di Gianni Lannes
Torna l’eugenetica sotto mentite spoglie. Elementare
Watson: schedati, controllati e manipolati. Il ruolo che le tecnologie
informatiche possono avere a supporto dei sistemi totalitari sono sempre
drammaticamente attuali. La vaccinazione forzata di neonati, bambini e adolescenti
è un pericoloso cavallo di Troia. Pochi sanno che il 31 marzo 2016, un certo Matteo
Renzi (mai votato dal popolo italiano), allora primo ministro, a Boston ha
sottoscritto un accordo segreto (ovvero mai reso di dominio pubblico) con la multinazionale IBM. In cambio di un investimento
a Milano, la famigerata azienda USA ha preteso i fascicoli sanitari di tutti
gli italiani. Si tratta di informazioni sensibili e riservate dell’intera
popolazione. Nessuno però ha rilasciato il consenso al trattamento di dati
personali e delicati, anzi a nessuno di noi è stato richiesto il permesso di appropriarsene per fini oscuri.
Esattamente l’8 giugno scorso, un giorno dopo la promulgazione del decreto
fuorilegge (incostituzionale) sui vaccini, è stata presentata in Parlamento la
proposta di legge A.C. 913 sul “controllo sanitario della popolazione”. Per pura combinazione l'IBM
si occupa anche di registrazione e controllo delle informazioni, un
settore fondamentale per ogni dittatura degna di questo nome. E proprio l'IBM in Italia, dopo il Global Innovation Outlook nel 2004, nel 2006 ha iniziato a fare pressione in ambito istituzionale al fine di far istituire i fascicoli sanitari della popolazione italiana. Nel 2015 Renzi ha emanato uno specifico decreto (dpcm 178/2015), marchiato presidente del consiglio dei ministri. L'opposizione parlamentare? Inesistente anzi latitante. E il 22 luglio 2016 l’allora ministro Maria Elena
Boschi incontrando i vertici IBM ad un meeting a Segrate ha definito IBM
“azienda tra le più virtuose d’Italia”, sorvolando sulle procedure di licenziamento in atto proprio in Italia attivate dalla stessa multinazionale.
Altra singolare coincidenza: l’IBM è quella che all’epoca
del nazismo ha consentito ad Hitler di portare
a compimento lo sterminio di ebrei, zingari, diversi e dissidenti politici. I rapporti tra Thomas J. Watson, il capo dell'IBM, e Adolf Hitler, restarono ottimi fino allo scoppio
della guerra tra USA e Germania. Nel 1937 Hitler assegnò addirittura a Watson
un alto riconoscimento nazista, l'"Ordine dell'Aquila Tedesca". Il riconoscimento era più che meritato: in quegli anni l'IBM deteneva
il monopolio sulla tecnologia della schede perforate, e senza la tecnologia IBM
difficilmente le idee deliranti di Hitler si sarebbero concretizzate in un
sistema così efficiente per la
deportazione e lo sterminio di milioni di ebrei. L'IBM mantenne
il controllo della Dehomag fino al 1941, quando gli USA dichiararono guerra
alla Germania. Dopo la seconda guerra mondiale, la Dehomag rientrò tra le
sussidiarie dell'IBM.
Questo rapporto, documentato nel libro di Edwin
Black, L'IBM e l'olocausto,
consisteva nella fornitura della cosiddetta tecnologia Hollerith, macchinari in
grado di catalogare un numero impressionante di dati. Tali apparecchiature sono
state utilizzate per il raggiungimento dei più aberranti crimini nazisti e il
connubio col regime hitleriano ha notevolmente incrementato i profitti della
corporation americana durante il periodo a cavallo della seconda guerra
mondiale. Particolarmente agghiacciante l'utilizzo della tecnologia Hollerith a
servizio dell'organizzazione tecnica della deportazione e del massacro dei
prigionieri ebrei.
Il peccato è tanto antico - molto più antico, in
effetti, dei computer ai quali la International Business Machines Corporation,
o IBM, deve oggi la sua fama. La scheda perforata di Hollerit fu una grande
invenzione. Una delle prime applicazioni commerciali di quello che sarà il
sistema fondamentale per l'organizzazione delle informazioni e quindi per la
nascita dei primi computer.
Comunque, un'ombra offusca la storia di questo colosso
tecnologico e della sua prima invenzione. Un'abbondante documentazione ufficiale
rivela l'impiego di quelle schede per la catalogazione dei milioni di ebrei che
la Germania nazista decise in pochi anni di sterminare. Fu proprio grazie a
quella piccola scheda perforata facilmente utilizzabile e leggerissima, che il
Reich fu in grado di organizzare con precisione assoluta e senza dispendio di
energie il censimento delle proprie vittime. E dimostra questa ipotesi anche
con il caso dell'Olanda, Paese nel quale il sistema lavorò al meglio e il 73%
degli ebrei furono deportati e sterminati, e quello della Francia, nella quale
solo il 25% degli ebrei furono perseguitati perché un eroe della Resistenza
sabotò il sistema delle schede perforate.
Per riuscire nel progetto, le gerarchie naziste
decisero di mappare nel minor tempo possibile l'intera popolazione tedesca.
Decisero, di dividere gli ebrei dai non ebrei. Non si trattava di un compito
facile. Da una parte, esisteva un problema operativo da contemplare sul lungo
periodo fatto di organizzazione e pianificazione dettagliate. Dall'altra,
proprio per ridurre i tempi raggiungendo tempestivamente i tragici obiettivi,
sarebbe stato necessario utilizzare le migliori risorse tecnologiche in
circolazione. L'olocausto presupponeva metodo: catalogazione e archiviazione di
dati, informazioni, particolari di ogni genere. L'Ibm, attraverso la
controllata Dehomag proprietaria dei brevetti in Germania, avrebbe
rappresentato una soluzione. Dall'America, fu Thomas Watson - un
"conquistatore" come lo definisce l'autore del libro - a rendere
possibile questo rapporto. Lo stesso uomo che guidò l'Ibm verso la definitiva
diffusione planetaria guardò, infatti, alla Germania anzitutto come un ottimo
affare. La Germania nazista aveva un'esigenza e la tecnologia avrebbe potuto
trovare una soluzione. La situazione, però, non favoriva le intenzioni.
Dal '33 al '39 le scelte del padrone dell'Ibm
furono valutate secondo una fitta e complessa rete di rapporti con il potere
politico ed economico sia statunitense che tedesco. Quello di Watson appare
come un ragionamento di convenienze. Un mero calcolo capitalistico. Nel giugno
del 1937 Watson ricevette dalle mani del Führer una medaglia per il suo
contributo "imprenditoriale". In poco tempo la Germania nazista era
diventata il secondo cliente dell'Ibm dopo il mercato statunitense.
Il libro di Edwin Black descrive in modo
dettagliato e documentato il ruolo svolto dall'IBM, attraverso la sua
sussidiaria tedesca Dehomag, nel censimento della popolazione tedesca del 1933,
che portò alla schedatura di milioni di ebrei. All'epoca i computers
elettronici non esistevano, e le informazioni del censimento venivano
registrate su schede perforate, che poi venivano elaborate con selezionatrici
elettromeccaniche. Tutta la tecnologia necessaria (schede perforate, macchine
perforatrici, macchine selezionatrici) era stata fornita dall'IBM. All'epoca la
Germania era il maggiore cliente IBM dopo gli USA. Thomas J. Watson, il
fondatore dell'IBM, si recò più volte in Germania per seguire personalmente il
lavoro della Dehomag durante il censimento organizzato dai nazisti. Per ogni
gruppo etnico sulle schede perforate IBM c'era un apposito codice numerico. Le
informazioni registrate sulle schede, elaborate per mezzo delle selezionatrici
elettromeccaniche IBM, permisero di individuare e deportare milioni di ebrei
verso i campi di concentramento in tempi rapidissimi, impensabili per l'epoca
senza la tecnologia fornita dall'IBM. In particolare, grazie alle
selezionatrici IBM i nazisti riuscivano a individuare con estrema efficienza le
persone con cognome tedesco ma discendenti da famiglie ebraiche.
Il 17 febbraio 20917 Il Corriere della Sera riporta questa notizia:
"Per il centro di Milano che si dovrà occupare di Watson Health, di gran lunga il principale investimento di Ibm sull’intelligenza artificiale, sono previsti fino a 150 milioni. Ma da Ibm fanno capire che una multinazionale non può attendere troppo a lungo i tempi del disaccordo pubblico. Ci vuole un’agenda politica forte. Sulla ipotetica cessione di dati sanitari dei cittadini italiani, sollevata in questi giorni, lo stesso Curioni afferma che «i dati arrivano già anonimi all’Ibm. Non potrebbe essere altrimenti: noi stessi non li vorremmo con i dati anagrafici proprio per evitare di essere accusati di qualcosa o che, mettiamo, un singolo possa fare dei danni svelandoli. In ogni caso per la normativa della privacy è il cittadino che deve accettare di fornire i propri dati sanitari".
Il 17 febbraio 20917 Il Corriere della Sera riporta questa notizia:
"Per il centro di Milano che si dovrà occupare di Watson Health, di gran lunga il principale investimento di Ibm sull’intelligenza artificiale, sono previsti fino a 150 milioni. Ma da Ibm fanno capire che una multinazionale non può attendere troppo a lungo i tempi del disaccordo pubblico. Ci vuole un’agenda politica forte. Sulla ipotetica cessione di dati sanitari dei cittadini italiani, sollevata in questi giorni, lo stesso Curioni afferma che «i dati arrivano già anonimi all’Ibm. Non potrebbe essere altrimenti: noi stessi non li vorremmo con i dati anagrafici proprio per evitare di essere accusati di qualcosa o che, mettiamo, un singolo possa fare dei danni svelandoli. In ogni caso per la normativa della privacy è il cittadino che deve accettare di fornire i propri dati sanitari".
riferimenti:
http://www.gazzettaufficiale.it/eli/id/2015/11/11/15G00192/sg
http://sulatestagiannilannes.blogspot.it/2017/06/vaccinazione-di-stato-il-controllo.html
https://www-03.ibm.com/press/it/it/newsarticle/19449.wss
http://www.gazzettaufficiale.it/eli/id/2015/11/11/15G00192/sg
http://sulatestagiannilannes.blogspot.it/2017/06/vaccinazione-di-stato-il-controllo.html
https://www-03.ibm.com/press/it/it/newsarticle/19449.wss
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