di Gianni Lannes
Governo del cambiamento di guerra? Il ministro
della Difesa Elisabetta Trenta, ha rilasciato un'intervista alla rivista
nordamericana specializzata Defense News (di casa al Pentagono), nella quale, oltre a confermare l'impegno
italiano nel programma per l’acquisto di cacciabombardieri a capacità nucleare
F35, ribadisce che l'Italia punta a raggiungere l'obiettivo Nato di spesa per
la Difesa del 2 per cento del prodotto interno lordo entro il 2024. In soldoni
pubblici: da 30 a 40 miliardi di euro all’anno, ossia più di 100 milioni al
giorno (fonte Sipri e Milex).
La Trenta ha
citato il suo incontro con il consigliere per la sicurezza nazionale di Trump,
John Bolton: "Gli Stati Uniti sono il nostro storico alleato, non ne
abbiamo mai dubitato".
In Italia si spende sempre di più in armamenti come cacciabombardieri, missili, carri armati
e navi da guerra (+85 per cento in 10 anni). I fondi specifici per nuovi
sistemi d'arma sono al 28% del totale, superiori addirittura alla media europea
che è del 20% e degli Stati Uniti che sono al 25%. Questo avviene perché si
comprano sempre più armamenti, a partire dagli F-35, che costano 14 miliardi,
senza pensare ai costi successivi necessari per la loro manutenzione (il nuovo
governo, ha dichiarato la Trenta, non taglierà gli ordini, ma allungherà il
piano di acquisto perchè "intende valutare i vantaggi industriali e
tecnologici per l'Italia, gli interessi nazionali"). Avanza poi la nuova flotta navale, circa 5,4
miliardi di euro o gli 800 nuovi carri armati per oltre 5 miliardi.
Proporzionalmente spendiamo già più di tutti: un aumento (in termini reali) di
oltre il 10% della spesa per le forze armate, a fronte di aumenti del 3% della
Germania, dello 0,6% della Francia e 0,7% della Gran Bretagna. Un incremento
maggiore persino rispetto a Stati Uniti (+1,7%), Russia (+5,9%) e Cina (+5,4%).
riferimenti: