27.4.19

INFANZIA INVISIBILE ALL’UMANITA’


 Gilan

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di Gianni Lannes

Si sprecano leggi, convenzioni e trattati, eppure, nonostante gli altisonanti proclami delle autorità di ogni ordine e grado, essi godono di diritti inesigibili, tutt’al più cartacei. A parte la retorica dei buoni sentimenti, in concreto proprio i bambini sono stati trasformati in oggetti di consumo dell’economia, la frontiera debole su cui si scarica la violenza più o meno mascherata della società “avanzata”.

Cosa sappiamo dei pargoli che abbiamo intorno e cosa ricordiamo dei bimbi che siamo stati un tempo? Il modo in cui ci guardano, il modo in cui li osserviamo non è neppure un dialogo, quanto un gioco di specchi. I bambini sono vivi sempre, anche quando non ci sono più, anche quando si sono smarriti diventando adulti, foraggiati nel culto del denaro. L’ideologia del dominio è basata sulla supremazia nel determinare e dirigere le azioni degli altri. Esseri umani creatori o meri e passivi consumatori?
 
La nostra società profondamente corrotta e malfunzionante deruba i bimbi dell’infanzia.

Il male del secolo è la rassegnata attesa del peggio, ovvero la rassegnazione. Ma l’unica battaglia persa è quella che non si combatte. Chi non ha il coraggio di ribellarsi, poi non ha il diritto di lamentarsi.

Educare la persona alla verità nel dialogo e nell’incontro con l’uso critico della ragione, è la regola etica principale in ogni forma di comunicazione, nel nostro tempo corroso di narcisismo, menzogna e disumanità.

Nonostante le avversità, noi adulti abbiamo il dovere morale - hic et nunc -  di educare una nuova generazione, insegnarle con l'esempio concreto e l'azione a pensare positivamente, a provare empatia e compassione, a credere nella potenza del bene.

Perché per dirla con Maria Montessori: «Se v’è per l’umanità una speranza di salvezza e di aiuto, questo aiuto non potrà venire che dal bambino, perché in lui si costruisce l’uomo».


Riferimenti:

Gianni Lannes, Bambini a perdere, LPE, Cosenza, 2016.