7.5.16

CASO ORLANDI: ARCHIVIAZIONE TOMBALE



l'arcivescovo Paul Marcinkus (eminenza nera dello Ior)

di Gianni Lannes


La petizione indirizzata all’inquilino del Quirinale, sottoscritta da più di 78 mila persone non è valsa a nulla.

In teoria, o meglio per la cosiddetta “giustizia ordinaria”, dopo quasi 33 anni, la scomparsa di Emanuela Orlandi è destinata a rimanere un mistero per i comuni mortali.
 

Nonostante gli schiaccianti riscontri la magistratura tricolore si lava per sempre le mani. E’ stata la sesta sezione penale della Cassazione a calare una pietra tombale sul caso, rigettando il motivato ricorso della famiglia contro l’archiviazione chiesta dal capo della procura di Roma, Giuseppe Pignatone, e confermata dal gip: «Purtroppo non mi aspettavo qualcosa di diverso: con questa archiviazione si è voluto evitare definitivamente che si potesse aprire una falla»: è il commento di Pietro Orlandi, fratello di Emanuela. Lui rimane convinto che «sia dentro sia fuori del Vaticano ci sono ancora persone che sanno, ma non hanno detto quello che sanno».

Era questo l’ultimo tentativo di chi per una vita non si è dato pace e ha dovuto lottare contro mitomani, pentiti, terroristi, da protagonista involontario di un giallo internazionale che ha visto intrecciarsi le vicende vaticane in odore di mafia e quelle della criminalità organizzata, le illazioni e i depistaggi dell’attentatore di Papa Wojtyla, Ali Agca, e la morte del boss della Magliana, Renatino De Pedis, il cui corpo venne fatto riesumare dalla basilica romana di Sant’Apollinare nel 2012. 



Emanuela era la figlia quindicenne di un messo della prefettura della casa pontificia. Scompare il 22 giugno 1983, dopo essere uscita da una scuola di musica. Da allora si sono succedute due diverse indagini giudiziarie: la prima chiusa incredibilmente senza responsabili nel luglio 1997. Sull’epilogo della seconda è giunto adesso il sigillo della corte suprema. Il 19 ottobre scorso il gip aveva respinto l’opposizione avanzata dai familiari di Emanuela e da quelli di Mirella Gregori (sparita il 7 maggio 1983), alla richiesta di archiviazione da parte di Pignatone, e dei pm Simona Maisto ed Ilario Calò. Le indagini si erano concentrate principalmente su monsignor Pietro Vergari, Sergio Virtù, Gianfranco Carboni e Sabrina Minardi.

Predazione di organi o soltanto sfruttamento sessuale  con eliminazione delle vittime, ormai scomode testimoni? Delle due ipotesi l'una. A che livello è coinvolta la curia vaticana?

riferimenti:


1 commento:

  1. È stato, però, accettato il ricorso sblocca MUOS, del ministero della difesa, per la riattivazione del MOSTRO DA GUERRA di NISCEMI; da aspettarselo in un paese "libero" come il nostro dove la popolazione e i bambini non contano NULLA! Tutto mentre nei media di regime fanno FINTA di voler bene ai piccini! SPORCHI FALSARI...

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