19.12.16

MATTARELLA E GENTILONI DEVONO ARRESTARE L'ENERGAS/KUWAIT PETROLEUM

Ecco in anteprima il testo integrale dell'istanza redatta da Gianni Lannes, che il 20 dicembre sarà sottoscritta dalla cittadinanza sensibile di Manfredonia, e che il 21 dicembre sarà trasmessa al capo dello Stato, al primo ministro e al ministro dello sviluppo economico. Dopodiché, ovvero trascorsi 30 giorni dal ricevimento della presente, se tali autorità non arresteranno ufficialmente l'affare Energas/Kuwait Petroleum, il caso sarà portato direttamente all'attenzione della Corte di Giustizia Europea, della Commissione europea, della Corte dei diritti dell'Uomo e dell'ONU. Una strategia risolutiva non si improvvisa, ma va condivisa alla luce del sole. Ora è scacco al re: 10 a zero e palla al centro.




Al Presidente della Repubblica
Sergio Mattarella
c/o Palazzo del Quirinale
00187 Roma

Al Presidente del Consiglio dei Ministri
Paolo Gentiloni
c/o Palazzo Chigi
Piazza Colonna, 370
00187 Roma

Al Ministro dello Sviluppo Economico
Carlo Calenda
via Vittorio Veneto, 33
00187 Roma

Manfredonia, 21 dicembre 2016

Raccomandata A/R

N
oi cittadine e cittadini italiani, nati e residenti a Manfredonia, con l’ausilio dello scrittore Gianni Lannes (autore del dossier A tutto gas, di prossima pubblicazione), in ossequio ai dettami della Costituzione repubblicana e alla Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo, nonché alla Dichiarazione dei diritti del fanciullo e alla Convenzione internazionale sui diritti dell’infanzia, in virtù della Convenzione di Aarhus, ratificata dalla legge 108/2001, ai sensi del Trattato che istituisce la Comunità Europea, ratificato dalla legge 1203/1957 (in particolare l’articolo 174), nonché in considerazione della “Dichiarazione per il diritto del bambino ad un ambiente non inquinato” del 24 settembre 1999: «Il Comitato Nazionale per la Bioetica ha sempre avvertito l’esigenza di sottolineare la gravità e l’urgenza delle questioni connesse alla tutela dell’ambiente… e ha richiamato l’attenzione sulla necessità di stimolare un serio processo di sensibilizzazione riguardo l’improprio sfruttamento delle risorse ambientali, al degrado, all’inquinamento ed ai rischi ad essi associati per la salute umana… la tutela dell’ambiente chiama in causa valori e beni fondamentali come la qualità della vita, il rispetto per la comunità biotica, la tutela della salute umana… la politica e il diritto hanno e devono mantenere un ruolo prioritario in quanto la loro ragion d’essere è data proprio dalla tutela dei diritti e valori umani per i quali non è ammissibile alcuna forma di negoziazione… Il diritto ad un ambiente non inquinato va considerato ormai parte integrante del diritto alla salute in quanto quest’ultimo è evidentemente pregiudicato dalla violazione sistematica dell’equilibrio ambientale»,

tutto ciò premesso, con la presente istanza chiediamo responsabilmente alle SS.LL. autorità attualmente garanti dello Stato di diritto, di annullare con uno specifico quanto urgente provvedimento statale o comunque governativo, e respingere definitivamente al proponente l’ irricevibile “progetto” dell’Energas/Kuwait Petroleum (già Isosar S.r.l.) risalente al 1997, oltremodo carente sotto il profilo della sicurezza pubblica, della salubrità ambientale e decisamente confliggente sul versante dell’economia ecosostenibile,  poiché in concreto violerebbe normative nazionali, comunitarie e internazionali, ed oltretutto palesemente non strategico per l’Italia, inutile, obsoleto, dannoso e pericoloso. Per giunta, nelle immediate vicinanze del sito prescelto, sorvolato periodicamente  da U.A.V. sorge la base dell’Arma azzurra di Amendola, in cui è attiva la NATO e l'U.S. Air Force, dove recentemente sono stati dislocati i primi cacciabombardieri nucleari F-35. Per la cronaca: un deposito di Gpl (esplosivo e infiammabile) è un facile bersaglio terroristico, non solo in funzione del limitrofo aeroporto militare, ma anche per il fatto che i convogli di ferrocisterne e gli automezzi da trasporto del combustibile, transiterebbero dinanzi alla medesima base aerea, su una linea ferroviaria antidiluviana a binario unico, e sulla statale 89 già congestionata dal traffico veicolare.

Per la cronaca documentata: la Puglia che vanta un surplus energetico, risulta già attraversata da metanodotti Snam incluso il costruendo TAP, ospita a Brindisi un altro deposito di Gpl; e così lungo l’Adriatico, la località di Chioggia, mentre è in fase di approvazione un altro impianto ad Ortona.
 
Con la presente lettera aperta i sottoscriventi vi chiedono motivatamente di revocare il decreto ministeriale numero 295 del 22 dicembre 2015, in cui si esprime compatibilità ambientale condizionata, relativamente al “progetto” della società Energas/Kuwait Petroleum, non concedere l’autorizzazione unica in base alla legge 35/2012 (in parte riconosciuta come “incostituzionale” dalla Consulta) e/o di qualsiasi altra norma equivalente o pregressa, ad impiantare ed esercire nel territorio di Manfredonia, un cosiddetto “deposito” da 300 mila tonnellate all’anno di gas a petrolio liquefatto, considerato dalle direttive Seveso a rischio di incidente rilevante, utilizzando il pericolante porto “alti fondali” edificato non a norma della disciplina antisismica e ufficialmente “pericolante”, imbottito e rivestito di cancerogeno amianto messo al bando dalla legge 257/1992, peraltro giacente nella zona marina inquinata dall’Eni estesa per 8,5 chilometri quadrati - dove oltretutto i rilievi dell’Ispra hanno riscontrato tra innumerevoli veleni anche il mercurio - perimetrata con Decreto del ministero dell’Ambiente 10 gennaio 2000, ed ancora incredibilmente non bonificata. Vieppiù, l'intero territorio, solcato da alcune note faglie sismiche attive, è classificato come zona sismica di livello 2, e vanta un concreto rischio idrogeologico; l'Enea ha pure rilevato un solido pericolo maremoto. 

Il Consiglio di Stato (Sezione VI) con la pronuncia numero 5123/2009 ha stabilito che eventuali “fatti nuovi” possono in ogni caso «giustificare una diversa conclusione in ordine all’incompatibilità ambientale dell’intervento». Nella fattispecie, la legge 426 del 1998 ha inserito il territorio di Manfredonia nei 16 siti di interesse nazionale da bonificare. Questa gravissima situazione,  sempre elusa dalle autorità statali, regionali e comunali, non si può più omettere. A tutt'oggi non è stato disinquinato un centimetro quadrato di questo mare violentato dall’Eni, così come per il suolo ed il sottosuolo dell’ex petrolchimico non vi è stato alcun ripristino ambientale. La Commissione ministeriale istituita dal ministro dell’Ambiente, con decreto del 10 giugno 1989, ha stabilito che «La lavorazione con l’arsenico comporta la produzione di un’ingente quantità di rifiuti tossici e nocivi il cui smaltimento rappresenta un serio pericolo per il suolo, le falde e il mare. A seguito dell’incidente del 1976 la catena alimentare della popolazione di Manfredonia è molto probabilmente contaminata dall’arsenico».

In sostanza, in punta di diritto, all’orizzonte del semplice buonsenso, Manfredonia fondata da re Manfredi (figlio di Federico II di Svevia “Puer Apuliae”) nel 1256, che basa storicamente la sua economia sulla pesca, il commercio il turismo e l’agricoltura, non può essere reindustrializzata, ma piuttosto deindustrializzata e risanata concretamente, anche in modo tale da offrire in forma duratura, opportunità di lavoro a tecnici specializzati ed operai qualificati. Ecco ancora qualche motivo ostativo al macroscopico tentativo di speculazione in atto, che di strategico ha soltanto il lucro di pochi a scapito della vita di tanti. Il Gpl è notoriamente un gas serra. E i combustibili fossili sono stati messi al bando dall’ONU con l’Accordo di Parigi (Paris Agreement) entrato in vigore il 4 novembre 2016. L’Italia che vi ha giustamente aderito nel 2015 ha dunque obbligo, in solido e senza deroghe, di ridurre appunto i gas serra del 38 per cento entro il 2020. E quindi puntare davvero sulle energie rinnovabili per coniugare progresso ed equilibrio ecologico.

La predetta struttura industriale pretesa a tutti i costi dal presidente dell’Energas, tale Diamante Menale, è comprensiva di un gasdotto lungo 10 chilometri che intersecherà 5 chilometri di mare, proprio dove risulta sepolto - secondo fonti storiche - l’antico porto di Sipontum, e poi nell’immediato entroterra, la stessa Siponto, ovvero un’area archeologica di rilievo internazionale, per giungere a Santo Spiriticchio, una dolina carsica che rigenera le sorgenti del litorale, sottoposta a vincolo europeo Sic e Zps a ridosso del parco nazionale del Gargano, e delle limitrofe zone umide fino alle saline di Margherita di Savoia, già protette dalla Convenzione di Ramsar . Esattamente in loco, inoltre, affiorano preziose testimonianze archeologiche che si profilano dal Neolitico al Medioevo (dal villaggio di Coppa Nevigata all’abbazia di San Leonardo e alla basilica di Santa Maria Maggiore), incluso il tracciato romano dell’antica Via Minucia. Si tratta di tesori sommersi, citati per sommi capi, che vanno realmente valorizzati e non offuscati da una pianificazione letteralmente deleteria. Il patrimonio di questo angolo della provincia di Foggia è immenso. Non vi è un solo tratto del territorio sipontino dove non siano evidenti testimonianze archeologiche ed artistiche, in una sequenza storica ininterrotta per 10 mila anni. 

Il 13 novembre scorso la stragrande maggioranza della popolazione residente, mediante un regolare referendum comunale si è espressa contro questo mostruoso tentativo di speculazione, a danno dell’ambiente e della cittadinanza. Sia ben chiaro: non è in atto alcuna sindrome Nimby, bensì una rigorosa valutazione dei sicuri danni alla Daunia culla della cristianità Micaelica, dove ha vissuto il santo Padre Pio, e conseguenzialmente alla Puglia, che annovera notoriamente, tra le sue più spiccate risorse: ambiente, storia, cultura, intelligenza, umanità, creatività e laboriosità.

La democrazia intesa come “governo del popolo”, è notoriamente sorta in Grecia 2.500 anni fa. Ad Atene ogni cittadino aveva la possibilità di proporre e votare direttamente le leggi, senza dover delegare dei rappresentanti. In buona sostanza il funzionamento della democrazia dipende dal ruolo del cittadino, che invece di limitarsi a delegare qualcun altro, prende direttamente l’iniziativa per realizzare il bene comune, ovvero l’interesse della collettività a cui appartiene, e non un mero tornaconto personale. L’antica Grecia, ossia quella classica, aveva una parola per esprimere questo significato: boulomenos che vuol dire alla lettera, “chiunque voglia”. Questo termine veniva usato per descrivere appunto il cittadino che in assemblea prendeva l’iniziativa di esporre suggerimenti, di promuovere cause per conto della comunità o di presentare proposte di legge. 

Per dirla con il presidente John Fitzgerald Kennedy: “Senza dibattito, senza critica, nessuna amministrazione e nessun paese può avere successo come nessuna repubblica può sopravvivere”. Allora, occorre una nuova etica tra giustizia sociale ed ecologia, per un progetto che abbia il rispetto della vita e la conservazione ecologica, come parte fondamentale delle scelte economiche, politiche e sociali. Il livello di civiltà di un Paese e il progresso reale di una Nazione si misurano dal rispetto degli esseri viventi e delle persone, nonché dalla salvaguardia dell’ambiente.

Manfredonia, la Daunia, la provincia di Foggia (dove sono attive più di una dozzina di autorizzazione ad estrarre metano), la Puglia, il Sud Italia non sono il tombino industriale e/o l’Hub dell’Europa. Pertanto, alla luce di quanto sinteticamente esposto, vi chiediamo un atto tempestivo di giustizia sociale nei prossimi 30 giorni. In caso negativo, questa battaglia pacifica e civile a difesa della vita e della nostra terra, dove sono sepolti i nostri antenati e sono nati i nostri figli, si sposterà nelle sedi istituzionali dell’Ue a Bruxelles e Strasburgo, nonché a New York presso le Nazioni Unite. In fede.


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