Pieter Bruegel, “I ciechi” (1568 - Napoli, Museo Nazionale di Capodimonte). Dal quadro emana la rassegnazione di un'umanità che ciecamente procede verso un’abisso... |
di Gianni Lannes
Come in terra così nei cieli: la nocività come strategia globale di dominio. Nello spazio lo zio
Sam ha dispiegato sistemi d’arma insospettabili, non convenzionali, e li usa
contro l’umanità, mentre mass media e governi telecomandati dalle solite
multinazionali, gareggiano a negare l’evidenza. Si tratta di armi elettromagnetiche
mascherate dietro facciate pseudo scientifiche (dual use) come HAARP (stazioni fisse e mobili), proibite dalla
convenzione Onu, detta Enmod, firmata anche da Washington, entrata in vigore
nel 1978.
L’aspetto cruciale dell’american way bellico è interferire - con le buone o preferibilmente
le cattive - nelle dinamiche interne di qualsiasi paese del mondo, per imporre
l’ordine voluto dalle corporations. L’amministrazione governativa a stelle e strisce ha dispiegato da tempo la nuova politica spaziale
degli Stati Uniti d’America. L'US National Space Policy è il prosieguo degli accordi
segreti unilaterali, stipulati con i governanti europei nel 2001 sulla sperimentazione
climatica (Berlusconi firmò con Bush a Genova il 19 luglio 2001), messi in pratica dalla NATO. Le cosiddette
“scie chimiche (chemtrails è un termine
coniato dall’US Air Command, contenuto nei manuali istruttivi dell’aviazione
militare a stelle e strisce, a partire dal 1990) sono solo uno degli aspetti
visibili della guerra ambientale mediante uso di armi elettromagnetiche, per il dominio del mondo. Il Muos in Sicilia, è uno dei
4 terminali terrestri di guerra planetaria: è scritto anche nelle dichiarazioni
ufficiali e diplomatiche, come nel caso dell’ambasciata di Roma. Ma la gente in
Italia non legge libri e giornali, figuriamoci testi strategici.
L' US National Space Policy enuncia la
volontà di negare agli avversari l’accesso allo spazio. Le dieci pagine
declassificate del documento, contenenti le linee guida e gli obiettivi politico-economici,
sulla base delle richieste militari, affermano che «gli Stati Uniti preserveranno
i propri diritti, capacità e libertà d’azione nello spazio; e negheranno se
necessario, agli avversari l’accesso allo spazio, se necessario» per impedire
la messa in discussione del primato spaziale su cui si basa il primato
tecnologico militare degli Stati Uniti. Insomma, una sorta di trasposizione
nello spazio della National Security Strategy del 2002.
Di più, lo spazio è divenuto un nuovo medium di
conduzione della guerra. La libertà di azione bellica nello spazio è tanto
importante per gli affaristi d’oltre Atlantico, quanto lo è il potere aereo e
marittimo. Da qui discende il rigetto da parte USA di qualsiasi nuovo trattato
mirato a proibire il dispiegamento di armi nello spazio: «Gli Stati Uniti si
opporranno allo sviluppo di nuovi regimi legali o altre restrizioni che cerchino
di proibire o limitare l’accesso o l’uso dello spazio da parte degli Stati
Uniti».
Ecco qualche altro esempio documentato: già il Pentagon’s Fiscal Year (FY 07) del 2007, aveva stanziato circa un miliardo di dollari per programmi con capacità tecnologiche a doppio uso (civile e militare) impiegabili nel settore delle armi spaziali. L’introduzione di tecnologia duale rientra in una strategia di passaggio graduale all’armamento vero e proprio dello spazio. E poi, nel bilancio del Pentagono del 2008 esistono una serie di opzioni che hanno l’obiettivo di dare alle forze armate la possibilità di colpire dal cielo tutte le regioni del mondo.
Negli anni scorsi varie nazioni, tra le quali la Cina
hanno chiesto nell’ambito delle Nazioni Unite l’apertura di negoziati
finalizzati alla produzione di un trattato per il bando delle armi nello spazio,
al fine di rafforzare quell’Outer Space Treaty del 1967 (proibisce il dispiegamento
nello spazio di armi nucleari e altre armi di distruzione di massa). Ma gli USA
si sono sempre astenuti nelle votazioni all’ONU su tale quesitone, e infine,
nell’ottobre 2005, hanno votato contro una risoluzione che chiedeva il bando
delle armi nello spazio.
La cosa più preoccupante per l’umanità è il
definitivo arruolamento dello spazio nella macchina bellica statunitense.
Infatti, è sul mantenimento della supremazia spaziale che gli USA possono
assicurare - ancora per poco - l’attuale vantaggio tecnologico-militare, e procedere alla trasformazione
delle proprie risorse belliche e di intelligence, secondo le linee guida della
rivoluzione negli affari militari imbastita per conto terzi, da quel manichino oscuro di Obama.
Per chi non vuole osservare il cielo ormai infestato
dai velivoli NATO che irrorano gran parte dell’Europa per rendere l’aria maggiormente
elettroconduttiva, in modo da far funzionare ottimamente gli apparati tecnologici di guerra, allora consiglio la lettura di Vision for 2020, dell’US Space Command,
già commentato tempo fa su questo diario internautico.
Il modo migliore che il sistema di potere dominante
utilizza quando le sue strategie infernali emergono alla luce del sole, è
denigrare, gettare fango su chi avanza critiche docuemntate. Così si infiltrano
i luoghi comuni nel senso comune della gente. L’uso della parola complottista da
parte dei mass media e dei negazionisti dementi, denota proprio una simile
dinamica. A rigor di logica e di vocabolario, il complottista non è colui che analizza
certi crimini ma chi li ordisce e li realizza a danno dell’umanità.
riferimenti:
a questo punto confidiamo in Putin perchè al di là dell'affrmazione personale: IL NEMICO DEL MIO NEMICO E' MIO AMICO. E preghiamo IDDIO che gli tenga la mano sulla testa onde sia saggio !!
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