di Gianni Lannes
“Sarebbe meglio che i dirigenti del
Movimento Sociale che sono, gli stessi che hanno avuto responsabilità
gravi per i delitti del fascismo non parlassero di fughe. Perché voi
siete stati coraggiosi soltanto quando stavate dietro la protezione
delle SS. Allora siete stati coraggiosi, nel massacro dei giovani,
nel massacro dei partigiani. Quando vi siete trovati di fronte, voi
fascisti repubblicani, i partigiani, siete sempre scappati”. Parole
pubbliche di Enrico Berlinguer (aprile 1972) in una trasmissione della RAI (Tribuna politica) memorabile.
Mario Pucci, redattore capo de “Il Secolo d'Italia”, il giornale
del Movimento Sociale Italiano, attacca direttamente Enrico
Berlinguer, allora da meno di un mese segretario del Partito comunista
italiano, accusandolo provocatoriamente di voler sfuggire alle sue
domande. Questo scambio in ambito televisivo in cui si ricordano alcune delle
responsabilità incontrovertibili dei fascisti (criminali e codardi alla prova inequivocabile della storia), si trova in rete ancora
oggi. Queste parole risuonano attuali più che mai, perché l'Italia odierna è piombata in un nebuloso buco nero consegnandosi ai maldestri eredi di un passato nefasto.
Nell'Italia smemorata qualche tempo fa è tornato in
Parlamento un individuo che pagava la mafia (Silvio Berlusconi: tessera piduista numero 1816) e che
assieme ad un individuo della mafia (Marcello Dell'Utri, condannato
definitivamente per concorso esterno in associazione mafiosa) ha fondato
un partito (Forza Italia) che è stato al centro della politica per
un ventennio. Un altro individuo del cucuzzaro berlusconiano (tale Toti, presidente della regione Liguria) ieri è stato arrestato.
https://sulatestagiannilannes.blogspot.com/2024/05/toti.html
Nell'Italia senza memoria è stato eletto Presidente
del Senato un noto veneratore di coloro che hanno perpetrato, con
spietato istinto omicida, violenze, soprusi e stragi, un
“picchiatore” fascista come Ignazio Benito Maria La Russa: è
indimenticabile la sua partecipazione ai pestaggi dei giovani
antifascisti col branco dei suoi camerati, quando era segretario
regionale del 'Fronte della Gioventù', fuori dalle scuole e nelle
piazze milanesi armati di catene e coltelli. Nell'Italia senza
memoria è stato dato l'incarico di governo a Giorgia Meloni. La
prima donna Presidente del Consiglio che nella squadra dei
ministri guarda al passato con ben 11 esponenti dell’esecutivo che
fecero parte dell’ultimo governo guidato da Berlusconi. E intende
manomettere la Costituzione repubblicana col premierato.
La fotografia di questa Italia allo sbando si è ben vista il giorno del dibattito sulla fiducia al governino Meloni. Quel microfono silenziato al senatore Roberto Scarpinato (un integerrimo giudice impegnato sul fronte antimafia per un'intera vita lavorativa) mentre parlava proprio di Berlusconi e Dell'Utri, dopo aver messo in fila gli atti di “depistaggio delle stragi neofasciste” negli anni della strategia della tensione, è un fatto concreto di ciò che ci attende. Così come un fatto concreto sono le feroci manganellate agli studenti.
Nell'Italia senza memoria si ignora, o si fa finta di ignorare, che il 14 aprile del 2022 il deputato di Fratelli di Italia Federico Mollicone organizzò nella sala capitolare del Senato un convegno dedicato alla memoria del generale Gianadelio Maletti, capo del reparto controspionaggio del Sid negli anni ‘70, condannato con sentenza definitiva a 18 mesi di reclusione per favoreggiamento dei responsabili della strage di Piazza Fontana del 12 dicembre 1969 che causò 17 morti e 88 feriti e che diede avvio al periodo stragista della strategia della tensione. E che dire dei pluriergastolani Mambro e Fioravanti alla voce strage di Bologna? Allora, chiamiamoli col loro nome e bando alla rassegnazione.
Il memorabile intervento al Senato del senatore Roberto Scarpinato (ex magistrato)
"Signora Presidente del Consiglio, il 22 ottobre scorso Lei e i suoi ministri avete prestato giuramento di fedeltà alla Costituzione. Molti indici inducono a dubitare che tale giuramento sia stato sorretto da una convinta e totale condivisione dei valori della Costituzione e dell’impianto antifascista e democratico che ne costituisce l’asse portante.
Sono consapevole che nel corso della campagna elettorale, lei Signora Presidente ha testualmente dichiarato: “la destra italiana ha consegnato il fascismo alla storia ormai da decenni, condannando senza ambiguità la privazione della democrazia e le infami leggi anti-ebraiche”. Concetto che ha ribadito nelle sue dichiarazioni programmatiche. Tuttavia lei sa bene che il fascismo non è stato solo un regime politico consegnato alla storia della prima metà del Novecento, ma è anche un’ideologia che è sopravvissuta al crollo della dittatura e all’avvento della Repubblica, assumendo le forme del neofascismo.
Un neofascismo che si è declinato anche nella
costituzione di formazioni politiche variamente denominate che sin
dai primi albori della Repubblica hanno chiamato a raccolta e hanno
coagulato tutte le forze più reazionarie del paese per sabotare e
sovvertire la Costituzione del 1948, anche con metodi violenti ed
eversivi, non esitando ad allearsi in alcuni frangenti persino con la
mafia.
Un neofascismo eversivo del nuovo ordine repubblicano che è
stato coprotagonista della strategia della tensione attuata anche con
una ininterrotta sequenza di stragi che non ha uguali nella storia di
nessun altro paese europeo, e che ha vilmente falcidiato le vite di
tanti cittadini innocenti, considerati carne da macello da
sacrificare sull’altare dell’obiettivo politico di sabotare
l’attuazione della Costituzione o peggio, di stravolgerla
instaurando una repubblica presidenziale sull’onda
dell’emergenza.
Ebbene non è a mio parere certamente indice di
convinta adesione ai valori della Costituzione, la circostanza che
Lei e la sua parte politica sino ad epoca recentissima abbiate
significativamente eletto a figure di riferimento della vostra
attività politica, alcuni personaggi che sono stati protagonisti del
neofascismo e tra i più strenui nemici della nostra Costituzione.
Mi riferisco, ad esempio, a Pino Rauti, fondatore nel 1956 di Ordine Nuovo che non fu solo centro di cultura fascista, ma anche incubatore di idee messe poi in opera nella strategia della tensione da tanti soggetti, alcuni dei quali riconosciuti con sentenze definitive autori delle stragi neofasciste che hanno insanguinato il nostro paese, tra i quali, per citare solo alcuni esempi, mi limito a ricordare Franco Freda, Giovanni Ventura, Carlo Digilio, Carlo Maria Maggi, Maurizio Tremonti, tutti gravitanti nell’area di Ordine Nuovo.
A proposito di padri nobili e di figure di riferimento, mi pare inquietante che il 14 aprile del 2022 il deputato di Fratelli di Italia Federico Mollicone abbia organizzato nella sala capitolare di questo Senato un convegno dedicato alla memoria del generale Gianadelio Maletti, capo del reparto controspionaggio del Sid negli anni ‘70, condannato con sentenza definitiva a 18 mesi di reclusione per favoreggiamento dei responsabili della strage di Piazza Fontana del 12 dicembre 1969 che causò 17 morti e 88 feriti e che diede avvio al periodo stragista della strategia della tensione. Proprio i depistaggi delle indagini posti in essere in quella strage e in tante altre stragi da personaggi come il generale Maletti, hanno garantito sino ad oggi l’impunità di mandanti ed esecutori, segnando l’impotenza dello Stato italiano a rendere giustizia alle vittime e verità al Paese. Ebbene il deputato Mollicone ha definito il generale Maletti come un “uomo dello Stato che ha sempre osservato l’appartenenza alla divisa”. Dinanzi a simili affermazioni, viene da chiedersi, Presidente Meloni, quale sia l’idea di Stato della sua parte politica.
Lo Stato di Giovanni Falcone, di Paolo Borsellino, e di tante altre figure esemplari che hanno sacrificato le loro vite per difendere la nostra Costituzione, oppure lo Stato occulto di personaggi come Maletti, traditori della Costituzione, che hanno garantito l’impunità dei mandanti eccellenti di tante stragi e dato assistenza e copertura agli esecutori neofascisti? E mi sembrano coerenti con il suo quadro di valori di ascendenza neofascista, antinomici a quelli costituzionali, alcune significative iniziative politiche da Lei assunte nel recente passato. Mi riferisco, ad esempio, al suo sostegno nel 2018 alla proposta di legge di abolire la legge 25 giugno 1993, n. 205 (c.d. legge Mancino) che punisce con la reclusione chi pubblicamente esalta i metodi del fascismo e le sue finalità antidemocratiche.
E
ancora, a proposito della incoerenza del suo quadro di valori con
quelli costituzionali, mi pare significativa la sua proposta di
abrogare il reato di tortura subito dopo che tale reato fu introdotto
dal legislatore il 14 luglio 2017, a seguito della sentenza di
condanna del nostro paese emessa dalla Corte Europea dei diritti
dell’Uomo per le violenze ed i pestaggi posti in essere dalle Forze
di Polizia alla Scuola Diaz in occasione del G8 svoltosi nel luglio
del 2001 a Genova.
La sua parte politica definì testualmente tale
nuovo reato “una infamia” e lei Presidente Meloni dichiarò che
il reato di tortura impediva agli agenti di fare il proprio
lavoro. Ho citato tali precedenti perché sia chiaro che non
bastano né la sua presa di distanza dal Fascismo storico, né la
cortese e labiale condiscendenza del neo Presidente del Senato
Ignazio La Russa al discorso di apertura dei lavori del nuovo Senato
della senatrice Liliana Segre, vittima della violenza fascista, per
dichiarare chiusi i conti con il passato ed inaugurare una stagione
di riconciliazione nazionale, che sarà possibile solo se e quando
questo paese avrà piena verità per tutte le stragi del neofascismo
e quando dal vostro Pantheon politico saranno definitivamente esclusi
tutti coloro che a vario titolo si resero corresponsabili di una
stagione di violenza politica che costituì l’occulta prosecuzione
della violenza fascista nella storia repubblicana.
Un paese che
rimuove il suo passato dietro la coltre della retorica, quella
retorica di stato che Leonardo Sciascia definiva il sudario dietro il
quale si celano le piaghe purulente della Nazione, è un paese di
democrazia incompiuta e malata, sempre esposto al pericolo di
rivivere il passato rimosso.
E a questo riguardo desta viva
preoccupazione la volontà da Lei ribadita di volere mettere mano
alla Costituzione per instaurare una repubblica presidenziale che in
un paese di democrazia fragile ed incompiuta, in un paese nel quale
non esiste purtroppo un sistema di valori condivisi, potrebbe
rivelarsi un abile espediente per una torsione autoritaria del nostro
sistema politico, per fare rivivere il vecchio sogno fascista
dell’uomo solo al comando nella moderna forma della c.d.
democratura o della democrazia illiberale. I problemi irrisolti
del passato si proiettano sul futuro anche sotto altri profili che
hanno una rilevanza immediata.
Può una forza politica che si
appresta a governare con simili ascendenze culturali, ampiamente
condivise dalle altre forze politiche della maggioranza, Lega e Forza
Italia, attuare politiche che pongano fine alla crescita delle
disuguaglianze e della ingiustizia sociale che affligge il nostro
paese?
La risposta è negativa. Perché questa crescita delle
disuguaglianze e della ingiustizia non è frutto di un destino cinico
e baro, ma il risultato di scelte politiche a lungo praticate
dall’establishment di potere di questo paese che ha
surrettiziamente sostituito la tavola dei valori della Costituzione
con la bibbia neoliberista, i cui principi antiegualitari e
antisolidaristici sono ampiamente condivisi dal grande e piccolo
padronato nazionale.
Lei signora Presidente e la sua maggioranza
politica non siete l’alternativa all’establishment.
Come
attesta anche la composizione della sua squadra di governo e la
crescente condiscendenza dei Palazzi del potere nei confronti del suo
governo, siete piuttosto il suo ultimo travestimento che nella patria
del Gattopardo consente al vecchio di celarsi dietro le maschere del
nuovo, creando l’illusione del cambiamento.
Voi siete stati
storicamente e resterete l’espressione degli interessi del
padronato.
E quanto alla sua dichiarata intenzione di mantenere
una linea di fermezza contro la mafia, mi auguro che tale fermezza
sia tenuta anche nei confronti della pericolosa mafia dei colletti
bianchi, che va a braccetto con la corruzione, anche se mi consenta
di nutrire serie perplessità al riguardo tenuto conto che il suo
governo si regge sui voti di una forza politica che ha tra i suoi
soci fondatori un soggetto condannato con sentenza definitiva per
collusione mafiosa che mai ha rinnegato il proprio passato, e che
grazie al suo rapporto privilegiato con il leader del partito,
continua a mantenere tutt’oggi una autorevolezza tale da
consentirgli di dettare legge nelle strategie politiche in
Sicilia. Perplessità che si accrescono tenuto conto
dell’intenzione anticipata dal neo Ministro delle Giustizia di
tagliare le spese per le intercettazioni, strumenti indispensabili
per le indagini in tale materia, di abrogare il reato di abuso di
ufficio, e di dare corso ad una serie di iniziative che hanno tutte
la caratteristica di limitare i poteri di indagine della magistratura
nei confronti della criminalità dei colletti bianchi.
Noi siamo
le nostre scelte On.le Meloni, e lei ha scelto da tempo da che parte
stare.
Certamente non dalla parte degli ultimi, non dalla parte
della Costituzione e dei suoi valori di eguaglianza e di giustizia
sociale, non dalla parte dei martiri della Resistenza e di coloro che
per la difesa della legalità costituzionale hanno sacrificato la
propria vita".
Riferimenti:
https://www.youtube.com/watch?v=G8ab8GvpPNs
https://www.youtube.com/watch?v=Xnf6eBLexYY
https://www.youtube.com/watch?v=bK__bvrmLr0
https://www.youtube.com/watch?v=p6qS_iQDS7Y
https://www.youtube.com/watch?v=oNabMzqHvH8&t=4s
https://sulatestagiannilannes.blogspot.com/search?q=meloni
https://sulatestagiannilannes.blogspot.com/search?q=mussolini
https://sulatestagiannilannes.blogspot.com/search?q=rauti
https://sulatestagiannilannes.blogspot.com/search?q=fioravanti
https://sulatestagiannilannes.blogspot.com/search?q=berlusconi
https://www.edizionimondonuovo.com/catalogo/ustica-e-bologna/
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