di Gianni Lannes
Un esecutivo tricolore menzognero, evasivo, omertoso ed un'opposizione grullona nei fatti ciarliera, populista, retorica e infine inconsistente. In materia atomica il governo dell’ineletto Renzi non ha risposto a ben 69 atti parlamentari (gran parte dei quali privi di sollecito, frutto di copia-incolla di interrogazioni e interpellanze precedenti, nonché di inchieste giornalistiche), che giacciono inevasi in un cassetto di palazzo Chigi. A parte l'accatastamento di parole, nei fatti non c'è alcuna efficace azione politica di contrasto alla deriva istituzionale. Il parlamento degli onorevoli illegittimi (piazzati in poltrona con l'incostituzionale porcellum) si è fatto esautorare senza fiatare. Mai vista dal 1948 ad oggi, una massa di onorevoli numericamente consistente ma tanto inconcludente.
Come mai si
continuino a costruire depositi temporanei di scorie nucleari, investendo ingenti risorse che
invece dovrebbero essere destinate alla realizzazione del sito unico nazionale?
Il cosiddetto ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, tale Gian Luca Galletti ha dichiarato: «La direzione generale competente di questo Ministero il 4 febbraio 2016 ha inviato alla Commissione europea la relazione sullo stato di attuazione della direttiva 2011/70/ Euratom, attualmente consultabile sul sito web del Ministero dell'ambiente e, in data 18 marzo 2016, ha anche avviato il procedimento amministrativo di valutazione ambientale strategica sul programma nazionale per la gestione dei rifiuti radioattivi e del combustibile nucleare esaurito, redatto congiuntamente con il Ministero dello sviluppo economico».
Tuttavia, la direzione generale Energia della Commissione
Europea ha deciso l'apertura di una
procedura d'infrazione contro l’Italia. Il piano italiano dovrebbe essere
sottoposto ad una consultazione pubblica e alla valutazione ambientale
strategica, come previsto dalle regole dell’unione europea L'obbligo di
presentare alla Commissione europea il programma nazionale deriva da una
direttiva del 2011, che ha come scopo una gestione sicura e responsabile del
combustibile esaurito e dei rifiuti radioattivi.
Alla faccia dell'Unione Europea, nonché della
salute e delle tasche dei cittadini, meglio continuare a temporeggiare. Del
resto sono passati solo 29 anni dal primo referendum che ha sancito la volontà
per la maggioranza degli italiani di vivere in un Paese senza nucleare e dal
disastro di Chernobyl. Oltre al danno, la beffa. I cittadini continuano,
infatti, a pagare queste mancanze nelle bollette. Per la gestione della partita
scorie gli italiani sborseranno cifre che si aggirano attorno ai 320 milioni di
euro annui e che sono in continua crescita. A questi si aggiungono i miliardi
spesi per il piano di decommissioning
e altri soldi, che presto si dovrà sborsare, per pagare le multe targate Ue. Ma
di tutto questo molto probabilmente al nostro governo non interessa. Meglio
rimandare, finché si può, finché c'è chi paga, finché l'ennesima catastrofe
annunciata non si riverserà sul nostro Paese.
Giuseppe Onufrio già direttore esecutivo di
Greenpeace Italia non risparmia l’analisi critica: «Se poi entriamo nei
contenuti del piano, questo prevede la realizzazione di un deposito unico
nazionale per la bassa e media attività (prima e seconda categoria), ma che
ospiti, “temporaneamente di lungo periodo” (70-100 anni) anche i rifiuti ad
alta attività (terza categoria). Per
questi ultimi le linee guida dell’Agenzia di Vienna (IAEA) prevedono la
sistemazione in depositi geologici profondi, ma una soluzione di questo genere
non è ancora mai stata messa in opera e testata per un tempo sufficientemente
lungo. Per Greenpeace non esiste ancora una “soluzione” per i rifiuti di alta
attività, che rimangono uno dei nodi irrisolti dell’industria nucleare nel
mondo. Per quelli di bassa e media attività il “vincolo territoriale” del
Deposito avrà una durata di tre secoli, dopo di che il sito verrà rilasciato
come non più “nucleare”. La strada scelta dall’Italia è, peraltro, unica al
mondo (in nessun altro posto si mettono assieme i rifiuti di bassa e media con
quelli di alta attività) e prevede comunque, con la scelta di criteri di
selezione definiti recentemente da Ispra, la nuclearizzazione di un nuovo sito.
Questo avverrà, dopo la selezione dei siti potenzialmente idonei, con una
“gara” tra i Comuni che vogliono ospitare il Deposito. Ora, in effetti esiste
una certa possibilità che una gara di questo genere vada deserta: nelle
previsioni di legge non è citata una “opzione zero” e cioè di dover gestire la
situazione con i soli siti esistenti. Peraltro già da alcuni anni,
irresponsabilmente, si è dato il segnale alle popolazioni locali che i siti
saranno liberati, cosa che non risulta dimostrata (e che sicuramente non è vera
fino a quando non ci sarà un Comune che accetta il Deposito nazionale)».
In questo esercizio della Sogin, come del resto in
quelli passati, ci sono stati ritardi nella realizzazione dei cronoprogrammi
che hanno portato in avanti gli obiettivi dello smantellamento totale degli
impianti, tanto che in qualche caso si parla solo di brown field e non di green
field, rinunciando quindi alla bonifica totale e alla denuclearizzazione
dei siti.
Nell'anno 2000 è iniziata l'attività di decommissiong della centrale nucleare
del Garigliano (in provincia di Caserta) da parte della Sogin SpA, la società
di Stato incaricata, tra l'altro, della bonifica ambientale dei siti nucleari e
della gestione dei rifiuti radioattivi; la Sogin, deputata alla bonifica del
sito, ha affermato più volte in passato, formalmente, la restituzione dell'area
a "prato verde", da realizzare entro il 2016. L’anno si avvia a conclusione
ma senza i risultati annunciati. Peraltro, nel dicembre 2012, gli organi di
stampa hanno riportato la notizia dell'inchiesta penale aperta dalla Procura
della Repubblica di Santa Maria Capua Vetere per importanti reati ambientali
riguardanti l'ex centrale del Garigliano, che ha coinvolto anche la Sogin in quanto
responsabile della bonifica del sito.
Solo il 23 febbraio 2016 il consiglio di
amministrazione della Sogin ha approvato il programma quadriennale 2016-2019 e
il budget 2016, con la dichiarata
previsione della Pubblicazione della carta delle aree potenzialmente idonee in
data 2 marzo 2016. Siamo a fine agosto è la Cnapi è ancora arbitrariamente
sottoposta a segreto di Stato”, in violazione della Convenzione di Aarhus e della
legge 108 del 2001.
Post criptum
Atti parlamentari senza risposta da parte dell’esecutivo
Renzi nella XVII legislatura:
3/00248, 4/04652, 4/01542, 4/11012, 2/01096,
4/02039, 4/02220, 4/00690, 4/04390, 2/00093, 4/05988, 4/08129, 4/01226,
3/00907, 4/00040, 4/02199, 4/09744, 4/08414, 4/03527, 4/09477, 4/11717,
3/02374, 3/00285, 3/02991, 4/01432, 3/01254, 4/06478, 4/01431, 4/01319,
4/02069, 2(00035, 4/07246, 4/01424, 4/01978, 3/02099, 4/01483, 3/01785,
4/12007, 4/05411, 3/02220, 4/00212, 4/05107, 4/13040, 3/02342, 4/01222,
4/05944, 4/08125, 4/04512, 4/00146, 4/09682, 3/02743, 4/10483, 4/05173,
4/10032, 4/06863, 4/04324, 4/04826, 4/06760, 4/01440, 4/05105, 2/00920,
4/10421, 2/01244, 4/04771, 4/04471, 4/06406, 4/06560, 4/04503.
riferimenti:
http://www.ilfoglio.it/breakingnews/v/25990/nucleare-cdm-indica-direttore-isin-e-membri-consulta.htm
http://www.senato.it/service/PDF/PDFServer/BGT/00955468.pdf
http://sulatestagiannilannes.blogspot.it/search?q=nucleare
http://sulatestagiannilannes.blogspot.it/search?q=nucleare
http://sulatestagiannilannes.blogspot.it/search?q=nucleare
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