1.3.17

ISOLE TREMITI E NAVI DEI VELENI


di Gianni Lannes

Una testata giornalistica indipendente della Grecia mi ha contattato per saperne di più, poiché ho scoperto e rilevato in mare che numerose carrette - munite di bandiere ombra - partite dall'Italia cariche di scorie pericolose sono state affondate non solo nello Jonio ma anche nel Mar Egeo, come ben sanno i nostri cosiddetti servizi di sicurezza che hanno svolto un ruolo di intermediazione con la criminalità organizzata, al fine di far sparire carichi particolari.

Dopo la richiesta ricevuta oggi da un cittadino delle Isole Tremiti, torno sul gravoso problema eluso dalle istituzioni, già sepolto nella memoria collettiva. Ecco quanto documentavo ben dieci anni fa, e ancora prima, ossia nel 1997, mentre non c'è ancora un editore italiano che abbia il coraggio civile di pubblicare questo lavoro di inchiesta. A tutt'oggi lo Stato italiano ha insabbiato tutto. Dopo il convegno a Sannicandro Garganico nel 2009 alla presenza dell'assessore Guglielmo Minervini, i vertici della regione Puglia (all'epoca il sedicente ecologista Nichi Vendola) non hanno mantenuto alcun impegno risolutivo.






Il comandante Natale De Grazia, di stanza alla Guardia Costiera di Reggio Calabria, è stato assassinato (come ha inequivocabilmente accertato l'ultimo rilievo autoptico) il 12 dicembre 1995 poiché, su incarico del pubblico ministero Francesco Neri, aveva raccolto le prove sull'affondamento doloso di ben 180 navi dei veleni nei mari d'Italia. Alla sua attenzione, in particolare, vi erano alcuni relitti alle Isole Tremiti ed un traffico internazionale di scorie radioattive. 


Sempre alle Diomedee sono stati ammazzati nello stesso periodo due ecologisti subacquei professionisti, facendo passare il duplice omicidio per un incidente, che hanno tentato di far luce in tempi in cui del fenomeno non parlava anima viva. L'amico Angelo Cavallo ne ha romanzato la storia in Tremiti mare, sulla base della mia pregressa inchiesta giornalistica. Adesso, proprio a Pianosa, cuore della riserva marina istituita nel 1989, dove però nel 1986 fu dolosamente affondato il mercantile Panajota, lo Stato tricolore ha autorizzarto la devastazione dei fondali per il progetto speculativo Monita, a favore di imprenditori tedeschi in Montenegro. Gli unici a protestare comunque debolmente, sono stati i pescatori di Manfredonia (a cui sono ben note le aree di affondamnto dei cosiddetti "cassoni", ossia container), ma solo perché è stata preclusa fino al 30 aprile prossimo, quell'area di pesca.








AVVENIMENTI, 1999
LA NUOVA ECOLOGIA, 1998
PROTAGONISTI, 1997














1 commento:

  1. in molti.. se non quasi tutti, tacciono e magari SOSPETTO che incassano o magari aiutati ad essere eletti.. dove sbaglio???

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