di Gianni Lannes
Si sprecano leggi, convenzioni e trattati, eppure, nonostante gli altisonanti proclami delle autorità di ogni
ordine e grado, essi godono di diritti inesigibili, tutt’al più cartacei. A
parte la retorica dei buoni sentimenti, in concreto proprio i bambini sono
stati trasformati in oggetti di consumo dell’economia, la frontiera debole su
cui si scarica la violenza più o meno mascherata della società “avanzata”.
La nostra società profondamente corrotta e malfunzionante
deruba i bimbi dell’infanzia.
Il male del secolo è la rassegnata attesa del peggio, ovvero la rassegnazione. Ma l’unica
battaglia persa è quella che non si combatte. Chi non ha il coraggio di
ribellarsi, poi non ha il diritto di lamentarsi.
Educare la persona alla verità nel dialogo e nell’incontro
con l’uso critico della ragione, è la regola etica principale in ogni forma di
comunicazione, nel nostro tempo corroso di narcisismo, menzogna e disumanità.
Nonostante le avversità, noi adulti abbiamo il dovere morale - hic et nunc - di educare una nuova
generazione, insegnarle con l'esempio concreto e l'azione a pensare positivamente, a
provare empatia e compassione, a credere nella potenza del bene.
Perché per dirla con Maria Montessori: «Se v’è per l’umanità una speranza di
salvezza e di aiuto, questo aiuto non potrà venire che dal bambino, perché in
lui si costruisce l’uomo».
Riferimenti:
Gianni Lannes, Bambini a perdere, LPE, Cosenza, 2016.
Riferimenti:
Gianni Lannes, Bambini a perdere, LPE, Cosenza, 2016.