Sì al sequestro di scuole non in regola con i
criteri antisismici. La suprema corte si è pronunciata con la
sentenza numero 00190, depositata l'8 gennaio 2018: «nel carattere non prevedibile dei terremoti, la regola
tecnica di edificazione è ispirata alla finalità di contenimento del rischio di
verificazione dell’evento». Per questo «la inosservanza della regola tecnica di
edificazione proporzionata al rischio sismico di zona, anche ove quest’ultimo
si attesti su percentuali basse di verificabilità, integra pur sempre la violazione
di una norma di aggravamento del pericolo e come tale va indagata e rileva ai
fini dell’applicabilità del sequestro preventivo».
Dunque sono da chiudere allo scopo di prevenzione
in attesa di ristrutturazione o della costruzione di nuovi edifici, le scuole
che non rispettano in pieno gli standard di sicurezza anticrollo in caso di
terremoto, anche nel caso in cui lo scostamento dai parametri sia minimo e
anche se la struttura si trova in una zona a basso rischio sismico.
Ma cosa ha combinato il governo italiano, al di là
delle vuote promesse annunciate già nel 2009? Un bel niente in concreto, se non
sottrarre stanziamenti pubblici alla scuola pubblica per destinarli alla
guerra, facendo lievitare la spesa militare a circa 30 miliardi di euro soltanto
nel 2016.
riferimenti:
Gianni Lannes, TERRA MUTA, LPE, Cosenza 2013.
Gianni Lannes, TERRA MUTA, LPE, Cosenza 2013.
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