Fonte: Archivio Storico Comunale di Verucchio - foto Gianni Lannes |
di Gianni Lannes
Terra bruciata in Italia: i fatti ora accertati attestano inequivocabilmente che la nocività ambientale è una strategia bellica di lungo periodo. Alle interrogazioni parlamentari dai governi italiani non è mai stata fornita risposta su problemi che toccano la salute della popolazione. Fanno ammalare la gente e uccidono a distanza di tempo. Ecco un altro armadio della vergogna: documentato negli archivi segreti di Londra e all'Unep per conto delle Nazioni Unite.
Fonte: Unep (ONU) - mappa inquinamento chimico militare |
Non solo armi chimiche fabbricate in Italia e usate in Etiopia nel 1935 sulla popolazione civile, ma anche ordigni proibiti assemblati da militari germanici nel 1943 e 1944 con materiali tricolore, usati contro gli anglo-indiani a ridosso della Linea Gotica e poi occultati nel mare e nella terraferma del Belpaese, incluso il fiume Marecchia.
Verucchio: anno 1944: sperimentazioni belliche - foto Gianni Lannes |
A Verucchio in provincia di Rimini, ad un soffio da San Marino, vi era un deposito segreto di munizioni proibite dalla Convenzione di Ginevra del 1925, stipato all'interno di una galleria ferroviaria, gestito da un reparto militare italiano. Un distaccamento tedesco specializzato nella guerra chimica e batteriologica, su ordine del Terzo Reich se ne impossessò dopo l'8 settembre dell'anno 1943. Una parte di quell'arsenale, costituito dal cancerogeno arsenico fu affondato nel Mare Adriatico il 10 agosto 1944 dal Sonderkommando Meyer tra Pesaro e Fano in prossimità della località Fosso Sejore. Ben 84 tonnellate di arsenico stivato in barili metallici rinforzati giacciono a 12 metri di profondità su un fondale melmoso a meno di 3 miglia dalla spiaggia che pullula di gente ignara del grave pericolo, soprattutto d'estate ma non solo.
Maria Cristina Garattoni (giornalista e sindaco di Santarcangelo di Romagna) |
“Allarme a Pesaro, 3 morti per il morbo del legionario”: aveva titolato il quotidiano L'Unità nell'edizione del 22 luglio 1984. La corrispondete da Rimini, Maria Cristina Garattoni, scriveva del morbo del legionario, vale a dire una strana malattia infettiva, che “avrebbe già ucciso tre persone nei comuni di Montefeltro in provincia di Pesaro e sarebbe la causa del ricovero in isolamento di altre 25 persone, attualmente quelli vicino a Rimini e Cesena”. Il focolaio della cosiddetta epidemia era stato circoscritto al territorio di San Leo in località Pietracuta. In loco aveva operato il predetto gruppo militare inviato da Berlino. La giornalista dell'Unità aveva inoltre riportato testualmente: “Un dipendente comunale di Pietracuta, Bruno Fiorentini, di 38 anni, colto da malore è stato ricoverato all'ospedale con i sintomi di una grave polmonite.. Nel giro di un giorno è morto. Nei giorni successivi altre due persone hanno accusato gli stessi sintomi e sono morte mentre i medici tentavano di capire l'origine del male: Audaldo Stacchini di 42 anni e Giuseppe Valli, di di 58, entrambi di Pietracuta”. Anche la stessa autrice dell'articolo, in seguito sindaco di Santarcangelo di Romagna dal 1988 al 1995, il 9 luglio 1996 è morta prematuramente ad appena 43 anni d'età.
Fonte: Archivio Storico Comunale di Verucchio - foto Gianni Lannes |
Anche il giornale La Repubblica, a pagina 13 del 22 luglio 1984 titolava: “Stato d'emergenza a Pesaro per un virus sconosciuto: “Stato di emergenza nell'Alto Monte Feltro dopo i tre improvvisi decessi e i ventisei ricoveri in ospedale a causa di un misterioso morbo che colpisce i polmoni... Il focolaio interessa, afferma una nota dell'Unità sanitaria locale, solo alcune frazioni del Comune di San Leo, Le tre persone decedute risiedevano infatti a Pietracuta, un paesino di poco più di mille abitanti dell'Alta Valle del fiume Marecchia, al confine tra le Marche e l'Emilia. Anche il padre e la sorella di Andreina Battistini che abitavano ai Pianacci di San Leo sono morti di tumore e così tantio altri per la Valmarecchia. Tra i ricoverati in ospedale ci furono anche le persone che lavoravano alla realizzazione della strada lungo l'alveo del Torrente Mazzocco.
Soltanto nel 2014 il Comune di Novafeltria proibì la balneazione nel fiume Marecchia con la motivazione che “le acque dolci non sono monitorate” Ma allora le acque asgttintye dagli acquedotti locali nella falde del Marecchia chi le ha analizzate? All'acqua minerale “Cinzia” nel 2003 furono richieste dal Ministero della Sanità, analisi complete che la Sorgente Valpiano srl (l'azienda imbottigliatrice) non ha mai presentato, tant'è che le fu tolta la concessione. L'acqua della diga Ridracoli - che giunge anche dalle captazioni locali - è sicura?
A proposito: che fine hanno fatto tutti i micidiali ordigni nascosti sotto Urbino, nelle gallerie ferroviarie? Si trattava di oltre un milione di bombe: 908 mila convenzionali e 100 mila imbottite di iprite.
Maria Cristina Garattoni
Nata a San Justo, in Argentina, il primo novembre del 1952. Dopo una breve esperienza come insegnante nella scuola elementare di Stradone diventa responsabile dei Servizi Scolastici del Comune di Santarcangelo, incarico che lascia nel 1984 per svolgere l'attività di cronista del quotidiano l'Unità. Nel 1985 è eletta nel Consiglio comunale di Santarcangelo e diventa assessore alla Cultura e al Personale finché, il 21 novembre 1988, viene eletta sindaco della città. Fino al 1994, in qualità di Sindaco, assume anche la Presidenza del Consorzio Festival Internazionale del Teatro in Piazza. Nel gennaio '96 è nominata Presidente del Consiglio Provinciale di Rimini. Iscritta al PCI dal '78, dal 1979 riveste vari incarichi politici: segretaria della Sezione Gramsci, membro del Comitato e della Segreteria Comunale, dove rimane fino alla "svolta"; aderisce quindi al PDS entrando a far parte dell'Unione Comunale e del Comitato Federale del partito.
Riferimenti:
Gianni Lannes, Bombe a...mare, Nexus edizioni, Battaglia Terme, 2018.
https://sulatestagiannilannes.blogspot.com/2024/11/le-bombe-segrete-di-mussolini.html
https://aic.camera.it/aic/scheda.html?core=aic&numero=4/05336&ramo=C&leg=9
https://aic.camera.it/aic/scheda.html?core=aic&numero=4/05762&ramo=C&leg=9
https://aic.camera.it/aic/scheda.html?core=aic&numero=3/00942&ramo=S&leg=10
https://aic.camera.it/aic/scheda.html?core=aic&numero=3/01373&ramo=C&leg=9
https://aic.camera.it/aic/scheda.html?core=aic&numero=2/00476&ramo=S&leg=9
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