L’idea di politica come servizio per l'Italia indipendente e sovrana: tutto il
contrario del teatrino odierno - eterodiretto dall'estero - in salsa grullina, piddina, berlusconina e salvina. Governare
vuol dire dare vita ad una nuova condizione umana. Moro ha esaltato la carica
innovatrice soprattutto dei giovani. Moro parla all’oggi, scuote le coscienze per ricordare
che occorre pensare concretamente ai giovani, sono loro il futuro.
Il 16 marzo 1978 frequentavo la scuola media. Quel giorno
di 40 anni fa, hanno annichilito la giovinezza di un’intera generazione.
Rileggendo le lettere di Moro sono rimasto colpito dal fatto che le ultime parole
da lui scritte siano state “luce" e “bellissimo”. Anche questa è una lezione. L’ultima
lettera, infatti, termina con un’opportunità: “se ci fosse luce, sarebbe
bellissimo”. Era talmente intenso il rapporto che Moro aveva intessuto con i
suoi studenti all’Università La Sapienza di Roma, che indirizzò a loro una sua
lettera dalla prigionia brigatista, porgendo loro il suo saluto affettuoso ed
il rammarico di non poter andare oltre nel corso.
Quale insegnamento può lasciare Moro ai giovani di oggi?
La mitezza: una lezione molto importante. Perché è la capacità di ascoltare gli
altri, facendo in modo che il tuo pensiero nasca da ciò che tu hai ascoltato.
Ora i politicanti italidioti aspettano che l’altro finisca di parlare, senza
neanche ascoltare, solo per replicare con chiacchiere vuote e preconfezionate.
RIFERIMENTI:
https://sulatestagiannilannes.blogspot.it/search?q=MORO
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