di Gianni Lannes
Luminarie, abeti finti o estirpati destinati a morire,
vetrine scintillanti e case commerciali di babbo natale. Poi la sarabanda dei regali
inutili e degli auguri standardizzati. Così si perde di vista il significato vero, vale a dire il dono della vita e della gioia comune. Apatia, sfiducia, attesa, paura? Incombe più di tutto la rassegnazione. Finzione ed ipocrisia, ciò che conta è la cosiddetta "libertà" di possedere (consumare).
Comunque, l’Italia non è un paese per buoni, non più almeno. A documentarlo è il 52esimo Rapporto Censis sulla situazione sociale del belpaese, da cui emerge il ritratto di una popolazione incattivita da speranze politiche deluse, arrabbiata e rancorosa per la mancata ripresa economica e diffidente verso l’altro.Il capro espiatorio verso cui scaricare la rabbia individuale e sociale? I migranti.
Comunque, l’Italia non è un paese per buoni, non più almeno. A documentarlo è il 52esimo Rapporto Censis sulla situazione sociale del belpaese, da cui emerge il ritratto di una popolazione incattivita da speranze politiche deluse, arrabbiata e rancorosa per la mancata ripresa economica e diffidente verso l’altro.Il capro espiatorio verso cui scaricare la rabbia individuale e sociale? I migranti.
Antidoti culturali e anticorpi naturali? Educare la persona alla verità nel dialogo, nel rispetto
della vita e nell’incontro con l’uso
critico della ragione, è la regola etica principale in ogni forma di
comunicazione, anche nel nostro tempo carico di narcisismo, violenza, menzogna e
disumanità.
Altro capitolo connesso: l'esodo delle intelligenze. Ogni anno dall’Italia vanno via 130 mila persone, in gran
parte giovani. Pensateci un pò: oggi fin dall’infanzia si educano i minori a non pensare al
futuro. Si sopravvive in una sorta di presente continuo: non si guarda indietro e non si vede avanti. Il fenomeno è alimentato anche dai social network con l'inseguimento del qui e ora.
I giovani persuasi di essere senza prospettive delegano tutto agli altri, anche il proprio avvenire, deprimendosi quotidianamente per il “mondo a schifo”, senza alzare un dito per cambiarlo. Non combattono il consumismo, non si impegnano in battaglie civili, ma inseguono gli agi e i privilegi. Insomma, hanno sposato in pieno l’edonismo. Cambiano i consumi: si privilegiano quelli che esorcizzano la paura con cose più frivole e divertimento ininterrotto.
I giovani persuasi di essere senza prospettive delegano tutto agli altri, anche il proprio avvenire, deprimendosi quotidianamente per il “mondo a schifo”, senza alzare un dito per cambiarlo. Non combattono il consumismo, non si impegnano in battaglie civili, ma inseguono gli agi e i privilegi. Insomma, hanno sposato in pieno l’edonismo. Cambiano i consumi: si privilegiano quelli che esorcizzano la paura con cose più frivole e divertimento ininterrotto.
Occorre riprendere il percorso della ragione partendo dal
senso critico su ciò che ci circonda. Insomma, una scelta etica tra la fine e
la rinascita. Non possiamo fare a meno di riprendere il racconto della vita,
alla ricerca del senso, per riaprire lo sguardo dell’umanità verso un nuovo
umanesimo critico.
Le varie tappe della comunicazione umana dal racconto
orale alla narrazione iconografica, dal racconto scritto e letto, al racconto
per immagini, dal racconto multimediale al racconto digitale, si basano sull’imprenscindibile
esigenza di raccontare e condividere, non separare e dividere con muri invalicabili.
La ragione e la bellezza possono scongiurare il tramonto
dell’umanità. Parafrasando Giovanni XXIII:
«Dite
ai giovani che il mondo esisteva già prima di loro e ricordate ai vecchi che il
mondo esisterà anche dopo di loro».
Riferimenti:
http://www.censis.it/10?shadow_ricerca=121097
https://sulatestagiannilannes.blogspot.com/2018/06/estate-e-natale.html
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http://www.censis.it/10?shadow_ricerca=121097
https://sulatestagiannilannes.blogspot.com/2018/06/estate-e-natale.html