30.1.23

NON EBREI: DA SULMONA AL LAGER DI DACHAU

 

foto Gilan
 

di Gianni Lannes

Non solo vittime ebree. Lo sterminio tedesco in Europa ha riguardato tanti esseri umani, senza distinzione di età, sesso, etnia e religione. Ben 650 mila soldati italiani furono internati in Germania per ordine di Hitler dopo l'8 settembre 1943. Sepolti dall'oblio ancora oggi: imprigionati in Italia ed eliminati in Germania. Una verità indicibile occultata da Berlino e nascosta da Roma. Ecco il convoglio fantasma finito in un lager via Roma, Firenze, Verona e Trieste. Il 9 ottobre dell'anno 1943 dalla stazione ferroviaria di Sulmona partì un treno per Dachau: campo di annientamento disumano e fabbrica d'omicidio stragistico delle SS di Himmler. Il convoglio trasportava ufficialmente 391 persone non ebree, ammassate dai tedeschi alla stregua del bestiame: detenuti politici e comuni prelevati dal carcere della Badia e rastrellati in Abruzzo, provenienti dai territori occupati della Jugoslavia, della Grecia e dell'Italia. A bordo di quel trasporto della morte c'erano anche 9 giovani cittadini di Roccacasale. Tra loro un ragazzo di appena 16 anni: Angelo De Simone. E poi Erminio Spadino, Sabino Di Filippo, Michele Scarpone, Carlo D'Ascanio, Mario Colella, Ettore De Simone, Carmine Santilli, Egidio Casasanta. Angelo De Simone non ha avuto il tempo di scrivere un diario. 

 


Di tale tragedia non ha mai parlato alcuna fonte ufficiale e non è stata mai menzionata dagli storici. Le prove giacciono insabbiate nell'armadio della vergogna tricolore. Nessuna memoria né diretta, né ricostruita o postuma è stata conservata di tale orrore impunito, unico nella storia abruzzese e dell'Italia centro-meridionale, nei luoghi stessi che videro la barbarie nazifascista. Di tali fatti esiste il racconto di un testimone diretto, ossia di una delle tante vittime: una memoria testuale di 4 pagine manoscritte ad opera di Egidio Casasanta (uno dei pochi sopravvissuti) che racconta quell'inferno. Inoltre, esistono svariati riscontri probanti disseminati negli archivi civili e militari. Basta cercarli per trovarli.

Di essi, pochissimi sopravvissuti tornarono dai propri cari. Nel Belpaese tricolore nessuno aveva visto o saputo niente? Di certo, nessuno ricorda o sa. Questo crimine contro l'umanità, attualmente ancora ignoto agli italiani, è stato rimosso dalla coscienza collettiva della comunità locale, regionale e nazionale. Sapere per non dimenticare la banalità del male, per sconfiggere il disinteresse e l'apatia generale, non è solo un dovere culturale, ma etico e universale. Allora, ricordare...



Riferimenti:

https://sulatestagiannilannes.blogspot.com/search?q=nazisti

 

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