobre 2020. La direttiva del Presidente del Consiglio dei ministri del 23 ottobre 2020 ha previsto un periodo di sperimentazione di IT-Alert della durata di ventiquattro mesi, di cui gli ultimi sei volti a valutare gli esiti della sperimentazione; la legge di bilancio 2023 ha previsto una dotazione finanziaria di 5 milioni di euro per ciascuno degli anni 2023 e 2024 per l'adeguamento in termini tecnologici e di sicurezza del servizio; con la direttiva del Ministro per la protezione civile e le politiche del mare del 7 febbraio 2023 è stato esteso fino al 13 febbraio 2024 il periodo di sperimentazione IT-Alert. A fronte dell'emergenza maltempo che ha colpito la regione Emilia-Romagna, IT-Alert avrebbe potuto informare in tempo reale i cittadini se fosse stato implementato nei tempi previsti dall'Unione europea. A proposito: quanto ammontino i fondi stanziati e le spese effettuate dall'inizio del programma IT-Alert e per quali servizi, beni, investimenti; chi sia il responsabile dell'attuazione del progetto IT-Alert e chi lo sia stato dall'inizio del programma; quali incarichi professionali esterni al Dipartimento della protezione civile e per quale ammontare siano stati attribuiti; quali siano le ragioni per le quali non sia stato attivato il servizio e sia stato esteso il periodo di sperimentazione; se siano stati realizzati spot promozionali per le reti televisive ovvero per informare la popolazione sulla funzionalità del servizio, da chi siano stati realizzati e con quali costi; in quali Paesi dell'Unione europea il servizio sia già stato attivato e da quando?
Riferimenti:
https://sulatestagiannilannes.blogspot.com/search?q=clima
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