Buona scuola? Con il telefonino in mano o in
tasca, sempre virtualmente connessi. Ora si può, grazie al ministro della cosiddetta "istruzione"
Fedeli che si esprime al livello del “più migliore”, ma non è addirittura
laureata. Il deleterio progetto rientra nel “piano nazionale di scuola digitale”.
Dopo gli occhi elettronici il grande fratello assume il controllo diretto degli ignari alunni. È una pericolosa inversione di rotta rispetto al divieto emesso dal ministro dell’istruzione Fioroni, che nel 2007 firmò la
direttiva ministeriale per vietare l’utilizzo dei cellulari a scuola. Quella norma
in teoria è ancora valida.
Peggio: gli istituti scolastici dovranno garantire
il rischioso Wi Fi all’interno delle aule. Secondo questa nuova strampalata teoria
ministeriale, “l’uso degli smartphone in classe va affrontato in modo corretto,
come un cambiamento per migliorare la vita degli studenti. L’utilizzo dei
dispositivi può aiutare infatti i ragazzi nella loro autonomia. L’uso degli
smartphone in classe è necessario per lo sviluppo di cittadini responsabili
anche nell’uso delle tecnologie”. Però non si tiene conto di un aspetto fondamentale:
l’inquinamento elettromagnetico sempre più pervasivo. Invece di sanare ben duemila
scuola imbottite del micidiale amianto e mettere in sicurezza ben 4 mila
edifici scolastici in condizioni di insicurezza, lo Stato mette ulteriormente a
rischio la vita dei minori. In fondo chi controlla l’educazione di una generazione, poi non
ha bisogno della repressione poliziesca per dominare un popolo già sottomesso. Un finto progresso marcato dal regresso.
riferimenti:
https://www.agi.it/cronaca/smartphone_scuola_regole-3387961/news/2018-01-19/
http://www.iarc.fr/en/media-centre/pr/2011/pdfs/pr208_E.pdf
http://www.iarc.fr/en/media-centre/pr/2011/pdfs/pr208_E.pdf