di Gianni Lannes
Dopo 24 anni dalla chiusura del petrolchimico Eni
(una fabbrica pericolosa elargita in compenso del furto di metano ancora in
atto dal 1969 nella provincia di Foggia), il risanamento territoriale sulla
terraferma e in mare è ancora a zero, nonostante lo stanziamento di quasi 80
milioni di euro (denaro pubblico elargito alla Syndial, ovvero all’Eni).
L’Ispra ha inoltre rilevato recentemente la presenza
dei soliti noti inquinanti, in particolare arsenico e mercurio in dosi letali
per l’ambiente e gli esseri viventi, inclusi gli umani.
Per la cronaca documentata: già nel giugno del 1995 l'Organizzazione mondiale per la sanità aveva incluso proprio Manfredonia, nelle 12 aree italiane a grave crisi ambientale. Da allora, tutte le autorità a partire dallo Stato, dalla regione Puglia, dalla Provincia di Foggia e dal Comune di Manfredonia, non hanno fatto nulla di concreto per risanare la zona ed impedire malattie e morte nell'ignara popolazione. Eppure ben 22 anni fa l'OMS aveva resi noti i dati sanitari (occultati), rilevando un eccesso di mortalità per tumori rispetto alla media nazionale e regionale.
riferimenti:
http://www.bonifiche.minambiente.it/page_anno_5.html
http://sulatestagiannilannes.blogspot.it/search?q=eni
http://sulatestagiannilannes.blogspot.it/2017/03/eni-speculazione-fotovoltaica.html
http://sulatestagiannilannes.blogspot.it/2017/04/daunia-la-rapina-mafiosa-del-metano.html
http://sulatestagiannilannes.blogspot.it/search?q=manfredonia
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http://www.bonifiche.minambiente.it/page_anno_5.html
http://sulatestagiannilannes.blogspot.it/search?q=eni
http://sulatestagiannilannes.blogspot.it/2017/03/eni-speculazione-fotovoltaica.html
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