estratto da: Annali Geofisica (volume 9, numero1, anno 1956, pagine 63-105). |
di GiannI Lannes
Forse a Lodi e dintorni qualcuno ancora si ricorda. Ecco un disastro dimenticato nel Belpaese dalla memoria sociale corta, se non proprio inesistente, e dell'analfabetismo funzionale al sistema di potere. Una volta tanto i lecchivendoli dei padroni del vapore, ovvero i cosiddetti "esperti" di turno, assoldati per rivestire con una patina di menzogne scientiste i fatti nudi e crudi, non sono riusciti a cancellare le prove scientifiche di quel disastroso evento.
Allora, chi rammenta il
terremoto di Basiasco del 1949? E quello di Caviaga del 1951? Inutile cercare negli archivi dello Stato: non c'è nulla, eppure quel terremoto si è verificato, eccome, ma la videnda come al solito è stata insabbiata. E torna utile, ora che la Commissione europea dei tecnocrati telecomandati ha dato il via libera al fracking, spazzare le amnesie istituzionali.
I terremoti, come
sanno gli addetti lavori, civili ma soprattutto militari, possono essere
provocati non solo dalle esplosioni nucleari e convenzionali, ma anche dai riscaldatori
ionosferici e dalla ricerca invasiva di idrocarburi nel sottosuolo. Ecco una
storia sepolta che riguarda l’Italia. Scenario: Caviaga, frazione di Cavenago d’Adda, dieci chilometri a sud est di
Lodi. In quel luogo, a quel tempo (15-16 maggio 1951), si verificò uno strano
terremoto, di magnitudo 5.5 Richter, indotto dalle estrazioni di metano
dell'AGIP. La notizia è stata talmente insabbiata che si fatica un pò a
scovarla nei dettagli probanti, ma ne avevo già scritto l’anno scorso. ma cocome sostenvano gli antichi latini: "repetita iuvant".
Addirittura questo sisma non figura nella lista ufficiale dei terremoti che hanno investito l'Italia, nonostante l'intensa magnitudo registrata a tutti gli effetti, e tantissimi testimoni diretti. Eppure,
basta cercare nella letteratura e nelle memorie del tempo, per scovare un
resoconto scientifico scritto nel 1954 dai ricercatori Caloi, De Panfilis, De Filippo, Marcelli, e Spadea, in modo
semplice, dettagliato e preciso per conto dell'Istituto Nazionale di Geofisica
e poi pubblicato nella rivista Annali Geofisica (volume 9, numero1 a pagine
63-105 nel 1956).
L’argomento della trattazione è attualissimo, infatti è uno dei rari testi dell'Istituto Nazionale di Geofisica che fa riferimento alla sismicità indotta da estrazioni metanifere in Italia.
Caloi e i suoi colleghi iniziano con il rammentare
che tutto il territorio del Lodigiano è a sismicità irrilevante, e a tutt’oggi
la provincia di Lodi, inclusa Cavenago d'Adda, viene classificata a rischio 4,
la più bassa. E allora chi ha provocato il terremoto di intensità 5.5 Richter
nel 1951?
Caloi e i suoi colleghi ipotizzano che la
responsabilità sia proprio dell'estrazione di ingenti quantità di metano nella
zona e della conseguente decompressione del territorio che determinò squilibri
e alla ricerca di "nuove posizioni di equilibrio".
Gli studiosi attestano: «Osserviamo che l'epicentro
cade precisamente nei pressi di Caviaga. In questa località esistono pozzi
metaniferi, da cui si estraggono giornalmente notevoli quantità di gas metano
che vanno dai 10.000 metri cubi ai 300.000 metri cubi. Tale estrazione dura da
anni ormai : la decompressione in atto nella zona attiva è quindi notevole. La
singolarità del meccanismo secondo cui la scossa si è determinata, il fatto che
la zona interessata è notoriamente asismica e che in essa, da parecchi anni, è
in corso un'abbondante estrazione di gas metano, ha fatto ritenere non del
tutto improbabile che le scosse in esame siano comunque collegate all'enorme
decompressione in atto negli strati profondi, di dove il gas scaturisce con
pressioni superiori ai 100 kg/cm2».
La veridicità di questo evento è confermata anche
nel volume Economic Geology: Principles
and Practise, di Walter L. Pohl, professore di geologia. Il libro risale al
2011, e a pagina 577 è scritto inequivocabilmente:
«The first and
one one of the largest gas-production related earthquakes to date occurred in
1951 at the Caviaga field - Northern Italy, with a magnitude of 5.5».
La connessione trivelle-terremoto viene documentata
da numerosi articoli, scritti anche per conto dell'industria del petrolio, come
questo pubblicato dalla Society of Petroleum Engineers:
«In Italy, the
production of gas from the Caviaga field caused an earthquake of magnitude 5.5
in 1951».
Addirittura in un articolo del Geophysical Research
del 1998 si include Caviaga in una lista di terremoti indotti dalle estrazioni
di idrocarburi, assieme a Coalinga, Kettleman, Montebello (California) e Gasli
(Uzbekistan, ex URSS) di cui abbiamo parlato tante volte.
Inoltre, Caloi e i suoi colleghi ricordavano anche gli scoppi di
pozzi metaniferi a Basiasco, in provincia di Lodi, il 5 marzo del 1949 e
all'eruzione incontrollata di gas che durò per vari giorni, e che causò:
«oltre al crollo della torre di sondaggio, una serie
di spaccature nel terreno circostante al soffione, lunghe molti metri, larghe
una diecina di centimetri e con un sensibile dislivello fra gli orli di esso.
La popolazione di Basiasco fu costretta, per il pericolo di crolli, ad
abbandonare temporaneamente le case».
Singolare coincidenza:, anche in quell'occasione ci
fu un terremoto, seguito da altre 30 scosse di assestamento. Tali scosse
possono essere senz'altro collegate alla violenta eruzione di gas di cui è
detto sopra.
Provocare terremoti per attività bellica segreta o rapina di idrocarburi, è una possibilità dalle gravi conseguenze
per lo Stivale e per la salute della popolazione italiana.
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