11.12.16

LE REGALIE SEGRETE DI GENTILONI ALLA FRANCIA

  



di Gianni Lannes

Ecco chi è Gentiloni: uno che di nascosto da ministro degli esteri ha regalato una fetta di mare italiano ad una nazione straniera. La notizia della cessione segreta di ben 339, 9 chilometri quadrati dell’Alto Tirreno è emersa per caso, soltanto perché le autorità marittime transalpine  (una motovedetta della Gendarmerie Maritime) hanno sequestrato il 13 gennaio 2016, il peschereccio italiano Mina intento a pescare gamberi rossi. La motivazione del fermo è lo sconfinamento dell'imbarcazione italiana in acque territoriali francesi.  



Le acque in cui la barca è stata fermata dai prepotenti transalpini, però, al capitano di bordo risultavano nostre: avrebbero «cambiato colore» proprio nel bilaterale Gentiloni-Fabius del 21 marzo 2015, avente per oggetto lo scambio di acque territoriali. Le autorità francesi, infatti, hanno giustificato il sequestro sulla base dei nuovi confini stabiliti con l'accordo bilaterale tra Italia e Francia il 21 marzo 2015.

Dai documenti ufficiali del governo francese si apprende che il 21 marzo 2015 si è svolto a Caen in Francia un incontro bilaterale denominato «Ministeriale 2+2 Esteri Difesa, Italia-Francia». Al vertice hanno preso parte il ministro della difesa Roberta Pinotti ed il suo omologo Jean-Yves Le Drian, nonché i Ministri degli affari esteri di Francia e Italia, Laurent Fabius e Paolo Gentiloni Silveri. In quell’occasione è stato firmato da Gentiloni un accordo segreto, mai ratificato dal parlamento tricolore.
 
Secondo quanto si apprende dal comunicato ufficiale del Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale il Governo italiano «ha ceduto il mare al nord della Sardegna, sino a 40 miglia sul lato est e oltre 200 miglia su quello ovest, e una porzione rilevante sul piano qualitativo della Liguria, in cambio della tutela della linea retta di confine sull'arcipelago toscano». Non si tratta di un'indiscrezione ma di un documento ufficiale della Farnesina della che ha solennemente affermato: «Nel corso dei negoziati che hanno portato alla firma dell'Accordo, la parte italiana ha ottenuto di mantenere immutata la definizione di linea retta di base per l'arcipelago toscano, già fissata dall'Italia per la delimitazione del mare territoriale nel 1977».

Si tratta di un’ammissione gravissima e che costituisce un atto lesivo dell’interesse economico della Sardegna e non solo; nel testo ufficiale è anche scritto che «per il mare territoriale tra Corsica e Sardegna, è stato completamente salvaguardato l'accordo del 1986, inclusa la zona di pesca congiunta». In realtà è un'affermazione del tutto priva di fondamento, vale a dire menzognera. Infatti, nell'accordo di Caen è specificato che tale accordo, quello richiamato del 1986, sarà abrogato integralmente. Le aree di pesca comune riguardano invece un solo minuscolo spazio sul lato ovest, ma nessuno spazio comune ad est, nella parte più importante e rilevante. Insomma, il ministero degli Esteri dichiara fatti privi di fondamento e afferma che la Sardegna è stata sostanzialmente scambiata con la Toscana; non esistendo nessuna possibile comparazione tra quanto ceduto e quanto ricevuto in quello che la Farnesina definisce negoziato appare evidente che il danno è tale da far derivare un gravissimo nocumento all'interesse nazionale. E’ una cessione gratuita di sovranità davvero inaccettabile. Non è tutto. E qui viene il succulento. Nell'ambito dell'accordo è disciplinata anche la parte relativa ai possibili giacimenti di idrocarburi, gas e petrolio, in quelle porzioni di mare cedute alla Francia; è evidente che tale disciplina non è casuale essendoci sull'area ovest soprattutto un grande interesse da parte di soggetti interessati alla ricerca di idrocarburi. Forse il governo dell’ineletto Renzi ha in animo di concedere una nuova proroga nella procedura di richiesta di autorizzazione per la prospezione petrolifera per i norvegesi della Tgs Nopec? Esistono notoriamente, rilevazioni nella disponibilità dello stesso ministero dello sviluppo economico per 1,4 trilioni di metri cubi di gas e 0,42 bilioni di barili di petrolio; lo studio dichiarato dalla stessa TGS Nopec dichiara la possibile presenza un 1,4 «Trilioni» di metri cubi di gas, mezzo bilione di barili di petrolio, 2,23 milioni di barili di gas naturale in forma liquida. E’ questo il «malloppo» che le multinazionali  petrolifere sotto mentite spoglie stanno cercando di accaparrarsi. Un rapporto riservato in mano al ministero dello sviluppo economico attesterebbe che in quella fascia «provenzale» c’è petrolio e gas. I norvegesi della TGS Nopec stanno tentando in tutti i modi di proseguire le devastanti  perlustrazioni a colpi di bombe sismiche (Air Gun) anche nel santuario dei cetacei. I cacciatori di gas e petrolio hanno chiesto una nuova proroga per continuare a sperare nel l’autorizzazione a devastare l'intera area, in pèarticolare dinanzi alla costa tra Alghero e Oristano. la nave sismica R/V Akademik Shatskiy sta già scaldando i motori. E’ un piano messo in piedi nei minimi dettagli, visto che il ministero dello sviluppo economico ha individuato quell'area in base a studi ritenuti strategici forniti da un server a stelle e strisce, e sottoposti a regimi di riservatezza.

Il vero obiettivo di tutta l’operazione occulta portata avanti dal 2006, sotto i governi Prodi, Berlusconi, Monti, Letta & Renzi - sono in particolare i giacimenti di idrocarburi, più che le allettanti zone di pesca. Anche se nei mari passati da Italia a Francia in un baleno si trova «uno scrigno naturale dove si riproducono e vivono i gamberoni rossi. Una specie pregiatissima, venduta all’ingrosso a 40 euro al chilogrammo e a 70/80 euro in pescheria. Si tratta della cosiddetta «Fossa del cimitero», fascia nella quale in deroga all’accordo stesso, che prevede un’«intesa di vicinato», la Francia avrebbe ottenuto l’esclusiva del pescato. 

  

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