di Gianni Lannes
Il Pertusillo: un lago di veleni dove i pesci annegano stroncati dagli
idrocarburi. Ormai è ufficiale, anzi, innegabile. Anche se l’Eni, il maggior
inquinatore con licenza di assassinare il Belpaese, fa orecchie da mercante,
alla stregua della Total. Presenza di bario
(una sostanza utilizzata dalle industrie petrolifere) e altre sostanze
tossiche, in concentrazioni superiori ai limiti di legge. Questa acqua viene
utilizzata per il 65 per cento dalla regione Puglia (prevalentemente ad uso
potabile) e per la restante parte dalla Basilicata (prevalentemente ad uso
irriguo). Una dirigente dell’Istituto superiore della sanità, parlando della
situazione del Pertusillo, afferma: «Da noi in Istituto sono già arrivate delle
pressioni sul nostro Presidente, affinché si lasciasse perdere». Come se non
bastasse, la persona intervistata afferma: «il nostro Presidente è una persona
assolutamente priva di senso morale». La dirigente tra l’altro attesta che il
Pertusillo è indubitabilmente un lago «eutrofizzato», laddove per
eutrofizzazione si intende: «un arricchimento delle acque dei sali nutritivi
che provoca cambiamenti tipici quali l'incremento della produzione di alghe e
piante acquatiche, l’impoverimento delle risorse ittiche, la generale degradazione
della qualità dell’acqua ed altri effetti che ne riducono e precludono l’uso».
Infrazione europea - La Commissione europea, su raccomandazione
del commissario per l’Ambiente, Janez
Potocnik ha inviato parere motivato all’Italia perché la normativa
nazionale risulta non aver recepito correttamente la disciplina sulla protezione
delle acque.
Alla scadenza del termine di
recepimento della direttiva (dicembre 2003), l’Italia non aveva adottato le
leggi per conformarsi ai requisiti della stessa, e nonostante poi abbia
recepito la direttiva, ad un controllo di conformità effettuato dalla
Commissione nel 2009, è risultato che vi erano diverse lacune e problemi di non
conformità. Ciò ha indotto la stessa Commissione a inviare all’Italia prima una
lettera di costituzione in mora (maggio 2010) ed ora un parere motivato.
L’Italia, infatti, secondo la
Commissione non ha recepito correttamente una serie di articoli della direttiva
quadro sulle acque, tra cui quelli relativi alla necessità di adottare una
serie di misure per conseguire un «buono stato» dei bacini idrografici entro i termini
previsti e conformarsi all'obbligo di mantenere un registro aggiornato delle
aree protette.
La Commissione nutre perplessità sul
recepimento da parte dell’Italia della parte relativa alla caratterizzazione
delle acque superficiali e sotterranee e al monitoraggio del loro stato. In
particolare per la Commissione non sono stati correttamente recepiti i
requisiti relativi al monitoraggio dello scarico di quantitativi supplementari
di acqua nei corpi idrici sotterranei e all’elaborazione di mappe con le caratteristiche
per indicare i livelli chimici e i quantitativi di acqua di ciascun corpo
idrico sotterraneo.
E’ prossimo il deferimento dell’Italia
alla Corte europea per la mancata
attuazione della direttiva che impone agli Stati membri di creare e mantenere
«piani di gestione dei bacini idrografici» identificati sulla base delle unità
geografiche e idrologiche.
Calma, è tutto a posto: il governatore
Nichi Vendola - autocandidato premier al posto di Berlusconi e Monti -
invece di correre ai ripari e tutelare la salute di 4 milioni e mezzo di
conterranei, ha recentemente autorizzato nuove perforazioni di idrocarburi in
Puglia. Il nulla osta della giunta regionale da lui presieduta, s’intende con
metodi “ecologici”.
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